La donna alla finestra La donna alla finestra

La donna alla finestra

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Diabolico, potente e pieno di colpi di scena, La donna alla finestra è un thriller psicologico sofisticato e magistrale, degno del miglior Hitchcock. Anna Fox vive rinchiusa nella sua casa di New York e la sola idea di mettere piede fuori dalla porta rischia di provocarle un attacco di panico. Passa le sue giornate vagando da una stanza all’altra con un bicchiere di Pinot in mano, chattando con uomini sconosciuti, guardando vecchi film noir – la sua passione – e soprattutto… spiando i vicini con l’aiuto della sua Nikon D5500. Nel mirino ora ci sono i Russell, che da poco si sono trasferiti nella villetta al lato opposto del parco. Una madre, un padre e un ragazzino adolescente: la famiglia perfetta, quella che Anna rivorrebbe con sé. Una notte però alla finestra dei Russell, Anna assiste a qualcosa di terribile, qualcosa di così sconvolgente che sgretolerà il suo fragile equilibrio e metterà a nudo la verità che ha sepolto per mesi. Ma il giorno dopo un dubbio spaventoso si insinua nella sua mente: la scena che ha visto è reale o frutto della sua immaginazione? Qualcuno è davvero in pericolo o a terrorizzarla è solo la sua paranoia?



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La donna alla finestra 2018-07-28 13:04:39 Chiara77
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Chiara77 Opinione inserita da Chiara77    28 Luglio, 2018
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Come un vecchio film

Respiriamo atmosfere un po' retrò, che rimandano ai vecchi film in bianco e nero, in questo thriller psicologico di A. J. Finn.

Anna Fox, stimata psicologa infantile, vive sola in una magnifica abitazione signorile ad Harlem, New York. E' separata dal marito e dalla figlioletta, Olivia. Anna soffre, da circa dieci mesi, di agorafobia, il terrore degli spazi aperti: questo la costringe a non uscire mai di casa. Trascorre le sue giornate bevendo molto merlot, giocando a scacchi on-line e... osservando tutto il vicinato grazie al teleobiettivo della sua macchina fotografica.

Siamo alla fine di ottobre quando nella villa davanti alla sua si trasferisce una nuova famiglia, i Russell, formata da un padre, una madre ed un figlio adolescente. Stranamente la solitudine di Anna viene scardinata sia dal ragazzo, Ethan, sia dalla madre, Jane, della famiglia Russell, che si presentano entrambi a casa sua, pur non insieme e per motivazioni diverse. La nostra protagonista prova subito un'innata simpatia per la stravagante Jane Russell e un moto d'affetto per il giovane Ethan, un vero e proprio “bravo ragazzo”.

Ma una sera Anna, affacciata alla finestra di camera sua, vede accadere qualcosa nel salotto dei Russel: di che cosa si tratta in realtà? Perché nessuno crede all'attendibilità di Anna?

Il ritmo della narrazione scorre piuttosto lento fin oltre la metà del libro, per poi regalarci un finale inaspettato e molto coinvolgente. L'autore, tramite la voce narrante di Anna Fox, si sofferma sul dolore e sull'angoscia della protagonista, che cerca in ogni modo di “anestetizzarsi” con alcool e farmaci per non affrontare l'evento traumatico che l'ha resa agorafobica. Eppure Jane Russell era riuscita a scalfire la sua estrema solitudine: che cosa è successo a Jane? Anna dovrà far funzionare di nuovo bene gli ingranaggi arrugginiti della sua razionalità per riuscire a capirlo.

Siamo di fronte ad un thriller molto mentale, psicologico. Non ci sono particolari eccessivamente violenti. Il male può nascondersi dove non ci aspetteremmo e soprattutto, mai sottovalutare la potenza della mente, nel bene o nel male.

L'autore ha dichiarato di essere lui stesso, come del resto la protagonista del suo romanzo, un grande estimatore del cinema d'autore in bianco e nero ed in particolare del grande Hitchcock. L'opera quindi esplicita i modelli a cui l'autore si è ispirato: ne risulta un thriller sofisticato ed intrigante da cui sarà presto, pare, tratto un film.

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Lo consiglio agli appassionati di cinema d'autore noir, in particolare a chi apprezza Hitchcock.
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