La fabbrica delle vespe
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UN LIBRO CHE SI DEVE "SEDIMENTARE".
Per la verità l'ho finito di leggere una settimana fa. Ma mi sono detto di aspettare un attimo. Sì perché è uno di quei libri (pochi secondo me) che devono "sedimentare". Cioè la loro capacità di trasmissione non si esaurisce con l'ultima pagina, un sorriso e magari la frase: "oh che bel libro". E dopo un'ora è già dimenticato. No. In questo caso no. Questo è un libro corposo (non nel numero delle pagine), nella tematica. Vuole scioccare, ma non è mai banale. Nel fondo c'è una filosofia, una idea precisa dell'autore. Tra l'altro Banks è un autore di tutto rispetto e ha al suo attivo molti libri di successo. La storia è ruvida, cattiva. Un adolescente solo, con una (non) famiglia hippy alle spalle. La madre che partorisce figli e scappa, il padre anarchico e scienziato pazzo, il fratello pazzo (senza essere scienziato). E Frank. Adolescente al quale tutto gira attorno. Con solo un amico nano con cui si sbronza. Frank passa le giornate torturando gli animali in uno sperduto isolotto della Scozia. Ma non è solo carnefice, è anche vittima. E porta con sé un terribile segreto senza saperlo.
Il ritmo del libro è altalenante. Io a volte l'ho trovato anche un po' lento. Anche perché l'autore cerca di trasportare il lettore nel mondo di Frank. E quindi è costretto a minuziose descrizione che possono stancare.
Indicazioni utili
La fabbrica delle vespe
Quest'opera viene ripubblicata dopo 27 anni con questo titolo in quanto il precedente era "La fabbrica degli orrori", presentandosi come un thriller vero cult di genere.
Così l'ho acquistato e l'ho letto immergendomi come direbbero i Pink Floyd nel lato oscuro della luna che in questo caso è rappresentata dall'amino umano.
E' una vera e propria discesa agli inferi ed il protagonista attraverso il racconto della sua vita ci condurrà nei meandri oscuri del Male, si quello con la M maiuscola senza lasciarci persuadere da effetti soprannaturali ma raccontandoci un male che più terreno non possa essere.
L'opera secondo la postfazione potrebbe rientrare nella categoria di "scrittura maladolescenziale" che in anni passati ha riscosso enorme successo come genere, rappresentandone il più fulgido esempio.
Lo stile è molto particolare, Frank il protagonista racconta la sua vita, purtroppo anche con alcuni capitoli un po' lunghi, ma il cui contenuto è davvero da iniezzioni di caffeina per il lettore.
I ritmi sono in alcuni momenti estremamente alti ed in altri molto lenti risultandone efficaci in un equilibrio instabile per il lettore che non sa mai cosa aspettarsi, da una riga all'altra è come passare con un'autovettura da 0 a 100km/h e poi ancora a 0 per poi riprendere a tutta velocità.
La descrizione delle azioni devianti del protagonista è eccezionale così come la descrizione dettagliata del funzionamento della Fabbrica delle Vespe.
Nel leggerlo mi è sembrato di percepirne le stesse vibrazioni di quando ho letto "Per esclusione" di Novelli e Zarini.
Aaah dimenticavo, credetemi potrete dire di aver concluso il romanzo solo dopo aver letto l'ultima parola di pagina 224.
Finalmente una lettura che mi ha tenuto sveglio davvero e con interesse.
Buona lettura, non a tutti ma a chi ne avrà il fegato.
Syd