La donna di ghiaccio
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UN CRIME APPASSIONANTE
"La donna di ghiaccio" è il primo caso della detective Erika Foster, che ha lasciato il suo lavoro nella squadra di Manchester per trasferirsi a Londra.
Erika viene assegnata subito a un caso molto delicato, è stato ritrovato a South London il cadavere di una giovane ragazza, Andrea Douglas Brown, che è la figlia di uno dei più importanti esponenti del partito laburista.
Il corpo viene ritrovato congelato, intrappolato nel ghiaccio, con gli occhi spalancati e le labbra socchiuse, Andrea era scomparsa da alcuni giorni. Quando è finita nell'acqua era già priva di vita, aveva dei segni sul collo e la clavicola fratturata.
Erika inizia a indagare con i colleghi Moss e Peterson sulla vita della ragazza, sulla famiglia, va contro i suoi capi e le regole pur di scoprire la verità. La Foster ha già seguito dei casi importanti che riguardavano famiglie ricche e potenti e quindi ha già esperienza su come gestire l'indagine, anche le sue emozioni un po' prendono il sopravvento.
La detective protagonista è molto determinata, coraggiosa, intelligente e non molla mai, mette a rischio perfino se stessa e il suo lavoro per arrivare in fondo a questa storia e risolvere il caso.
Erika è un personaggio che conosciamo con l'andare avanti della storia, iniziamo a capire perché preferisce rimanere da sola, perché si trascura, perché non ha proprio una vita regolare, perché non riesce a fidarsi e a collaborare con i suoi colleghi. Ha sicuramente un passato difficile e ha vissuto un grosso dolore che torna sempre a galla. Siamo abituati ai detective un po' strani, sopra le righe e con un passato complicato alle spalle e questa cosa, seppur non sia nuova, non mi è dispiaciuta.
Ho trovato l'intreccio narrativo e la trama crime semplice ma interessante, quello che fa la differenza è sicuramente il modo in cui l'autore scrive, diretto, appassionante e coinvolgente.
Il libro si legga molto volentieri e in poco tempo anche grazie ai capitoli brevi che rendono la narrazione molto scorrevole.
E' molto interessante capire e indagare assieme a Erika, leggere le varie teorie del caso e provare anche a dare una soluzione, devo dire che qualcosa avevo intuito del finale anche se non completamente.
La Foster è un personaggio complesso che ancora non abbiamo conosciuto del tutto, che piace ed è credibile proprio perché è imperfetta, fragile nella vita e determinata e appassionata nel suo lavoro.
E' stata una lettura che non mi aspettavo, che mi ha lasciato la voglia di continuare la serie, spero di non rimanere delusa dagli altri libri.
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Buona la prima
Robert Brinzda col suo romanzo d'esordio ci fa conoscere una nuova detective. Pensavo che il titolo si riferisse al cadavere oggetto delle indagini: una ragazza trovata congelata in un lago. In realtà credo che la definizione si adatti bene anche a Erika Foster. Vedova, trasferita in una nuova squadra e con una macchia di dimensioni immense nel suo curriculum. Per quello che probabilmente è stato un suo errore di valutazione infatti cinque uomini della sua squadra compreso il marito sono morti in servizio. Quindi triste, diffidente, guardata con sospetto dai superiori che temono per la sua tenuta psicologica. Tanto per peggiorare le cose la donna si trova a che fare con uno di quei casi da trattare coi guanti bianchi. La vittima è la figlia di uno degli uomini più potenti del Regno Unito e le indagini non mettono in luce il tipo di frequentazioni e abitudini di cui normalmente vanno orgogliosi i genitori. Erika però è più una da guantoni da boxe, e il suo approccio diretto le crea non pochi problemi coi suoi superiori. Nonostante tutto la tenace Erika resiste e insiste. Le sue indagini le fanno aprire una porta su un mondo che nessuno vorrebbe conoscere, ma la porta che apre sulla mente di quello che si rivelerò l'assassino svela dettagli ancora peggiori.
