La doppia madre
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Recensione della Redazione QLibri
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"Sono io la tua mamma."
Malone ha poco più di 3 anni ed una fantasia molto fervida: racconta storie di pirati e navi fantasma, castelli e cavalieri e razzi che volano verso pianeti lontani. Il suo migliore amico è un peluche con le sembianze di un aguti, uno strano roditore che vive nelle regioni tropicali dell'America, Guyana in particolare: sono inseparabili Malone ed il suo peluche 'Guti', giorno e notte sempre insieme, la notte soprattutto, quando sotto le coperte, al riparo da tutto e tutti, Guti racconta quelle favole che a Malone piacciono tanto, sempre le stesse favole, una per ogni giorno della settimana, racconti che Malone ha imparato a memoria parola per parola perchè lo aiutano ad essere più forte, più coraggioso, dimenticando - anche se solo per un momento - ciò che più lo terrorizza: la pioggia, con quelle gocce di vetro che lo colpiscono dappertutto lacerandogli la pelle, ed il buio quando chiude gli occhi e si colora progressivamente di rosso, rosso sangue.
Ma tutto ciò non avrebbe insospettito lo psicologo infantile Vasil Dragonman se Malone non avesse detto alla sua maestra che la madre, Amanda Moulin, non è sua madre.
E i ricordi che il bambino ancora conserva di colei che ritiene essere la sua vera mamma e dei momenti della sua vita trascorsi insieme e schematizzati nei suoi disegni, per quanto confusi, per quanto alterati dalla sua immaginazione, incuriosiscono lo psicologo a tal punto da non arrendersi di fronte l'evidenza delle foto di famiglia che ritraggono il piccolo Malone appena nato con Amanda e suo marito Dimitri o dinanzi alle testimonianze del medico pediatra e dei vicini di casa; anzi Vasil, solo contro tutti, riesce a coinvolgere la comandante della polizia locale Marianne Augresse affinché possa aiutarlo a scoprire la verità su Malone prima che la sua memoria, sin troppo volatile come accade in tutti i bambini di quella età, rimuova completamente quelle immagini e con esse il ricordo dell'altra mamma.
Michel Bussi, autore francese dell'alta Normandia, dove è ambientato questo romanzo come diversi altri della sua bibliografia, si conferma ancora una volta uno dei migliori scrittori di thriller contemporanei, come testimoniano anche i vari riconoscimenti da lui ricevuti a livello internazionale.
"La doppia madre" è un romanzo che non lascia scampo al lettore, avviluppandolo nelle sue trame e tra le sue pagine che scorrono rapidissime come un fiume in piena e altro non si può fare se non lasciarsi trascinare dalla sua corrente: il mistero di Malone ed il tentativo di scavare nella sua mente per riportare alla luce quel mondo a cui il bambino resta ancorato da un appiglio molto labile si intreccia in modo inaspettato e mirabilmente architettato con l'indagine guidata dalla stessa comandante Augresse per la cattura di un gruppo di banditi e del loro presunto capo Alexis Zerda a seguito di una rapina a mano armata. Due storie apparentemente disgiunte che progressivamente si riveleranno invece accomunate da uno stesso denominatore: l'amore di una madre, sia esso reale verso un proprio figlio o immaginario, verso un figlio desiderato e mai ricevuto, o perso per sempre.
Un sentimento così intenso che non teme ostacoli se messo alla prova: e se, da una parte, esso rende una donna coraggiosa e temeraria pur di proteggere un bambino come se fosse quel figlio che non potrà più avere, dall'altra può anche portare una donna alla follia, trasformandosi da madre in doppia madre.
"Quando si vuole bene a qualcuno, ma bene sul serio, certe volte bisogna avere il coraggio di lasciarlo andare lontano o di saperlo attendere a lungo. E' una vera prova d'amore, forse l'unica."
