La morte del Papa La morte del Papa

La morte del Papa

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"La morte del papa" è un thriller storico che denuncia la cospirazione che portò all'assassinio di Papa Luciani. Il romanzo rivela tutte le circostanze che si verificarono nella notte della sua morte, le menzogne e i segreti tenuti nascosti per 28 anni. Sarah Monteiro, giornalista portoghese che vive a Londra, riceve per posta una strana lista di nomi che cambierà tutta la sua vita. Accusata di crimini che non ha commesso, perseguitata dalla polizia, fuggirà inseguita da un'organizzazione segreta della P2, Ultimo Papa, che vuole recuperare quella lista insieme ad altri documenti appartenuti al Papa. In un susseguirsi dì avventure, Sarah, insieme a Rafael, un misterioso uomo che incontrerà sul suo cammino e che la porterà da Londra a New York passando per Lisbona e Roma, sfiderà più volte la morte alla ricerca della verità sull'assassinio di Papa Luciani.



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La morte del Papa 2015-08-16 12:49:10 Mario Inisi
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Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    16 Agosto, 2015
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La morte di Giovanni Paolo I

Questo libro è un'opera d'invenzione oppure no. Questo libro è dedicato a Ioannes Paulus PP-Albino Luciani.

"Quando ho contattato l'autore per parlare della stesura del libro, la prima richiesta che ho avanzato è stata quella di vedere la finzione mescolata alla realtà."

Ho letto questo romanzo soprattutto per la realtà e non per la finzione. I thriller non mi attirano più di tanto.
Qualche anno fa avrei considerato un romanzo simile di cattivo gusto, una specie di libro avvoltoio che specula sulla morte di una persona importante: un papa. Ma dopo l'attentato a Giovanni Paolo II e le dimissioni di papa Benedetto, come non rivedere anche la morte di papa Luciani sotto una luce diversa? L'aspetto giornalistico era quello che mi interessava di più nel romanzo.
In effetti, anche se questo aspetto ha una parte minore, non si può dire che l'autore non faccia nomi e cognomi di politici e religiosi, membri della P2. Sembra che si sia documentato anche se non cita le fonti e usa il paravento dell'invenzione. L'autore suggerisce che l'attentato a Giovanni Paolo II viene dallo stesso mandante, cioè la loggia massonica P2. Facendo fuori i vari papi, la loggia spera di piazzare un suo uomo prima o poi nel seggio papale (non certo per motivi religiosi).
Il motivo per far fuori dopo solo un mese di pontificato papa Luciani, sarebbe stato che questo papa era un uomo buono ma molto duro e determinato. Papa Luciani aveva incontrato, sempre secondo il romanzo, alcuni personaggi come Marcinkus già in passato quando il banco ambrosiano aveva assorbito la banca cattolica del veneto diretta dallo stesso Luciani, allora patriarca di Venezia. Luciani si era fatta una idea molto precisa del povero Marcinkus. Sembra che avesse idee chiare e diplomazia zero e che fosse intenzionato a rimuovere i vertici della massoneria vaticana e dello Ior trasformando lo Ior in una banca etica. Tra l'altro la versione della morte di papa Luciani è leggermente diversa da quella fornita da altri autori/ giornalisti. Però essendo un romanzo e non volendo passare per qualcosa di diverso è difficile discutere le informazioni fornite.


"Le finanze del Vaticano- disse l'agente, senza cogliere l'ironia del pontefice (papa Luciani)- sono legate allo Ior, che è legato al Banco Ambrosiano di Roberto Calvi che, a sua volta, è legato agli affari di Michele Sindona e alla sua Banca Privata Italiana. Sappiamo che Sindona è il legame tra Roberto Calvi e il vescovo Marcinkus. Le rammento che Sindona è soprannominato il banchiere della mafia e che negli USA è stato emesso un mandato di cattura contro di lui per frode fiscale, reati finanziari e crimini in organizzazioni mafiose. E, se mi permette, le ricordo anche che Roberto Calvi appartiene alla loggia massonica P2, diretta dal fascista Gelli, promotore dell'Operazione Gladio. Certamente non ha dimenticato le bombe a piazza Fontana nel 1969.
- Mi sta dicendo che con il denaro del Vaticano hanno piazzato delle bombe a Milano?
_ No. Le sto dicendo che hanno piazzato delle bombe a Milano e in molti altri paesi del mondo. Dalla Polonia al Nicaragua."

"L'aspetto fragile che mostrava in apparenza era solo questo, un'apparenza. Quell'uomo voleva fare piazza pulita prima ancora di conoscere gli angoli più reconditi. I primi a cadere sarebbero stati il Vescovo Marcinkus e il cardinale Jean Marie Villot. Le carte più importanti del mazzo. E, mi creda, ancora prima che questi avessero toccato il suolo, altre teste sarebbero cadute. Con Marcinkus e Villot fuori gioco non ci sarebbe voluto molto per arrivare a Calvi e a Gelli dopodiché sarebbe stata la disfatta totale."

"Villot era molto malato all'epoca dell'assassinio di papa Luciani. Egli stesso aveva chiesto di essere sostituito ma non da Benelli. Benelli era un uomo troppo simile a Giovanni Paolo I, forse un po' meno ingenuo, ma i danni che avrebbe fatto sarebbero stati intollerabili."

"Quale Chiesa necessita che i suoi servi frequentino conciliaboli e riunioni segrete, cardinale Villot? Da quando la chiesa ha bisogno che i suoi pastori si leghino ai massoni, cardinale Poletti? Quale chiesa si difende dissipando oro corrotto nelle Bahamas e nei paradisi fiscali, vescovo Marcinkus? E da quando Roma è interessata a investire nella pornografia monsignor De Bonis? O siamo misericordiosi solo quando cospiriamo in paesi sull'orlo di una guerra, cardinal Casaroli?"

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