La minaccia
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Thriller slow motion
Romanzo molto interessante dal punto di vista dell'idea ma non su come è stata sviluppata la trama.
Sono d'accordo con @Pelizzari sull'esubero di personaggi che si intrecciano in maniera disordinata.
Lo stile mi ha un po' spiazzato. Tutti i personaggi sono ben caratterizzati ma il ritmo è molto lento. Se questo da un lato mi ha dato la sensazione di partecipare attivamente alla risoluzione del caso, di contro il ritmo diventa talmente blando da desiderare la conclusione del libro poco dopo la metà.
Sicuramente non ho trovato sin da subito affinità con il suo stile, un vero peccato perché di solito gli autori scandinavi (cito Jo Nesbø e Camilla Läckberg) offrono tra le mie letture preferite.
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Repetita non semper iuvant
Mi ha disturbato questa lettura, perché è incentrata su efferati attacchi terroristici fatti in Norvegia e trovarmi tra le mani questa storia, proprio in questa settimana, mi ha scosso. La storia non è ben costruita, è popolata di personaggi le cui vicende si intrecciano, ma si perde molto facilmente il filo. La parte più interessante è quella che ruota attorno alla protagonista, Hanne, che è una donna difficile ed ostinata, un’eccellenza lavorativa, che ora, a causa di un brutto incidente, è costretta su una sedia a rotelle, si sente diversa e, siccome essere diversi è parecchio difficile, si è autoimposta un isolamento che è un’autotutela. Legge e si mantiene informata grazie alla rete; Internet è il suo periscopio perché lei vede il mondo senza che il mondo veda lei. In questa storia riprende a lavorare a distanza, occupandosi di cold case, che si affiancano agli attacchi terroristici di bruciante attualità. Tutta la parte psicologica che sta alle spalle di ciò che ruota attorno ad Hanne è stata per me la parte più interessante. Per il resto la storia non è delle migliori, anzi, vi ho ritrovato elementi già letti in altri libri della stessa autrice che mi hanno dato l’impressione che la scrittrice fosse un po’ a corto di idee. Non ho ritrovato un medesimo personaggio, visto, nel tempo, in storie diverse, con una crescita del personaggio, con elementi fissi in contesti diversi e con un senso di continuità, come è usuale nelle serie degli scrittori di gialli. Ho ritrovato un personaggio già conosciuto, che, in un libro successivo ai precedenti, non è cresciuto, ho trovato una storia con particolari già presenti in storie precedenti ed è stata forte la sensazione che la scrittrice abbia un po’ come copiato se stessa. Cose che non viene mai bene come la prima volta. Chiudendo il libro, il pensiero è andato al giorno più francese di tutti i giorni francesi. Del resto della storia mi rimarrà poco.
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