La grande truffa
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Gli studenti Mark, Todd e Zola si sono iscritti alla scuola di legge di Washington con le migliori intenzioni e il sogno di cambiare il mondo una volta ottenuta la sospirata laurea. Dopo essersi coperti di debiti per poter pagare le rette salatissime di una mediocre scuola privata, i tre amici si rendono conto di essere oggetto di una grande truffa. Il loro istituto, infatti, insieme a molti altri, è nelle mani di un potente e losco investitore newyorchese, che è anche socio di una banca specializzata nella concessione di prestiti agli studenti. Dopo anni di sacrifici e false promesse di un lavoro sicuro, Mark, Todd e Zola capiscono che con ogni probabilità non riusciranno mai a passare l’esame di avvocato. Ma forse c’è una via d’uscita: l’obiettivo è farla franca con i grossi debiti accumulati e vendicarsi del torto subito. E per fare tutto ciò i tre devono lasciare subito gli studi, fingere di avere i titoli per praticare la professione di avvocato, eleggendo il Rooster Bar, dove si incontrano abitualmente, a loro quartier generale. È un’idea completamente folle, o no? Grisham affronta un argomento di grande attualità non solo in America, mettendo a nudo gli interessi e i profitti che vengono maturati nel business delle scuole private.
Recensione della Redazione QLibri
La truffa nella truffa
Mark, Todd, Gordy e Zola sono quattro studenti della Foggy Bottom, una università di legge di Washington non nota per qualità e merito. Iscrittovisi per realizzare il sogno di crearsi un proprio redditizio futuro, i ragazzi sono ormai prossimi alla laurea e sempre più consapevoli dell’ingente prestito studentesco che dovranno restituire a partire dai sei mesi successivi del conseguimento. Al tutto, si sommano la preoccupazione di dover sostenere il complesso e difficile esame per ottenere l’abilitazione nonché i rispettivi problemi familiari. Ormai sono consci del fatto che il loro istituto, pur di far cassa, raccoglie gli studenti e i professori più mediocri sulla piazza e i risultati degli abilitati stessi, ne sono una prova. Sono giorni stressanti per il gruppo, giorni in cui il pensiero dei debiti e del loro avvenire li schiaccia. Gordy, in particolare, che soffre di un disturbo bipolare, è tormentato dalle bugie che ha raccontato ai suoi genitori (che a loro volta pur di permettergli di studiare si sono indebitati fino al collo) e alla fidanzata storica che a seguito dell’imminente matrimonio in maggio, si aspetta una vita rosea e felice accanto ad un professionista di successo, tanto che decide, dopo aver illustrato agli amici le sue scoperte sui meccanismi di approvvigionamento della rete universitaria e del relativo rettore, il signor Rackley (socio oltretutto di una banca specializzata nella concessione e nel recupero dei prestiti studenteschi), di farla finita.
Sconvolti dalla morte dell’amico e disillusi e arrabbiati per il torto subito, i tre decidono di vendicarsi con un piano tanto folle quanto astuto: cambiando le loro identità fondano lo studio legale “Upshaw, Parker & Lane” con quartier generale al Rooster Bar. I controlli sugli avvocati sono minimi, nessuno chiede mai il tesserino o le generalità, nulla osta, quindi, al potersi spacciare quali legali specializzati nella guida in stato di ebbrezza e in altre piccole cause dal guadagno facile. Ha inizio così, la loro rocambolesca avventura tra legalità e non legalità, un’avventura caratterizzata da una truffa nella truffa che avrà risvolti tutti da scoprire.
Con “La grande truffa” John Grisham fa capolino in libreria con un romanzo che da un lato torna a solcare le aule di tribunale ma che al contempo se ne distanzia mostrando quella che è la realtà dello studente americano. Il meccanismo che viene descritto, mediante l’utilizzo di questo gruppo di ragazzi disperati, è il perno di un testo che altrimenti potrebbe apparire assolutamente folle e irrealizzabile. Chi come me ha studiato legge, sa bene infatti, quanto sia impensabile potersi spacciare per difensore senza titolo nonché quali sono i limiti e i vantaggi della professione e del praticantato. Di fatto, l’opera sa conquistare e avvincere il lettore nonostante questo puntiglio di partenza.
