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Il commissario Proteo Laurenti a caccia di un presunto suicida nei meandri di una Trieste mitteleuropea quel tanto che basta e mediterranea quel tanto che serve, aristocratica, asburgica, italiana, di confine, decaduta, riqualificata, sempre piena di atmosfera. L'incredibile scorreria a Porto Vecchio, il porto franco di Trieste, porta la firma di Diego Colombo, l'antico nemico di Laurenti. L'istinto di caccia del commissario si è risvegliato. Nel profondo di se stesso deve ammettere che la precisione con cui è stato commesso il crimine gli suscita un certo rispetto, tuttavia un innocente è morto, e Proteo Laurenti è più che deciso a mettere finalmente in manette Diego. Il commissario Laurenti, infatti, non ha mai creduto alla presunta morte di quest'ultimo. Ma cosa può spingere Diego a mettere a repentaglio, dopo così tanti anni, la sua latitanza? Avidità, avventatezza? O forse voglia di vendetta? Laurenti realizza che troverà risposta a questa domanda nei circoli più esclusivi della Trieste bene, a cui appartengono da molto, moltissimo tempo i complici di Diego...



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La giornalaia 2017-07-30 07:02:39 ornella donna
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ornella donna Opinione inserita da ornella donna    30 Luglio, 2017
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Trieste e i fantasmi del passato

Veit Heinichen, scrittore tedesco laureato in Economia, che ha preferito lavorare nel mondo dei libri, prima come libraio, poi presso alcuni editori, in giro per l’Europa. Ha scritto la serie che vede come protagonista il commissario Proteo Laurenti, oltre che: Trieste. La città dei venti. Ora torna con un nuovo episodio della serie dell’investigatore triestino: La giornalaia.
Per l’autore Trieste è, sempre, immancabilmente, Trieste. E quello che accade tra le sue strade, le sue piazze, ha un suo fascino indiscutibile. E, in questo caso, la vicenda che si dipana tra quelle strade è così complessa, misteriosa e ricca di personaggi interessanti. Proteo Laurenti ricorre un fantasma, oppure no. Certamente rincorre i ricordi: i suoi, quelli di Tessie, la giornalaia, quelli di Lino La Rosa… in un percorso che lo conduce nella Trieste “bene”, quella dei circoli esclusivi, in cui non si sente del tutto a proprio agio. Infatti Proteo è sì un triestino, ma adottivo, proprio come l’autore, e quindi si pone nei confronti della città e dei suoi abitanti con l’occhio dell’estraneo, percependo molto di più di ciò che appare dietro la bora, e le facciate neoclassiche. Perché lui:
“Non si arrende mai. Trovati un demone in carne ed ossa, commissario.”.
Diego Colombo, il gangster gentiluomo, che da anni è il fantasma e la persecuzione di Proteo, forse è tornato. Troppe sono le similitudini tra il furto al Porto Vecchio e il modo di agire di Colombo. Così l’istinto del Commissario lo spinge ad indagare in profondità, ad inseguire il suo fantasma, che forse non è tale, in una caccia all’ultimo respiro, ricca di avvincenti colpi di scena e assai divertente perché Proteo sa anche far sorridere.
La giornalaia racconta come le persone, anche le più insospettabili, riescono a nascondere se stesse e il loro vero modo di essere agli occhi degli altri. Una storia di fascino per i suoi interessi e per le tematiche che mostrano come sia una realtà vera e sconvolgente. Un noir davvero sapiente. Di grande e stringente attualità.

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