Ho trovato questo romanzo a doppia velocità: a tratti scorre rapido e le pagine si leggono da sole. A tratti rallenta, diventa quasi pedante e noioso. Forse troppa carne al fuoco, troppi personaggi che fanno capolino sulla scena e poi ci lasciando in fretta confondendo le acque. Nel complesso comunque si lascia leggere.
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Erika contro tutti.
La bellissima e irrequieta Andrea Douglas-Brown, figlia di uno degli esponenti più in vista del partito laburista britannico, scompare improvvisamente, pochi giorni dopo Natale. Verrà ritrovata, cadavere brutalizzato, entro un piccolo laghetto gelato in uno dei quartieri più degradati di Londra. Che cosa era andata a fare in quella zona? Perché non è andata all'appuntamento con i suoi due fratelli? Chi ha incontrato in un pub malfamato? Soprattutto, chi l’ha uccisa in modo così disumano? Incaricata delle indagini è l’ispettore detective Erika Foster, richiamata in fretta da Manchester dove, faticosamente, cerca di riprendersi dalla morte del marito Mark, ucciso, assieme ad altri quattro colleghi, durante una operazione di polizia maldestramente diretta proprio da Erika, che si colpevolizza per quelle morti.
Erika, di origine slovacca, purtroppo non ha uno spiccato talento nei rapporti con il suo prossimo: usa approcci troppo diretti ed è priva di alcuna dote diplomatica. Così si mette subito in urto con Lord Simon Douglas-Brown e sua moglie Lady Diana. Poi, man mano che le indagini procedono, si inimicherà il collega a cui è stata sottratta l’indagine, e, infine, il Sovrintendente Marsh e pure il Capo Commissario Oakley, che la sospenderanno dal servizio. Tuttavia è solo grazie alla sua tenacia da bulldog e al desiderio di trovare l’assassino di Andrea e di altre cinque donne, che, alla fine, si riuscirà ad individuare il brutale ed insospettabile serial killer.
“La Donna di Ghiaccio” è il romanzo d’esordio dell’autore, di origini britanniche, ormai da tempo trasferito in Slovacchia. È un robusto thriller d’azione la cui trama in sé non è particolarmente originale: per non rivelare nulla del finale, mi limito solo a dire che, in fondo, si tratta solo della rivisitazione in chiave moderna di uno dei più famosi casi di criminalità seriale al mondo. Inoltre il rapporto tra il detective e tutti gli altri co-protagonisti ricalca gli schemi ben noti del poliziotto onesto ed intransigente che lotta contro le convenzioni e l’establishment pur di portare a termine il suo compito di segugio. Tuttavia il ritmo impresso dalla narrazione, scritta con uno stile fluido, è incalzante e non consente di tirare il fiato sino alla conclusione della storia. Più di una volta ci si sente emotivamente coinvolti nelle vicissitudini di Erika, patendo con lei ed infuriandosi assieme a lei.
I personaggi di contorno peraltro, sono abbastanza convenzionali: il Lord e la Lady spocchiosi ed arroganti; i loro marmocchi viziati che amano, però, mischiarsi alla plebe più brutale; il collega invidioso ed i capi ottusi e proni al potere; i collaboratori fedeli e generosi che continuano ad assistere segretamente il detective anche durante la sospensione.
Tra tutti, perciò, spicca decisamente la figura di Erika Foster. Quello che colpisce in lei è soprattutto la sua umanità e fragilità. Continuamente tormentata dalle dolorose ferite psicologiche che si porta appresso, reagisce impulsivamente dando sfogo alla sua rabbia interiore, salvo poi pentirsene subito. Così, dà un sonoro ceffone al ragazzino impudente che si siede sulla sua valigia e le morde una mano, però, poi, si commuove quando lo vede andar via, al freddo, dietro la madre prostituta, gli concede un passaggio e regala anche una banconota alla madre. Litiga con il potente Lord Simon, ma rischia la vita più volte per assicurare alla giustizia chi gli ha ucciso la figlia. Quando si trova le porte sbattute in faccia decide di piantar lì tutto, ma appena le si apre uno spiraglio inghiotte il rospo e riparte alla carica.