Stilisticamente lo scritto si mantiene sulla linea a cui lo statunitense ci ha abituato, distinguendosi, in particolare, per precisione e fluidità. Come ne “L’informatore” l’ho trovato un poco sottotono, ma credo dipenda dalla tendenza al rimarcare sul confine legalità-illegalità che, se si esclude – in parte – “Il caso Fitzgerald”, è oggetto principale dei suoi ultimi componimenti.
In conclusione, una piacevole lettura seppur non indimenticabile.
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a scuola di truffa
Col suo consueto modo di scrivere: fluido con pochi fronzoli, ma capace di andare diretti al punto Grisham ci porta nella zona di confine tra i tribunali e le scuole di legge che preparano chi ci dovrà lavorare. Anzi il confine lo fa varcare ai suoi tre eroi che decidono di rispondere truffa con truffa a chi li ha raggirati. Tre ragazzi squattrinati si sono iscritti a una scuola di legge di Washington attratti dalle prospettiva di guadagni generosi. Accecati al desiderio di coprire i debiti che hanno contratto con lo stato per arrivare fino a lì, ne hanno contratto degli altri. con un'ingenuità che a fatica si può perdonare anche a ragazzi usciti da poco dall'adolescenza non hanno riflettuto sulla scarsa qualità della scuola a cui si sono iscritti. Non si son preoccupati, se non quando era troppo tardi del fatto che un titolo di studio della scuola che frequentano non li avrebbe aiutati a entrare in un grosso studio legale. Non hanno nemmeno riflettuto sulla scarsità della loro preparazione del tutto inutile al momento di studiare per l'abilitazione di stato. Ci riflettono, però quando un loro compagno si suicida. A quel punto mettono in campo tuta la sfrontatezza e il coraggio di cui solo i ragazzi giovani sono dotati. Solo grazie a faccia tosta e inventiva riescono a aggirare il sistema, a beffarlo, deriderlo. Ancora una volta Grisham, pur come ammette nelle note finali, prendendosi qualche libertà creativa, ci porta nel mondo forense americano. Un mondo fatto da un sacco di ombre e scappatoie. Divertente da leggere,ma forse un po' inquietante se lo si porta nella vita vera.
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Racconto appassionante
Identificarsi e parteggiare con i protagonisti è un processo piuttosto automatico in tutti i racconti di Grisham, anche se - come in questo caso - si tratta di tre giovani scapestrati che, invece di impegnarsi nello studio, ideano una truffa colossale ai danni di una potente lobby. La simpatia verso questi ragazzi è favorita dal fatto che sono prima di tutto loro stessi vittime di un sistema finanziario oppressivo e dalla loro innegabile somiglianza con Robin Hood, che rubava ai ricchi prepotenti per dare ai poveri. In questo libro non ci sono delitti efferati, né sparatorie o inseguimenti alla James Bond, però la tensione narrativa non si allenta quasi mai e il racconto si gode dall’inizio alla fine.
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In America niente diritto allo studio....
Un enorme pregio di Grisham è la nitidezza del narrato e la perfezione nel concludere una trama sempre a cerchio. I personaggi entrano in scena, vivono nel contesto, si trovano in situazioni difficili e indistricabili, trovano soluzione e giungono al finale, lieto o non, ma comunque conclusivo e definitivo. Il prodotto è sempre di altissima qualità stilistica, a prescindere dal contenuto, in questo caso minimalista ad occhio europeo, poiché il tema affrontato è prettamente statunitense. “La grande truffa” narra infatti dei tre studenti di legge Mark, Todd e Zola che sono ormai oberati dai debiti di studio, destinati a una carriera di avvocato mal pagata e usurante, finalizzata a coprire le enormi spese sostenute. Ci viene descritto uno spaccato delle scuole di legge di Washington (e di tutti gli USA) che sono in mano a lobby e pescecani, i quali si arricchiscono sulle spalle dei giovani illusi, ben presto consci di essersi impegnati in una carriera scolastica e successivamente legale priva di prospettive. I tre protagonisti, per ragioni diverse in crisi, subiscono l'evento scatenante nel suicidio di un loro amico/compagno Gordy anch'esso schiacciato dalle circostanze, il quale li lascia con l'eredità di una enorme documentazione comprovante il sistema di sfruttamento degli studenti. Gordy aveva infatti accertato che la Foggy Bottom Law School (da loro frequentata) veniva gestita dal miliardario Rackley, affiliato a banche concessionarie di prestiti universitari. I tre, spinti da un desiderio di vendetta e dalla situazione disperata, hanno l'idea, folle, di abbandonare gli studi per spacciarsi come avvocati esercitando in tribunale. L'idea prende corpo e i primi passi si rivelano incoraggianti, stante la mancanza di verifiche durante le udienze, e la sfrontatezza dei due protagonisti. Ovviamente con il trascorrere del tempo cominciano a emergere le prime criticità, sempre meno gestibili dagli auto nominatisi avvocati. Qui gli eventi precipitano sino al finale (che non svelo) ove come detto l'autore tira le fila dell'intera vicenda collocando i protagonisti nel prevedibile giusto (lieto?) fine. Rimane un po' di amaro in bocca nel constatare la aridità familiare di Tod e Mark che possono cancellare il passato senza rimpianti né affetti.
