La festa del raccolto La festa del raccolto

La festa del raccolto

Letteratura straniera


Una giovane coppia con figlia adolescente, stanca della vita caotica di New York, decide di trasferirsi in una piccola comunità agricola del New England, all’apparenza idilliaca ma che in seguito – ovviamente – mostrerà il suo lato oscuro.



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La festa del raccolto 2015-08-27 10:56:23 SARY
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SARY Opinione inserita da SARY    27 Agosto, 2015
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Culti e misteri

Un semplice ed antiquato villaggio cattura, in ogni senso, i protagonisti di questo libro.
Costumanze e credenze legano fortemente tra di loro gli abitanti. Non ci sono possibilità di scelta, rassegnazione e impotenza abitano nelle deliziose fattorie.
Un culto antico come il mondo, la venerazione della Madre Terra, il sacrificio umano non è disdegnato. L’esistenza è segnata dai ritmi della natura, sottostare alle sue leggi è d’obbligo. Stanare il male ed individuarlo nelle pieghe della quotidianità è difficile.
Chi sfortunatamente si lascia sedurre dall’apparente ridente cittadina, non può provare a ribellarsi, non osa pensare ad una via di fuga, perché i seguaci li troveranno.
Romanzo degli anni settanta, trama relativamente originale. Sulla scia di Edgar Allan Poe e, soprattutto, di Lovecraft, l’autore, che era anche attore, si cimenta in un’impresa ardua nel tentativo di aumentare la suspense rimandando continuamente la rivelazione fino al limite del sopportabile, l’epilogo è la parte migliore, sconcertante al punto giusto. Da un lato si può lodare l’impegno speso nella stesura, uno stile accurato, formale ed elegante, forse in certi momenti esageratamente ricercato, dall’altro è doveroso criticare la quantità esorbitante di dettagli inutili e la lentezza nella narrazione.
Concludendo, curiosità e inquietudine fanno capolino nelle ultime pagine, un horror da piccoli brividi.

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