La furia del samurai
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Sonnellino pomeridiano
Brevemente, poichè il libro davvero non merita di specarci su molte parole:
Se il titolo rimanda il lettore a scenari esotici ed orientaleggianti il contenuto del romanzo è ciò che di più lontano ci possa essere da quel mondo. Il protagonista non ha nulla a che vedere con un samurai, se non per qualche mal spiegata mossa di judo e l'ambientazione non ha nulla a che fare con antichi campi di battaglia, se non per la collocazione geografica della vicenda: il Giappone.
Posto dunque che il fuorviante e allusivo titolo italiano è furbescamente poco azzeccato, il resto del romanzo purtroppo non è da meno: piatto, banale, furbetto (appunto) e, ancora come il titolo, davvero poco azzeccato. Piatto perché manca di mordente e la sorte del protagonista ti lascia piuttosto indifferente. Banale perché ormai si sono letti troppi romanzi la cui trama è incentrata su un uomo che vorrebbe smettere di fare il suo infamante lavoro ma per amore è richiamato all'azione ancora un' ultima volta (sembra la trama di un film di Steven Seagal). Furbetto perché sembra appunto la trama di un film di Seagal e tutti gli appassionati del genere arti marziali persevereranno nella lettura sperando invano di identificarsi nel protagonista in modo da emularne le gesta nelle loro camerette (è un libro massimo per quindicenni). Poco azzeccato infine perché anche l'ultimo stratagemma dello scrittore, l'immedesimazione, sfuma quando il lettore si rende conto che pur con tutti i suoi adolescenziali sforzi non può immedesimarsi in un simpatico killer internazionale dai tratti somatici asiatici, e dal background culturale multietnico, che è in grado di spezzare colonne vertebrali IN un battito di ciglia e anche CON un battito di ciglia. Ridicolo! Ah, ho menzionato che la sua fidanzata è un killer anche lei? Come si saranno incontrati, sarà stato un colpo di fulmine... o un colpo di pistola?!
- Tesoro, prima di tornare a casa, dopo che hai massacrato quei tre delinquenti internazionali, ricorda di prendere il latte.
- Certo, amore, spero di non fare tardi.
- Guarda, basta che non ti porti il lavoro a casa...
Gesù!
In ultimo, una dovuta (ma non necessariamente voluta) parentesi sullo stile di Barry Eisler: la sua tecnica narrativa di alternare la 1a persona con la 3a da un capitolo all'altro non è una straniante e fresca innovazione propedeuitca allo svolgimento del racconto, o all'introspezione nella psiche del nostro "caro killer", ma un puerile tentativo di sorprendere il lettore, un tentativo che, più di una sprecata abilità narrativa, qui, ha il rancido sentore della confessione di un' incapacità descrittiva, il rancido sentore dell' ammissione di una delle tante lacune di uno scrittore che dovendosi confrontare con un periodare eccessivamente complesso è costretto a cambiare la prospettiva del lettore come meglio riesce, anzi come meglio può....
L'unico aspetto positivo del romanzo è la lineare semplicità di una trama che non fa pensare troppo e a tratti rilassa proprio come un sonnellino pomeridiano. Occhio però che se il sonnellino è troppo lungo ci si risveglia intontiti.
- Ma sì, cosa ti aspettavi? - Si potrebbe in fine obiettare. - Lo sapevi ancora prima di comprarlo: La Furia del Samurai non è ne più ne meno che un libro da ombrellone.
Vero, è "da ombrellone" ... da ombrellone in testa a chi butta via 17.60 € per acquistarlo, come appunto il sottoscritto!