La morte non dimentica La morte non dimentica

La morte non dimentica

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Un giorno come tanti la violenza irrompe nella vita di Dave Boyle, undici anni, devastandola. Ore e ore di torture e sevizie per mano di due spietati rapinatori, poi la fuga. Venticinque anni più tardi, Dave Boyle è ancora ostaggio di quell'incubo: è il maggiore indiziato in un caso di omicidio. La vittima è Katie Marcus, figlia amatissima di Jimmy, amico d'infanzia di Dave e di Sean Devine, l'agente incaricato delle indagini. Per i tre ex amici Sean, Jimmy e Dave è giunto il momento di fare i conti col passato, e con l'agghiacciante episodio che ha sfregiato per sempre le loro anime. Solo scavando indietro nel tempo Sean riuscirà a scoprire la sconvolgente verità sulla morte di Katie.



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La morte non dimentica 2020-06-27 10:35:51 luvina
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luvina Opinione inserita da luvina    27 Giugno, 2020
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Boston e il Mystic river

Ho acquistato questo romanzo di Dennis Lehane (lo stesso autore di Shutter Island) quasi per un sesto senso, avendo visto molti anni fa il film di Clint Estwood e al dire il vero ricordando poco della trama. Bene, come al solito il film non rende del tutto giustizia allo splendido romanzo di Lehane, una vera e propria epic novel, dentro c’è tutto amore, amicizia, vendetta, coraggio, una mole di materiale gestita benissimo dall’autore che ci offre anche uno spaccato di vita americano. Ci sono vite tragiche senza riscatto, le colpe dei padri che ricadono sui figli, l’alienazione, un importante approfondimento psicologico dei personaggi.
Il romanzo è un thriller che parte dal 1975 quando tre amici undicenni, Jimmy, Sean e Dave, giocano insieme su una strada del Point, un quartiere medio borghese di Boston. Ad un certo punto vengono avvicinati da un’auto con due sconosciuti che rapiscono Dave il quale dopo quattro lunghi giorni riesce a scappare, ma il suo ritorno a casa è caratterizzato da disprezzo, bullismo, vergogna. L’azione si sposta poi al 2000, molte cose sono cambiate nelle vite dei tre amici, quando in una notte di pioggia viene uccisa Katie, la figlia diciannovenne di Jimmy. Sean sarà il poliziotto incaricato delle indagini.
Nonostante l’aura thriller questo è un romanzo molto profondo, radicato nel tessuto americano e i suoi limiti, tocca tematiche importanti come la divisione di classe anche in gruppi sociali perlopiù omogenei (in questo caso operai), la vita disagiata delle periferie di una grande città come Boston, l’assenza di prospettive valide e/o di riscatto per chi proviene da quei quartieri dove si conoscono tutti e tutti sono un po’ parenti fra loro, la mancanza di recupero psicologico da traumi giovanili dovuti a pedofilia ma anche alla disgregazione della famiglia. Nessuno aiuta Dave ad affrontare ed elaborare il trauma subito anzi resterà a vita bollato da ciò che gli successe a undici anni e continuerà ad essere tradito e non considerato fino alla fine, anche quando cercherà di salvarsi da solo. Ma nessuno si salva da solo, nemmeno Jimmy che pure ci ha provato per amore di Katie, nel finale tornerà ad essere quello che in realtà è sempre stato.
Ma Dave e Jimmy sono dei Flats, estrema disagiata periferia mentre Sean è del Point e si capisce fin dalle prime pagine; il loro destino è stato e sarà diverso grazie a poche centinaia di metri, di pochi isolati che però diventano un limite invalicabile. Tutte queste tematiche non inficiano per nulla la trama del giallo, dell’omicidio da risolvere (tragica ed inaspettata anche la conclusione).
Uno dei punti di forza di “Mystic river” è la caratterizzazione dei personaggi, perfetta, tanto da rendere tutti protagonisti anche figure più marginali ma ugualmente importanti al fine della storia (penso alla madre di Brendan come al sergente Whitey). Un capitolo a parte sono le donne, le mogli, praticamente perfette e funzionali con tutti i loro limiti caratteriali ed esistenziali. Appassiona alla lettura una scrittura fluida, mai sciatta, con dialoghi stringenti e a volte crudi come la vita dei personaggi.
Dunque “Mystic river” è un romanzo straordinario, sicuramente da leggere se si amano i libri interessanti, con contenuti e buona scrittura.
“Diretti dove? Diretti nel luogo in cui le luci sono già estinte, idiota. E diventate vetri in frantumi”

