La figlia della neve La figlia della neve

La figlia della neve

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La trama e le recensioni di La figlia della neve, romanzo di M. J. McGrath edito da Rizzoli. Tra i ghiacci dell’Artico nulla marcisce, niente si può nascondere. Non esiste al mondo luogo più affascinante dell’Artico: ultima frontiera selvaggia e regno estremo della natura e della bellezza. Né esiste al mondo luogo più duro: qui la luce ferisce gli occhi, il gelo spacca la pelle, l’isolamento e la solitudine svuotano l’anima e possono condurre alla pazzia. Gli inuit lo sanno da sempre, e da sempre si conquistano ogni giorno, con caparbietà e con fatica, il diritto a godere del loro impossibile paradiso tra i ghiacci. Ai bianchi che vengono da sud – i qalunaat – guardano con diffidenza, anche se spesso sono le uniche fonti di guadagno. Edie Kiglatuk, cacciatrice e maestra nell’unica scuola elementare, arrotonda il misero stipendio accompagnando i ricchi turisti che vogliono provare il brivido dell’avventura estrema, e con lei c’è Joe, il figliastro. E sono proprio i due a fare da guida a un gruppo di americani che vogliono ritrovare i resti di Sir James Fairfax. Ma dalla spedizione il giovane Joe torna sconvolto, e poco dopo si toglie la vita. A questo gesto disperato e inspiegabile va ad aggiungersi un’altra morte, forse troppo frettolosamente archiviata come incidente: quella di un turista giunto nella zona per una battuta di caccia e ucciso, così sostiene la polizia, da un colpo partito per sbaglio dalla sua stessa arma. In entrambi i casi Edie non crede alla versione ufficiale e comincia a indagare, fra i nativi e fra i qalunaat che orbitano attorno al villaggio e alla stazione scientifica dell’isola di Devon, dove sono in corso ricerche aerospaziali top secret. E se gli stranieri sembrano disposti a tutto pur di mettere le mani su un prezioso meteorite menzionato nel diario di Fairfax, nemmeno gli inuit sono immuni dall’avidità, né dai traffici illeciti di cui Edie, con il fiuto e la pazienza silenziosa della cacciatrice, lentamente scopre le tracce... Finalista del prestigioso premio Golden Dagger, in corso di pubblicazione in 12 Paesi, La figlia della neve è un thriller dalla forza e dalle atmosfere straordinarie, in cui al bianco abbacinante e al turchese irreale dei ghiacci artici si mescola il rosso brillante del sangue.

M. J. McGrath, autrice inglese, ha scritto saggi acclamati dalla critica e premiati dal pubblico. Vincitrice del John Llewellyn Rhys Prize come miglior scrittrice britannica sotto i trentacinque anni, scrive per alcune importanti testate, fra cui «The Guardian», «The Independent», «The Times». Annunciatrice radiofonica, è stata produttrice e presentatrice televisiva. La figlia della neve è il suo primo romanzo.



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La figlia della neve 2014-03-13 13:32:10 Pelizzari
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Pelizzari Opinione inserita da Pelizzari    13 Marzo, 2014
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Acqua e ghiaccio

Thriller ambientato nell’estremo Artico. Buon mix tra una buona storia ed un’ambientazione che è descritta in modo straordinario. Dopo la lettura ti rimangono infatti dentro i cristalli di ghiaccio, la tundra, il mare di ghiaccio, perché nell’Artide la violenza è ovunque, nella cieca ferocia del sole, nella furia dei venti, negli inesorabili spostamenti dei ghiacci. E questo è l’ambiente. Dopo la lettura ti rimane dentro un senso di malessere, scaturito dai pensieri legati al suicidio di un giovane uomo, perché il suicidio di una persona che ami si porta dietro un uragano di energia distruttiva. E questa è la storia. Splendidamente descritto il rapporto tra gli uomini e la propria terra. Perché, a seconda che tu sia o no un abitante del grande Nord, l’acqua può essere ghiaccio sciolto, oppure il ghiaccio può essere acqua congelata.

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