La donna del Pere Lachaise
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La signora in blu
Odette de Valois, ricca vedova dell'alta società parigina, scompare misteriosamente nel cimitero del Père-Lachaise durante una visita alla tomba del marito morto mesi prima in Colombia. Siamo solo all'inizio di un intreccio di misteri che ruotano intorno ad un quadro apparentemente senza valore, "La signora in blu", in cui vengono coinvolti sedicenti medium, illusionisti, faccendieri transoceanici e morti che tornano dall'aldilà, in un turbine di sangue, amore e denaro. Ad indagare su questa spirale di misfatti troviamo l'ex amante della suddetta signora, l'affascinante libraio Victor Legris, affiancato dal suo impacciato aiutante Joseph. Sullo sfondo la Parigi di Gauguin, Verlaine, Zola, una città di fine Ottocento in pieno fermento sociale, artistico e culturale accompagnata da quell'aura di romanticismo e di mistero che da sempre caratterizza la capitale francese. Tuttavia la suggestiva ambientazione sembra essere l'unica nota positiva di questo libro. La trama banale e priva di originalità riduce al minimo il coinvolgimento e la suspense, i personaggi sono stereotipati e privi di carica empatica, l'amalgama di vari generi quali il giallo, lo storico, l'esoterico e il romantico non risulta ben riuscita. La stessa conduzione dell'indagine appare grossolana e confusionaria e si giunge alla soluzione del caso solo grazie ad alcuni indizi materializzatisi quasi per magia. Se da un lato la lettura risulta scorrevole grazie allo stile (fin troppo) semplice, dall'altro viene spezzettata di continuo dalle dettagliate ma troppo numerose note a piè di pagina relative a citazioni storiche e letterarie. Da segnalare invece la post-fazione che regala un preciso e interessante quadro della società dell'epoca, anche se forse sarebbe più indicato leggerla prima del romanzo per meglio comprenderne il contesto storico e sociale.
Indicazioni utili
Cos'è che non ho capito...?
La prima domanda che mi è venuta spontanea terminato il libro è: cos'è che non ho capito?
Non sono un'appassionata di gialli, lo ammetto, ma io credo che questo genere debba tenere con la bocca aperta fino alla fine.
A me non è successo con questo libro.
Vediamo di dare spiegazioni: c'è un libraio che si improvvisa detective - la sua seconda passione a quanto pare - per scoprire cosa ne è stato dell'ex amante. In suo soccorso ci saranno il suo aiutante di libreria ed altre persone che gli chiariranno alcuni aspetti della vittima e dell'assassino.
Parto dal dire che il nostro 'protagonista' non mi ha trasmesso nessuna emozione: si è rivelato semplici parole su fogli, un personaggio astratto e non molto attraente.
Stessa cosa per gli altri. Figure delineate ed inanimate. Le indagini sono state svolte da loro senza che io potessi in nessun modo esserne inclusa.
E correvano troppo, ho faticato a stargli dietro, non perché la lettura fosse scorrevole, ma perché mi ritrovavo in situazioni diverse senza sapere come esserci arrivata.
Per non parlare della trama. Sembrava interessante e invece... non c'è stato un lavoro appassionato! Descrizioni buone, ma sembrano buttate giù solo per necessità, ambientazione carina, Parigi fine '800, ma è una Parigi così, solo da sfondo...
Una storia semplice, nemmeno chissà quanto intrecciata, senza pretese, leggera.
Non lo consiglio perché personalmente non l'ho trovata né interessante né emozionante.
Ma i gusti son personali.