La pista. La prima indagine di Selma Falck
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Recensione della Redazione QLibri
Selma Falck
«[…] Sapeva che nella vita esistevano grandi momenti. E momenti piccoli. L’esistenza era una catena formata da elementi forti e deboli, positivi e negativi, istanti di totale apatia e attimi storici, insomma da tutto ciò che avveniva tra la nascita e la morte. La catena era lunga e quel momento, quella situazione assurda andava vissuta e superata.»
Classe 1966, Selma Falck, di anni cinquantuno (siamo a cavallo tra il 2017 e il 2018), è una ex campionessa della nazionale norvegese di fama mondiale insieme all’amica di vecchia data Vanja e al tempo stesso uno degli avvocati migliori sulla piazza. Tuttavia Selma ha un piccolo ma devastante vizio, un problema di ludopatia che la porta a perdere tutto e a ritrovarsi senza un lavoro, senza un marito e i figli, senza una casa, senza denaro e con un appartamento di modeste dimensioni e dubbia igiene a causa della presenza di topi e scarafaggi quale rifugio e un gatto quale unica proprietà. E proprio adesso che ha toccato il fondo ed è certa che per lei non ci sia un futuro, ecco che il passato torna a bussare alla sua porta: il suo ex capo, Jan Morell, padre di Hege Chin Morell, ha bisogno di lei ma non nelle vesti di legale quanto in quelle di investigatrice. Perché? Perché la figlia, campionessa di sci di fondo norvegese, rischia la squalifica dalle Olimpiadi di PyeonChang in quanto risultata positiva alla valutazione antidoping. Il padre è certo di un sabotaggio e per questo chiede l’aiuto, a determinate condizioni, della collega; ella è la migliore e l’unica in grado di poter provare l’innocenza della sportiva. Ad avvalorare la tesi di Jan vi è la successiva morte di Haakoon Holm-Vegge, campione della nazionale di sciatori di fondo, deceduto misteriosamente all’età di ventisette anni durante uno dei tanti allenamenti. A confermare i sospetti di un sabotaggio dei due migliori sciatori della nazionale norvegese vi è un denominatore comune: il clostebol. Entrambi parrebbero aver assunto la sostanza proibita, lo steroide anabolizzante. Che i due casi siano tra loro collegati? Che sia in atto un complotto? Che i due atleti si siano davvero dopati? Nulla è come appare eppure tutto fa parte di un disegno più grande che trova la sua origine nel passato, in una volontà di vendetta radicata e sedimentata per quasi quarant’anni. Riuscirà Selma a trovare le risposte alle tante domande irrisolte?
«Anche se credi di conoscere la risposta. Non devi costruire prima il tetto della casa, ma scavare per gettare le fondamenta.»
“La pista. La prima indagine di Selma Falck” è un buon giallo, un testo con un intreccio narrativo interessante e ben sviluppato, asciutto e scorrevole, fluido e rapido nella lettura. I personaggi sono ben caratterizzati e le vicende incuriosiscono anche il lettore meno avvezzo alla conoscenza dello sport presentato. L’opera si sviluppa in modo lineare e conduce per mano il lettore sino ad un epilogo che offre una buona risoluzione dell’enigma. Forse un poco acerbo essendo il primo episodio di quello che si presume essere una nuova saga. In ogni caso una lettura godibile, piacevole, immediata con cui trascorrere ore lievi.
«La paura riempiva la stanza. Era annidata in ogni angolo. Si celava dietro le tende tese e chiare che, spinto da un istinto quasi irrefrenabile, avrebbe voluto tirare. Persino al di là di quelle finestre ridicolmente enormi, tra gli abeti cupi che si stagliavano lungo il parcheggio, aveva la sensazione che ci fosse qualcosa di indefinito e grigio che minacciava di penetrare attraverso il vetro e ghermirlo.»
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UN GIALLO TRA LA NEVE
Siamo a Oslo e la protagonista del romanzo è Selma Falck, cinquantunenne ex avvocato ed ex atleta di sci.
La donna ha perso tutto, il lavoro e la sua famiglia a causa dei suoi problemi di gioco e così ha decide di trasferirsi in un appartamento fatiscente e poco igenico per allontanarsi dal mondo.
Il suo ex capo, Jan Morell, le chiede di aiutarlo ma non come avvocato ma come consulente investigatrice, per scoprire chi vuole incastrare la figlia Hege Chin Morell, campionessa di sci di fondo e prossima partecipante alle Olimpiadi di Pyeong Chang. La ragazza è risultata positiva ai test antidoping, anche se la Chin Morell dichiara di essere innocente e di non aver mai assunto degli steroidi anabolizzanti.
Tutto fa pensare ad un sabotaggio ma la situazione peggiora quando viene ritrovato morto un altro sciatore della nazionale norvegese, Haakoon Holm-Vegge. Il ragazzo aveva ventisette anni e una compagna e un figlio piccolo e sembra che abbia avuto un malore durante un allenamento. Ma, da alcuni esami approfonditi, si scopre che anche lui aveva assunto degli steroidi anabolizzanti.
Pertanto, il caso di Hege e quello di Haakoon potrebbero essere collegati e Selma dovrà davvero impegnarsi per risolvere il caso.
Ho trovato che la lettura di questo romanzo sia stata scorrevole e lo stile dell'autrice sia molto lineare e semplice, anche chi non è amante dello sci di fondo potrà apprezzare la tematica che viene trattata.
Selma è una protagonista fragile, piena di insicurezza e che deve soprattutto "guarire" dal vizio del gioco che ha distrutto la sua vita, è un personaggio interessante che sicuramente sarà approfondito maggiormente nei prossimi capitoli della saga.
Ho trovato, che in alcuni punti, la narrazione sia stata un po' ripetitiva e a metà libro eravamo ancora al punto di partenza, senza una svolta significativa. Ogni capitolo ha un titolo che anticipa l'argomento di cui l'autrice ci parlerà, all'inizio sicuramente ho fatto un po' di fatica ad entrare nella storia.
Quello che manca a questo giallo/thriller è sicuramente il ritmo incalzante che mi aspetto da questo tipo di letture, il climax sale e scende senza portare la storia ad avere una tensione costante ma soltanto altalenante. Ho trovato però alla fine dei capitoli dei cliffhanger che mi hanno invogliato a continuare la lettura.
Una narrazione che coinvolge a metà, perché ho percepito che manca qualcosa, probabilmente essendo il primo libro di una serie, la protagonista non viene approfondita molto e la parte finale del romanzo mi è sembrata un po' frettolosa.
Nel complesso considero questo romanzo una lettura piacevole con un intreccio narrativo semplice.