La pazza di Maigret
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La pazza di Maigret
Me lo vedo Simenon, come seduto ad un vecchio telaio per tessitori, lui che ordisce un'ennesima trama con la sua penna così elegante e così scorrevole...ci tira fuori da un Maigret estremamente duro un uomo il cui animo è dolce, a volte incerto, sicuramente innamorato, malinconico, sembra davvero un un broccato dal quale è difficile separarsi.
In questa inchiesta Maigret prende con superficialità una segnalazione di una donna anziana e sarà la sua grande croce per tutta la storia.
Un Maigret veramente insolito, incerto, davvero poco sicuro che si muove in un labirinto dove ogni indizio si perde in un precipizio...è stata dura, vero commissario? Soprattutto quella coscienza che ti ha affannato e abbattuto.
Splendida la signora Maigret tratteggiata con piccoli passaggi, rimane il faro nella vita del protagonista.
Un libro scorrevole, semplice ed elegante allo stesso tempo nella trama ardita,
L'ennesimo arazzo nell'universo delle opere di Georges Simenon.
Buona lettura a tutti.
Syd
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L’umanità di Maigret
C’è una vecchina, minuta come uno scricciolo, che si aggira intorno al Quai des Orfèvres; guarda, sembra che abbia paura a entrare, ma poi si decide e chiede al piantone del Commissario Maigret. Dice che ha una comunicazione della massima importanza. La prendono per una un po’ giù di testa, per un mitomane e non acconsentono alla sua richiesta. Tuttavia, un giorno, Maigret, che era stato informato di questa strana visitatrice, s’imbatte in lei all’uscita del lavoro e questa, calma e decisa, gli comunica che da un po’ di tempo, quando ritorna a casa, trova degli oggetti spostati. E abita sola, e non ha né cane né gatto. Il commissario è indeciso, è ancora in buona parte convinto di avere di fronte una mitomane, ma gli occhi grigi e dolci contrastano con questa ipotesi. Sì, passerà a fare una visita, le dice, passerà domani.
Ma il giorno dopo viene rinvenuta cadavere, morta per soffocamento, nel suo appartamento.
Maigret quasi si sente in colpa e visitando il luogo del delitto vede l’ambiente di una persona sola, due volte vedova, ordinata, pulita e che attendeva l’arriva dell’ultimo tramonto.
Per quanto manchino indizi, il commissario s’impegna allo spasimo, conosce i pochi parenti, una nipote mascolina e decisamente brutta, pure lei sola e che paga gli uomini per un po’ di convivenza, il figlio che lei ha avuto senza contrarre matrimonio, un ragazzo un po’ hippy, ma che, a dispetto delle apparenze, è una brava persona, innamorato solo della sua musica e della sua chitarra; conosce pure il Lungo, l’attuale compagno della nipote, già noto alla polizia per essere un balordo, un magnaccia, un malavitoso di terz’ordine.
Le indagini si svolgono fra Parigi e Tolone, città in cui Maigret s’incontrerà con un noto gangster, ormai a riposo, da cui scoprirà la verità.
Romanzo di solitudini, che stridono come le corde di un violino sotto un archetto eccessivamente premuto, fatte però di drammi silenziosi, di passi perduti, di ore sempre uguali, La pazza di Maigret ci mostra ancor di più il volto umano del commissario, la sua capacità di mettersi nei panni degli altri, di assumere in sé dolori mai leniti.
La lettura è quindi senz’altro consigliata.