La notte più lunga
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Opinioni inserite: 3
Ben lontano dai vecchi Connelly
Credo di aver letto praticamente tutti i libri di Connelly, mi piace molto il suo stile e soprattutto adoro Harry Bosch, il suo personaggio di punta. Devo dire però che da qualche libro a questa parte, Connelly ha perso un po' del suo smalto, il suo stile è sempre lo stesso, ben scritto e scorrevole, ma mancano quella suspense e adrenalina che ti tenevano incollato alle pagine.
Un paio di libri fa, avevamo incontrato la detective Ballard, un nuovo personaggio. In questo libro Ballard conosce per la prima volta Bosch e da questo libro nascerà una collaborazione che andrà avanti anche nei prossimi libri. Per quanto riguarda la trama, da una parte c'è Ballard che segue i suoi soliti casi, dall'altra Bosch che invece sta lavorando ad un paio di casi freddi, uno dei quali risolverà grazie all'aiuto della donna. Il libro si legge bene, però conoscendo i vecchi Connelly, questo sa di poco.
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Consigliatissimo
Michael Connelly ad oggi rappresenta uno dei masterpiece del genere thriller.Questo pensiero si avvalora sempre più dopo aver aggiunto alla vasta carrellata di libri "La notte più lunga",edito nel 2018.
Il lessico è semplice ma per nulla trascurato,ricco di terminologie del campo investigativo con le relative spiegazioni ,abbastanza accurate.Molta è l'attenzione fatta alle descrizioni di ambienti,scene nel crimine e personaggi,ma la sua più grande abilità sta nell'incrociare i cammini di Harry Bosch e Renee Ballard. Questi due personaggi con i relativi trascorsi e situazioni quotidiane riusciranno a far legare al filo narrativo il lettore,che tra vari spannung e colpi di scena rimarrà senza fiato.
Uniti nel risolvere un "caso freddo" capiranno quanto conta il lavoro di squadra e l'attenzione ai più minimi dettagli,elementi e soprattutto alle proprie impressioni.
Particolare è però il vissuto e ciò che caratterizza i protagonisti principali . Harry è un uomo maturato negli anni,colpito dal caso a cui lavora e ad esso legato da vicende personali.Rischierà la vita in un caso di malavita,ma una volta trovato il colpevole del caso freddo si troverà ad un bivio:lasciare l'assassino nelle mani della polizia e dunque della giustizia oppure cederlo a quella che è la vendetta umana nei confroni di questi criminali.
Ballard è una donna ricca di cicatrici che però non sono a tutti visibili e al tempo stesso non l'hanno resa vulnerabile o debole,semmai forte,tenace,scrupolosa,precisa,una vera e propria guerriera.
Dal loro incontro è nata una delle coppie più imbattibili e instancabili nel settore investigativo .Quello che ancora pù colpisce in Connelly è che nonstante i fatti e i personaggi siano inventati ,egli tratta una delle realtà più vere e crude esistenti,ovvero il vero lato della vita mondana e non solo quella,storie di vita quotidiana,sofferenze e dolori incancellabili,cosa caratterizza la vita di persone di interesse pubblico o meno note.Ci fa comprendere sempre più come pregiudizi e apparenze possano ingannare.
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Una nuova coppia
In questo romanzo Connelly fa incontrare due dei suoi figli più noti al pubblico. Ne esce una coppia credibile, ben assortita e capace di mettere assieme una trama semplice, ma di effetto. Avevo già conosciuto il detective Bosch agli albori della sua carriera letteraria, adesso l’ho ritrovato dopo parecchi anni un po’ acciaccato e stanco nel fisico, ma ancora entusiasta. Conosco qui, invece la detective Ballard altrettanto attenta e precisa nel lavoro e con molti motivi razionali e validi per cambiare lavoro ma molte più ragioni irrazionali per continuare, invece a farlo. Entrambi, per ragioni diverse sono stati spinti dal sistema ai margini del distretto di polizia. Lui, ormai in pensione si occupa di casi freddi: i reati piuttosto datati, ma mai risolti. Nel corso del libro riuscirà a farsi buttare fuori anche da questo lavoro, ma non a farsi passare la voglia di giustizia. Lei, è stata punita per avere denunciato delle molestie sessuali subite sul posto di lavoro e quindi trasferita al turno di notte. Si tratta del turno più scomodo: quello in cui i poliziotti iniziano a fare esperienza e da dove se ne vanno il prima possibile alla ricerca di migliori opportunità di carriera. Rassegnata al suo destino, ma mai attirata dall’umano desiderio di prendersela comoda o di tirare a campare. Entrambi conducono per scelta una vita solitaria e direi quasi ai minimi termini. Molto pochi i contatti umani che hanno nel privato, ma quei pochi possono contare su due persone leali, generose e sempre pronte a spendersi. E’ questa loro caratteristica a farli incontrare e a convincerli a superare la loro naturale ritrosia e a impegnarsi nella soluzione dello stesso caso. Si tratta della morte di una ragazzina scappata di casa avvenuto parecchi anni prima. La madre della ragazza è temporaneamente ospitata a casa di Bosch e lui le ha promesso che le porterà un colpevole, anche lavorando nel suo poco tempo libero. Ballard, invece non ha alcun contatto con la vittima, ma quando trova quell’uomo dalla chioma argentata che fruga nei cassetti di un suo collega si incuriosisce e decide che Daisy merita giustizia. I due iniziano la collaborazione, continuando contemporaneamente a svolgere il lavoro quotidiano. Connelly è molto abile nell’accompagnarci nell’attività quotidiano dei due senza mai farci perdere di vista il caso principale: quello di Daisy. Con l’abilità degna solo di chi ha lunga esperienza lo scrittore ci racconta varie vicende, diversi crimini, facendo in modo di mantenere sempre la nostra attenzione. Tutto è chiaro e lineare, mai un passaggio brusco, mai la necessità di fermarsi per capire in che intrico siamo finiti. I personaggi pur nella loro bizzarria sono comunque realistici e capace di attirarsi simpatia. Molto credibili anche le indagini fatte a volte frutto di intuizioni e di qualche colpo di fortuna, ma sempre giustificate da spiegazioni razionali e logiche. Anche il paziente lavoro di archivio fatto dai due investigatori non è mai noioso, semmai serve a stuzzicare la curiosità del lettore. Interessanti le figure dei due protagonisti. Due poliziotti navigati, la cui esperienza avrebbe potuto farli diventare aridi e duri, ma che invece mantengono una rigida morale, che solo a fatica si deforma. E’ la stessa Ballard a mettere i paletti del loro lavoro: piegare le regole, ma mai infrangerle. Mi è piaciuto anche il finale: senza grossi picchi di adrenalina, come non ce ne sono in tutto il resto del romanzo, ma comunque capace di far passare in poche righe tutta una gradazione di emozioni e di dubbi morali.