La finestra sul parco
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Un thriller senza brividi
AJ e Shea debbono sposarsi entro qualche settimana. I due giovani sono al settimo cielo dalla gioia. Le famiglie sono tutte prese dai frenetici preparativi. Nel paesino texano di Wyatt ci sarà una festa grandiosa con tanti invitati e un luau in stile hawaiano in giardino. Poi l’amico fraterno di AJ, Erik, s’è appena fidanzato con Kate, amica e testimone di Shea: due amici che sposano due amiche e andranno a vivere felici uno accanto all'altro. Cosa ci può essere di più bello?
Come un fulmine a ciel sereno, in questo momento di gioiosa attesa, giunge una notizia sconvolgente: Becca, una delle testimoni di nozze di Shea è stata trovata morta. Uccisa in modo brutale. Forse violentata. Il cadavere era nell'appartamento di AJ a Dallas e lui è introvabile! Né Shea, né Erik né i suoi genitori sanno dove sia finito. Peggio: tutte le prove sembrano corroborare l’ipotesi che l’autore dell’omicidio sia proprio lui, il quale, in preda ad un raptus, avrebbe ucciso la ragazza e adesso sarebbe in fuga. Solo Lily, la madre e, soprattutto, Shea credono nella sua innocenza. Il resto del paese è contro di lui, compresa Dru, la futura suocera. Del resto non è forse vero che gli è stata diagnosticata una sindrome da stress post traumatico a seguito delle missioni in Afghanistan? Anche Paul, l’ex marito di Dru, soffre della medesima sindrome: dopo una rapina che lo ha lasciato mezzo morto, ha perso la testa e una volta l’ha minacciata con il fucile quando teneva in braccio la piccola Shea. Quindi…
Sulla base di queste premesse si sviluppa una ansiosa ricerca per trovare il ragazzo prima della polizia e, soprattutto, per scoprire come si siano svolti effettivamente i fatti.
In questa lotta contro il tempo si fronteggeranno le due madri, il cui unico obiettivo è difendere i rispettivi figli contro ogni accusa e contro ogni minaccia, in un primordiale, animalesco istinto protettivo. E, in queste frenetiche giornate, molti segreti, spesso scomodi, talvolta dolorosi, verranno alla luce sconvolgendo tante vite.
“La finestra sul parco” viene proposto come un thriller ad alta tensione, ma è un lungo, spesso tedioso, susseguirsi di dialoghi e battibecchi quasi tutti al femminile senza che il minimo coinvolgimento emotivo catturi la partecipazione del lettore. La vicenda gialla appare piuttosto banale, priva di soverchia inventiva. Da un lato ciò la rende più concreta e simile ad una reale indagine di polizia dove sono rari i colpi di scena e tutto ha uno sviluppo piuttosto lineare. Dall'altro, tuttavia, questa linearità toglie al lettore ogni motivo per appassionarsi. Per di più il caso si risolve parecchi capitoli prima della fine sgonfiandosi come un palloncino ormai privato dell’elio.
Sotto certi aspetti sarebbe interessante la prospettiva con la quale si procede alla narrazione dei fatti: il raffronto dello stato d’animo, anzi del susseguirsi degli stati d’animo, delle madri dei protagonisti (e delle vittime) in continuo conflitto tra loro e con sé stesse. Questo punto di osservazione sarebbe potuto essere la carta vincente del libro, facendone più una indagine psicologica che un romanzo poliziesco. Peccato che tutto sia stato trattato in modo eccessivamente freddo ed impersonale; quasi un rapporto da analista che esamini un reperto più che la concreta partecipazione dell’A. ai sentimenti confliggenti dei personaggi.
Ne risulta alla fine un lavoro di scarsa godibilità ove, troppo spesso, ci si domanda con impazienza quanto manchi prima di giungere alla fine.
Indicazioni utili
- sì
- no
Troppi dialoghi
Mi aspettavo un thriller di quelli speciali, invece mi sono ritrovata di fronte una specie di chat. Catapultata in una sequenza infinita di dialoghi, senza quasi capire chi sono i personaggi, senza poterli conoscere come occorre fare quando si legge un libro, presi per mano dall’autore. Li ho solo sentiti parlare, interagire, senza tutto l’indispensabile che ci deve essere quando si disegna un personaggio. Il libro mi ha dato la sensazione di una grande fretta di farti entrare in una storia, senza però permetterti di capirla davvero. L’intento sarebbe forse quello di fornire il ritratto di due mamme molto diverse, ma nessuna delle due mi è piaciuta. Ho trovato tutto molto freddo e con pochi sentimenti, o comunque fasulli, non veri.