Anche la goffaggine nei rapporti interpersonali come nelle frequenti colluttazioni che la vedono sempre soccombere ne fanno un personaggio molto concreto e reale, in contrapposizione a certi poliziotti super-eroi che spesso si incontrano in letteratura e cinematografia.
In conclusione “La Donna di Ghiaccio” è un romanzo coinvolgente che avvince e cattura e, in fondo, ciò è quasi tutto quello che si chiede ad un thriller: appassionare il lettore nelle vicende narrate e distrarlo, risultati entrambi pienamente raggiunti in questo caso.
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Un metodo d'indagine innovativo
Numero uno in Inghilterra La donna di ghiaccio di Robert Bryndza è un vero thriller da ombrellone, con protagoniste assolute le indagini della detective londinese Erika Foster. Racconta una storia intrigante, protagonisti una ricca ed influente famiglia inglese, Lord Simon e Lady Diana, genitori di tre figli: la brutta e sgraziata Lida, la bella ed anticonformista Andrea, il serio e studioso David. Andrea, una sera, viene strangolata e gettata in una sorta di lago. Verrà ritrovata casualmente dopo poche ore, il corpo congelato, gli occhi spalancati dal terrore che il suo assassino le ha inflitto. Le indagini sono subito ostacolate dal potere assoluto che il padre mette in campo, fino alla comparsa della detective Erika Forstes da Manchester, dove si era rifugiata dopo la morte del marito Mark. Erika, malgrado il suo coraggio e la sua intuitiva intraprendenza, non riesce a svelare il colpevole del brutale omicidio. Sono i suoi stessi capi che la costringono a desistere.
Solo quando lei stessa verrà aggredita nel suo appartamento il suo capo Marsh si convincerà che lei è l’unica in grado di smascherare la fitta rete di complicità che circonda il colpevole di tanti efferati delitti.
Il mondo della prostituzione, la tratta delle ragazze dell’Est, affari illeciti in ambienti molto vicini al governo, servizi segreti, capitali che si spostano in improbabili società finanziarie di copertura sono gli ingredienti principali della trama di questo libro.
Un nuovo genere di thriller, dove indagare sui tracciati delle transazioni economiche e scovare cellulari perduti e poi ritrovati risulterà il metodo vincente. Un giallo tecnologico, intrigante ed interessante, al passo coi tempi.
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Vedremo il secondo quando uscirà
La donna nel ghiaccio è il primo romanzo della serie thriller dedicata alle indangini di Erika Foster, una detective di un commissariato della periferia di Londra. Ogni volume è autoconclusivo per quello che riguarda il caso da risolvere, poi resta la vita personale della protagonista che molto probabilmente verrà sviluppata volume dopo volume.
La storia inizia quando viene trovato il corpo congelato di una donna in un lago, si tratta della figlia di un personaggio di spicco e ad occuparsi delle indagini verrà incaricata la detective Erika Foster.
Il thriller ha un taglio classico: omicidio, ritrovamento del cadavere, l'arrivo della nuova detective incaricata del caso, indagini basate sulle prove e testimonianze e infine la risoluzione (con tanto di assassino che prende di mira la protagonista).
Lo stile è semplice (non si perde in descrizioni troppo dettagliate o fronzoli vari), scorrevole ma con un ritmo serrato infatti si legge nell'arco di una giornata.
Il personaggio di Erika non mi è dispiaciuto (è una donna coraggiosa, determinata, con la sua tragica vicenda alle spalle) anche se, forse avrei approfondito meglio il suo trasferimento per occuparsi di questo nuovo caso. Si dice che è stata coinvolta per aver già partecipato ad indagini ad alto profilo e per le sue origini che dovrebbero in qualche modo aiutarla ad entrare in sintonia con la madre della vittima però in fatto di esperienza non ho notato qualcosa che la facesse spiccare più di altri detective e le sue origini non le sono state di grande aiuto. Senza considerare quello che le è capitato in passato.
Alcuni personaggi poi sono un po' stereotipati: in base alla classe sociale a cui appartengono hanno determinate caratteristiche.
Si tratta del romanzo d'esordio di quest'autore e come inizio non c'è male anche se spero in un netto miglioramento nei prossimi.