La figlia del tempo
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Josephine Tey, pseudonimo di Elizabeth MacKintosh (1896-1956), scozzese, ha scritto numerosi polizieschi con l’ispettore capo Grant, tra cui L’uomo nella fila, il primo della serie, nel 1931.
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La figlia del tempo
Josephine Tey farebbe storcere un po' il naso ai puristi del giallo ma la rende comunque un'autrice di genere molto interessante.
In quest'opera narra di un'indagine accademica seguita a quattro mani da un funzionario di Scotland Yard, di nome Grant, costretto a letto per una semi-paralisi ed uno studioso di storia presso il British Museum di Londra, tale Carradine di origine statunitense.
L'argomento nasce come per una scommessa tra Grant ed una sua amica che passa in ospedale a trovarlo durante il suo ricovero.
L'arghomento? La vera personalità di Riccardo III, re d'Inghilterra, si lo stesso "orco" raccontato e descritto anche dal celebre William Shakespeare.
Attraverso tale indagine i due protagonisti ripercorrono, tramite lo studio di vari libri e documenti, la vita del pluridannato re anglosassone, scoprendo che a volte la storia è tutta una frottola ma che è altrettanto difficoltoso far emergere la verità, anche perchè la gente difficilmente accetta quello che ha appreso dandolo per scontato nonostante le strane evidenze. Riccardo III sarà stato davvero così perfido? Si sarà realmente macchiato di indicibili delitti come l'infanticidio?
La Tey ripercorre attraverso tale romanzo l'intera storia Inglese, fatta di sotterfugi, misteri e tradimenti, la storia inglese della caduta della famiglia dei Plantageneti a favore della famiglia dei Tudor.
Uno stile molto asciutto, pratico e diretto, con capitoli brevi rendono l'opera appassionante senza grandi clamori a cui il classico giallo può averci abituato.
La lettura risulta piacevole ma non entusiasmante.
Buona lettura a tutti.
Syd