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Confusione romanzata
Una doppia madre, forse una terza, nella mente apparentemente confusa di un bambino di tre anni, semplice illusione, dimensione onirica, ossessione protratta, inganno subito da parte di un mondo adulto invischiato nei propri affari loschi?
Una rapina con morti ammazzati ed un malloppo da recuperare, una banda da sgominare all’ interno di un thriller elaborato e corroborato da molteplici piste e piani di lettura, tutti divergenti.
Guti e’ un topo di peluche che racconta favole per bambini, Vasil Dragomnman uno psicologo dell’ infanzia che si dibatte tra il vero e il presunto, Marianne Augresse un commissario quarantenne all’ interno di un mondo maschile, Amanda e Dimitri Moulin una strana coppia di genitori, Angelique una giovane donna alla ricerca della felicità.
Tanti indizi tra il vero e il presunto, una vicenda ambientata a Le Havre, importante porto commerciale nel nord della Francia, tra gru, ciminiere, moli e container, nel soffio di veloci relazioni individuali, vissute intensamente, solo ipotizzate o bruscamente interrotte, che spesso nascondono altro, forse niente, se non solitudine e semplici giochi legittimanti una strategia pregressa.
Una prima parte lunga ed allungata che accoglie un universo infantile fragile e bisognoso d’ amore, che vive di sogni infranti, assorbe il contorno e lo ricorda perfettamente, riproducendo la realtà ed incanalandola in un personale e indecifrabile codice comunicativo, tra silenzi, visioni fantasiose e distorte, oscuri disegni, in un rapporto vicendevole con il proprio migliore amico, un topo di peluche al corrente dell’ unico modo per sbarazzarsi degli orchi.
Vasil Dragonman getterà l’esca, starà a Marianne Augresse raccoglierla e svilupparla, dibattendosi tra il vero e il presunto, in un mondo di adulti desolatamente crudo, con sogni di gloria e riscatto che nascondono un’ infanzia di niente, violenta, abusata, interrotta, precocemente ed inevitabilmente indirizzata a delinquere.
La seconda parte, con una velocità tardiva, si addentra nel cuore del thriller e nel tragico mondo dei “ grandi “, lasciando un’ impronta di bugie ricorrenti, intrise di romanticismo e sogni rubati, tra violenza, odio, crudeltà, intrecciando confusamente scampoli di vicende connesse.
L’ impressione generale, oltre una scrittura di genere prolissamente romanzata, tendente allo stereotipo ripetuto ed inconcludente ( il poliziotto bello e impossibile, il commissario duro dal cuore tenero, il riscatto sociale, una certa confusione sessuale e relazionale ), è di un thriller psicologico intriso di altro, parzialmente edulcorato, che cerca di fissare contorni eterogenei all’ interno di una trama poco consistente, con scarsa azione, pochi e tardivi colpi di scena, sommersi da un gravoso preambolo ( di centinaia di pagine ) divenuto il cuore del racconto, e questi, per un autore così acclamato, mi paiono difetti non da poco.
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Il cuore del peluche
Thriller anomalo, con protagonisti tanti personaggi, tanti scambi di persona, tante vite parallele, tanti piani temporali, che, se da una parte contribuiscono a rendere l’intreccio complicato e quindi intrigante, dall’altra parte sono però un po’ eccessivi, al punto da confondere il lettore, facendogli perdere il filo. Bellissimi gli spunti grazie ai quali viene spiegato il funzionamento della memoria di un bambino, confrontandolo con il funzionamento di quella di un adulto. E’ strano anche il meccanismo con cui questo libro ti spinge a ricordare qual è il tuo primo ricordo effettivo. Le parti che ho preferito in assoluto sono quelle in cui Malone dialoga con il suo psicologo, che riesce a creare con lui un legame sottile come un filo di nylon ma resistente al punto da conquistare la sua fiducia. Molto bella la trovata del peluche Guti, così come l’importanza che i disegni hanno nel mondo dei bambini. Peccato che sia stato davvero così faticoso annodare tutti i fili della trama.