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La morte non dimentica 2015-03-22 18:05:20 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    22 Marzo, 2015
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Point and Flats

1975. Periferia di Boston, zona East Buckingham, quartiere Flats. Jimmy, Sean e Dave sono tre ragazzini, diversi per carattere ed estrazione sociale, che giocano per la strada. Si ferma un’auto. Al suo interno ci sono due uomini. Uno di loro esce, si avvicina ai ragazzini e mostra loro un distintivo: è un poliziotto. Li rimprovera per il baccano e costringe Dave, il più insicuro, a salire in macchina per essere riaccompagnato a casa. È l’inizio di un incubo. 25 anni dopo Jimmy è un commerciante con un passato ambiguo, Sean è un poliziotto e Dave è un onesto lavoratore. L'omicidio della figlia di Jimmy li farà incontrare dopo che si erano persi di vista per anni.

Dennis Lehane non ha bisogno di grandi presentazioni. Dai suoi romanzi, mediamente di ottima fattura, sono stati tratti film di grande livello da registi del calibro di Clint Eastwood (“Mystic River”, appunto) e Martin Scorsese (“Shutter Island”).
Il libro è correttamente catalogato come un thriller, ma è una definizione riduttiva considerato lo spessore emotivo che traspare dalla prima all'ultima pagina. Non è il classico poliziesco progettato a base di tradizionali ed auspicabilmente adrenalinici colpi di scena e protagonisti standardizzati e tipicamente poco approfonditi. La caratterizzazione e l'analisi psicologica dei personaggi, sia principali che secondari, risulta eccellente e verosimile. Così come ottima è la gestione del ritmo narrativo.
Lo stile di Lehane è affilato, in linea con una miscela adulta di amicizie, amori, tradimenti, risentimenti, vendette, ambientata (come spesso capita nei romanzi del nativo di Dorchester, periferia di Boston) in un quartiere difficile, lontano dalle luci del centro della città.
Quella di Jimmy, Sean e Dave è una storia introspettiva, torbida e corrosiva come le acque sporche del fiume che fa da contorno minaccioso ed inesorabile alla vicenda.

"Hai mai pensato come la più insignificante delle decisioni possa cambiare il corso delle nostre vite? Sto solo dicendo che ci sono dei fili, ok? Ci sono dei fili nella nostra vita. Se ne tiri uno, tutto il resto cambia di conseguenza".

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La morte non dimentica 2010-02-22 14:47:18 Minny
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Minny Opinione inserita da Minny    22 Febbraio, 2010
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Un libro bellissimo

Non vi narro in dettaglio la trama per non togliervi il piacere della lettura, che, in questo caso, è veramente grande. Con sottigliezza e senza indulgere in descrizioni particolareggiate di eventi atroci, l'autore traccia il profilo di Dave, segnato per sempre dal ricordo indelebile delle violenze subite, come pure di Jimmy e di Sean. Questo libro, scritto benissimo, è un esempio di come si possano trattare anche i temi più scottanti senza mai andare sopra le righe. Lo scrittore ha capito che il non detto ha maggiore "force de frappe" dell'accumulo di fatti sanguinosi, riportati con gratuita ricchezza di particolari.
Colpisce il perfetto ritratto psicologico di persone segnate per sempre.

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Consigliato a chi ha letto...
ed ama i libri belli, quelli veramente belli, non quelli spacciati per tali da spomsor interessati.
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