La figlia del tempo La figlia del tempo

La figlia del tempo

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La trama e le recensioni di La figlia del tempo, romanzo di Josephine Tey edito da Sellerio. Forse perché in Italia solo da poco tempo il racconto «giallo» ha vinto ogni discriminazione che lo esiliava dalla parte nobile della repubblica delle lettere, il nome di Josephine Tey da noi non ha una notorietà all'altezza della sua importanza. Si pensi che, in un catalogo critico di una decina di anni fa, introdotto da Patricia Highsmith - Crime & Mistery -, questo La figlia del tempo è citato fra i cento migliori polizieschi di tutti i tempi. Dagli anni Trenta ai Cinquanta, infatti, la Tey è stata una creatrice di grande forza innovativa, con l'invenzione del suo personaggio, l'ispettore capo Grant, che unisce l'aristocratico talento del venerando detective dilettante alla tenacia da segugio del poliziotto londinese che ama perdersi nella nebbia. Non c'è nebbia però in questo racconto, diventato una sorta di esemplare irripetibile nella storia del poliziesco. L'ispettore capo Grant è costretto in ospedale per un banale incidente e si annoia a morte. Un'elegante amica gli porta delle stampe che lo distraggano. Tra queste il ritratto di Riccardo III, famigerato sovrano inglese del xv secolo di cui la storia narra che fece uccidere i nipotini per impadronirsi del trono. Ma c'è qualcosa in quel viso, in quella postura, che accende l'intelligenza del raffinato detective e la pietà del poliziotto. E studiando carte, test e documenti, Grant scopre quanto la verità sia figlia del tempo: il tempo, che distorce e che riabilita.

Josephine Tey, pseudonimo di Elizabeth MacKintosh (1896-1956), scozzese, ha scritto numerosi polizieschi con l’ispettore capo Grant, tra cui L’uomo nella fila, il primo della serie, nel 1931.



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La figlia del tempo 2012-11-22 22:30:55 Sydbar
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Sydbar Opinione inserita da Sydbar    23 Novembre, 2012
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La figlia del tempo

Josephine Tey farebbe storcere un po' il naso ai puristi del giallo ma la rende comunque un'autrice di genere molto interessante.
In quest'opera narra di un'indagine accademica seguita a quattro mani da un funzionario di Scotland Yard, di nome Grant, costretto a letto per una semi-paralisi ed uno studioso di storia presso il British Museum di Londra, tale Carradine di origine statunitense.
L'argomento nasce come per una scommessa tra Grant ed una sua amica che passa in ospedale a trovarlo durante il suo ricovero.
L'arghomento? La vera personalità di Riccardo III, re d'Inghilterra, si lo stesso "orco" raccontato e descritto anche dal celebre William Shakespeare.
Attraverso tale indagine i due protagonisti ripercorrono, tramite lo studio di vari libri e documenti, la vita del pluridannato re anglosassone, scoprendo che a volte la storia è tutta una frottola ma che è altrettanto difficoltoso far emergere la verità, anche perchè la gente difficilmente accetta quello che ha appreso dandolo per scontato nonostante le strane evidenze. Riccardo III sarà stato davvero così perfido? Si sarà realmente macchiato di indicibili delitti come l'infanticidio?
La Tey ripercorre attraverso tale romanzo l'intera storia Inglese, fatta di sotterfugi, misteri e tradimenti, la storia inglese della caduta della famiglia dei Plantageneti a favore della famiglia dei Tudor.
Uno stile molto asciutto, pratico e diretto, con capitoli brevi rendono l'opera appassionante senza grandi clamori a cui il classico giallo può averci abituato.
La lettura risulta piacevole ma non entusiasmante.
Buona lettura a tutti.
Syd

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Gialli, ma non per i puristi del genere.
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