La domatrice
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Il luogo del sacrificio
Sembra proprio che Hercule Poirot non possa andare in vacanza senza inciampare in un cadavere e il viaggio che il celebre investigatore decide di compiere in Medio Oriente non fa eccezione. Nell’affascinante località archeologica di Petra, in Giordania, l’anziana e malata signora Boynton muore all’improvviso lasciando sotto shock il piccolo gruppo di turisti che visitava Petra con lei: la sua numerosa famiglia, un famoso psichiatra, una giovane dottoressa, una signorina zitella, un signore americano e una parlamentare inglese. In apparenza non c’è nulla di sospetto nella morte della signora Boynton, ma Poirot sa bene che le cose non sono mai come sembrano: la vittima era un’ex carceriera che con gelida determinazione teneva insieme a forza la sua famiglia – i tre figliastri, Lennox, Raymond e Carol, sua figlia Ginevra e Nadine, moglie di Lennox – attraverso un regime di terrore e sottomissione mentale. Privi di indipendenza economica e ridotti ad una vera e propria sudditanza psicologica, i giovani Boynton sono fisicamente liberi, ma in realtà sottomessi al volere della madre e incapaci di liberarsi del giogo, proprio come le bestie da circo non possono ribellarsi ai comandi della domatrice. Ma ora che la terribile signora Boynton ha lasciato questo mondo sono finalmente liberi e come non sospettare che dietro la sua morte si nasconda un assassino disperato o forse anche più di uno? A Petra esiste un posto chiamato “Il luogo del sacrificio”, dove gli antichi Nabatei presentavano le loro offerte alle divinità, e se è vero che il sacrificio di una vita può significare la salvezza di molte altre, come afferma Sarah King, la giovane dottoressa della compagnia, allora la morte della sadica ed egoista signora Boynton è avvenuta nel posto giusto.
Mentre il sospetto serpeggia nel campo dei turisti di Petra, Poirot indaga con la consueta abilità e risolve il mistero quasi in un battito di ciglia, dimostrando che anche la verità in apparenza più ovvia e banale non lo è mai fino in fondo.
Tra sottili indagini psicologiche e depistaggi continui si dipana un giallo dalla suggestiva e originale ambientazione esotica – uno dei romanzi che la Christie scrisse su ispirazione dei viaggi compiuti in Medio Oriente con il marito archeologo – e dalla struttura chiara e lineare, ricco di tocchi di ironia. L’infallibile investigatore belga conduce il lettore tra le rosse rocce di Petra alla scoperta di un mistero tutto giocato su una manciata di “fatti” sospetti – così li chiama Poirot – e attente riflessioni sul profilo psicologico dei personaggi, fino alla conclusione, che forse è l’unico elemento un po’ fiacco e poco brillante in un romanzo per il resto perfettamente riuscito.