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Avvocati e ladri.
Gli avvocati difendono i ladri. Sai com'è, tra colleghi (Totò)
Non lo considero un vero e proprio giallo giudiziario. Non ci sono indagini particolari o assassini da smascherare. Sin dal principio il lettore ha tutto alla luce del sole. Tuttavia la storia è molto interessante. Ci si lascia trascinare facilmente dalle vicende di questi tre ragazzi scapestrati che, prossimi alla conclusione del college, si ritrovano incastrati da un sistema che li prospetta solo debiti e disoccupazione.
L'iscrizione al college si è tradotta in circa 200mila dollari di debiti e la prospettiva di lavorare in grosso studio, per risanare il debito, è molto lontana. Troppi ostacoli, prima fra tutti l'esame di avvocatura. La preparazione del college è così scarsa da avere un percentuale bassissima di studenti abili.
Il sistema gli ha ingannati e loro vogliono ingannare il sistema. Senza regola né ordine cominciano a condurre una vita disordinata e sregolata, dimostrando mancanza di senso di responsabilità e del dovere. Si improvvisano avvocati alla ricerca di piccoli reati di cui occuparsi per ottenere denaro contante.
L'importante è non pestare i piedi ad avvocati veri. La tenacia che non li ha accompagnati nello studio, si mette in bella mostra in questa loro avventura. Dimostrando anche molto coraggio si aggregano ad una grossa class action.
L'autore, al termine del romanzo, ci tiene a sottolineare come, per esigenze di trama, ha dovuto modificare il senso di alcune leggi. Allo stesso tempo racconta di essersi ispirato ad uno scandalo, realmente accaduto, sulle scuole di avvocatura.
Leggendo il libro non si può che rimanere scioccati dal sistema universitario statunitense. Per fortuna l'Italia ancora non ha intrapreso questa strada. Le università pubbliche sono ottime. Per esperienza personale, posso affermare che chi è ingamba, fra borse di studio e buoni pasto, riesce tranquillamente al raggiungimento della laurea. Anche il sistema sanitario italiano è migliore di quello americano anche se, ahimè, li stiamo raggiungendo.
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Avventure spericolate di tre simpatici studenti.
Nonostante i frequenti riferimenti a problemi legali, che avrebbero potuto appesantire il testo e renderlo talora ostico per i non addetti ai lavori, John Grisham anche questa volta ha scritto un romanzo piacevole, più “legal” forse che “thriller”, condensando in 44 agili capitoli una storia che ha dell’incredibile, tiene con il fiato sospeso fino alla conclusione ed unisce simbolicamente due luoghi (“The Rooster Bar”, che è poi il titolo originale), lontanissimi tra loro, dove tutto ha inizio e tutto finisce. In sintesi è la storia di tre studenti dell’ultimo anno di una scuola privata di legge, Mark, Todd e Zola, un’avvenente studentessa di colore. Prossimi alla laurea, apprendono da un collega che la loro scuola, la Foggy Bottom(un nome, una garanzia!), come altre analoghe per le quali il dipartimento dell’Istruzione eroga sostanziosi prestiti agli studenti, nasconde manovre occulte di ambigui gruppi finanziari guidati da un miliardario truffatore della finanza, che oltre a gestire le scuole ne intasca gran parte dei proventi. I tre amici decidono di passare all’azione, si rendono conto che la loro scuola è solo un diplomificio che non darà seri sbocchi in campo lavorativo e si mettono in proprio esercitando abusivamente la professione e scegliendo i locali di un bar (il Rooster Bar) come sede operativa. Frequentano aule di tribunali (ovviamente con documenti falsi) e ospedali, in caccia di infortunati bisognosi di tutela, riescono ad attirare qualche sprovveduto, si danno insomma da fare in modo spregiudicato cercando di non farsi scoprire. Sono giovani, spensierati, disinvolti, e riescono ad ingannare ed a passare inosservati, facendola franca con colleghi e pubblici ministeri. Il diavolo però, come è noto, fa solo le pentole: le vere identità vengono a galla, l’abusivismo sta per essere scoperto. In attesa del redde rationem, riescono a smascherare il miliardario truffatore e ad imbastire loro stessi una gigantesca truffa ai danni di una delle sue banche di comodo, iscrivendo ad una class action nominativi fittizi ed intascando milioni di rimborsi. Sfuggono all’FBI che dà loro la caccia e…
Lascio ai lettori la sorpresa di un finale che solo la penna di un Grisham ispirato poteva immaginare.
