La mano dell'orologiaio
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Scontro finale tra due acerrimi nemici.
Romanzo rocambolesco, pieno di colpi di scena, imperniato sullo scontro tra due acerrimi nemici, il detective tetraplegico Lincoln Rhyme e il fantomatico Orologiaio (è finalmente noto il vero nome, Charles Vespasian Hale), che ha fatto di Manhattan il teatro dei suoi atti criminosi. La città è sotto scacco, a causa di un messaggio firmato Kommunalka Project, sedicente ente no-profit: contiene una grave minaccia, il sabotaggio di una gru ogni 24 ore se l'amministrazione cittadina non convertirà grattacieli di lusso in alloggi popolari a prezzi accessibili. L'Orologiaio, assoldato per la bisogna, sa già come provvedere: userà l'acido fluoridrico, potente veleno corrosivo, che sarà la causa del crollo della prima gru. Rhyme e la moglie Amelia Sachs, consulente scientifico, entrano in azione, mentre gli eventi si susseguono incalzanti : Hale viene in possesso di documenti riservati fornitigli da un poliziotto doppiogiochista, entra in scena un'amica del criminale, Simone, crolla la seconda gru e Amelia rischia la vita per porre in salvo pazienti ricoverati nel grattacielo colpito dalla caduta. Si scopre anche, primo colpo di scena, che l'attacco alle gru era solo un modo per sviare da ben altre intenzioni: nuovi personaggi compaiono sulla scena, immobiliaristi avidi di guadagni, politici di alto livello e addirittura due candidati alle elezioni presidenziali. L'Orologiaio trama sempre nell'ombra, giungendo perfino a mettere fuori gioco il principale aiuto di Rhyme, Ron Pulaski, il "caregiver", cioè il principale addetto alla sua cura personale. secondo la definizione di Rhyme stesso. Dopo una serie complessa di intrighi e di sospetti, si giungerà finalmente allo scontro finale tra i due rivali, nemici da sempre: uno scontro atteso da tempo, che, ovviamente, finirà con un colpo di scena.
La struttura del romanzo è molto intricata, non facile da seguire. I trucchi per depistare le indagini sembra non abbiano fine, ci sono sempre sorprese e nuovi indizi che attestano l'abilità dell'Orologiaio nel celare le proprie tracce e nell'assumere nuove identità. Riuscirà a fuggirsene lontano, magari in Venezuela, a godersi la vita e i soldi incassati? Riuscirà
ad incontrarsi con quella Simone che gli è stata d'aiuto e che sembra avergli dato appuntamento a Praga?
Molte risposte le darà il romanzo, ma non tutto verrà svelato. Jeffery Deaver riesce sempre a tenere il lettore sulla corda, con il suo stile lucido e brillante ed una trama narrativa incalzante, priva di pause e di inutili divagazioni. A parte quelle scientifiche, che sono, come sempre, una caratteristica della scrittura di Deaver, cominciando da quelle relative agli orologi: ad esempio, negli orologi tradizionali si chiamano "ruote" e non ingranaggi i meccanismi che li fanno funzionare, e "ruotismo" il funzionamento stesso. E poi, il fatto che l'orologio atomico sgarri di un secondo ogni 300 milioni di anni non mi ha meravigliato tanto quanto l'esistenza, da me ignorata, che esistesse un Network Time Protocol (NTP) che invia l'ora atomica alle reti che regolano gli orologi di computer, cellulari, GPS, etc. Per non parlare del complicato meccanismo di funzionamento delle gru e dei segreti che nasconde la crittografia collegata al cosiddetto "hashing" (un esempio già nella prefazione del libro)..
Il romanzo si legge con qualche difficoltà nel collegare momenti e personaggi, insomma proibito perdere il filo del racconto: i lettori capiranno anche se la speranza dell'orologiaio di rivedere la sua amica a Praga o di rifugiarsi in Venezuela potrà tradursi in realtà o sarà solo un sogno irrealizzabile.