Un bel romanzo, dicevo, che sottolinea il consueto stile di John Grisham, asciutto, essenziale, privo di fronzoli e divagazioni inutili. Contano solo i personaggi, le loro storie, i loro dialoghi serrati, i loro spostamenti in una Washington grigia, anonima, in cui la fa da padrone il Potomac che scorre indifferente ma che (lo si vedrà nei primi capitoli) impone alla storia un’impronta decisiva. E poi, oltre alla narrazione dei fatti, Grisham mette impietosamente in luce aspetti negativi e contradditori della società americana, a cominciare da trucchi, imbrogli, soperchierie nel mondo della finanza, pieno di personaggi ambigui che galleggiano tra frodi fiscali, falsi in bilancio e corruzione. Anche in campo universitario non è tutto oro quello che riluce, soprattutto nelle piccole università private, con insegnanti demotivati e diplomi elargiti troppo facilmente.
Ma l’autore calca la mano soprattutto nel campo dei diritti civili, quando narra le disavventure della famiglia di Zola, senegalese, costretta a lasciare gli Stati Uniti dopo essere stata rinchiusa in campi di detenzione in condizioni disumane assieme ad altri immigrati non regolari.
Tutto sommato un romanzo che non è un vero giallo, ma si legge come un giallo, senza momenti di stallo e senza sbavature inutili. Alla fine si è quasi costretti a fare il tifo per i tre spericolati e incoscienti falsi avvocati, tanto abili nel farsi beffe della legge quanto simpatici.
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Chi truffa chi?
++++SPOILER++++
Un gruppo di amici che frequenta la stessa scuola di legge, indebitati fino al collo per pagare rette salatissime. Il suicidio di uno darà il via all'azione. Gordy, il suicida, scoprirà un complotto elaborato ai danni di tutti gli studenti delle numerose scuole di legge possedute da Hindley Rackley, che è anche azionista di maggioranza di una delle più importanti banche di America tramite alcuni prestanome. Todd, Mark e Zola subiranno il contraccolpo psicologico del suicidio del loro amico e decideranno di abbandonare la scuola di legge e cominciare a lottare contro questo sistema che fa si che gli studenti si indebitino fino al collo per un diploma che nell'attuale mondo del lavoro non vale nulla.
Avviene dunque qualcosa di inverosimile, i tre fondano uno studio legale e decidono di cominciare ad esercitare senza l'abilitazione. In pratica, cominciano a commettere reati su reati. Nel mondo reale non sarebbe possibile attuare una truffa del genere, qui Grisham va un po' troppo in là con la fantasia. Ad ogni modo, il libro risulta scorrevole e la vicenda è interessante, tutto ciò rende la lettura molto piacevole.
Quando i tre comprendono che stanno per essere scoperti, a causa di una serie di errori commessi, decidono di architettare quella che sarà la loro ultima truffa. Intraprendono una class action contro la banca di Hindley Rackley con finti clienti , al fine di ottenere un risarcimento milionario, e la faranno franca. I magnifici tre riescono a truffare a loro volta Hindley Rackley, colui che ha fatto si che migliaia di studenti si indebitassero fino al collo per studiare nelle sue scuole di legge.
Il libro sembra narrare una vittoria sul sistema. In effetti, i ragazzi la fanno franca, ma a un caro prezzo: non potranno mai più rimettere piede in America poiché ricercati dall'FBI. Ma Hindley Rackley continuerà a truffare migliaia di ragazzi coi suoi diplomifici... il sistema non cambia mai!