La culla buia
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Opinioni inserite: 5
Inizio lento ma contenuto interessante
Nell'insieme il libro mi è piaciuto. Mi è sempre piaciuto il modo di scrivere dell'autrice e anche stavolta non mi ha deluso.
L'unico problema è stato l'inizio. Non bisogna lasciarsi scoraggiare da un inizio che parte in quarta , come se mancassero dei capitoli iniziali al libro.
Proseguendo si capisce che l'autrice non vuole darci un inizio chiaro della vicenda ma vuole darci un punto di vista da detective.
Arriviamo quando tutto è già successo e abbiamo le stesse informazioni dei detective che devono risolvere il caso e il punto di vista dei giornalisti che fanno ricerche sul passato e sui possibili colpevoli.
Perciò se ci lasciamo portare dalle pagine iniziali senza troppe domande , le perplessità ci verranno mano a mano chiarite.
E tutto sommato secondo me è un libro piacevole e intrigante anche se non il migliore si Sophie Hannah.
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A MAI PIU'
Ecco cosa significa basarsi ,ogni tanto, sulla copertina ma anche sul tema interessante come le morti in culla. Ho fatto un errore madornale. E dire che avevo optato per “Molto forte,incredibilmente vicino” ma il libro "La culla Buia" aveva un non so che d’intrigante. Ho fatto sì la leggerezza non solo di comprare il libro,spendendo la bellezza di 18,60 ma anche di non aver notato chi era l’Autrice dello stesso. Non lo avrei neanche preso se mi fossi ricordata chi era Sophie Hannah, l’Autrice di libri dai nomi alquanto ridicoli: “Non è mia figlia,Non è lui,Non ti credo,Non è un gioco”
Partiamo dai personaggi: uno più sfigato dell’altro. Avete presente un ottimo tema di film recitato da un cast scadentissimo di attori? Proprio così. Il libro si presenta allo stesso modo. Abbiamo tre donne accusate d’infanticidio e scagionate. Uno “psicopatico” che manda biglietti con cifre di numeri a ciascuna di loro e a chiunque sia strettamente collegato con le vicende delle morti in culla. Abbiamo Fliss Benson, una giovane produttrice televisiva che dovrà far fronte al mistero delle cifre e il caso mediatico delle tre donne.
Una giovane donna, incaricata di tale compito, dovrebbe essere razionale e con i piedi ben piantati a terra. Invece troviamo una seconda Bridget Jones.
Da figure femminili simili m’aspetto competenza,serietà e intelligenza. Invece mi son trovata uno squallore di donna che si esprime come una 12 enne, insicura e con il senso perenne dell’inferiorità(vi segnalo che la protagonista ha 31 anni) che piagnucola per ogni scemenza ,che ama e pretende di essere ricambiata dal direttore della società di produzione televisiva(Laurie Nattrass) dove lei stessa lavora, illusa,paranoica fino a sfociare nel patologico, sciocca e mediocre.
Non ci ho trovato nessun lato buono in questa protagonista così squallida che ha contribuito certamente a guastare ogni singola pagina. Per non parlare delle “simpaticissime” battute volgari che ogni tanto tira fuori credendo di essere estremamente divertente, o quelle poche volte che usa il cervello per farci partecipi dei suoi “pensieri”,se così si possono chiamare, uno più stupido e cretino dell’altro.
Poi abbiamo dei poliziotti che,lasciatemelo dire,non si capisce se ci sono o ci fanno. Non mi esprimo oltre. Il libro presenta alcuni ritagli di giornale e perfino un disegno dell’identikit dell’assassino. Certo,è interessante e rende meno monotono il libro, ma in questa storia non ci sono minimamente calata.
Il libro fa talmente schifo che non ho voglia di recensirlo perbene,non merita neanche di essere insultato. E finirà in modo patetico perché non si attiene alla realtà. Il finale è tutta una serie di puzzle incastonati a casaccio,senza un nesso o logica,ingombro di elementi inutili e poco realistici.
Povera Hannah. A mai più.
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Bleah!
Io questo libro non vorrei recensirlo,davvero.
E’solo che fa talmente schifo,che dentro di me avverto una sorta di “dovere morale”a sconsigliarvelo.
Insomma non potrei più guardarmi serenamente allo specchio sapendo che qualcuno di voi ha speso dei sodi per leggere questo scempio quando io potevo salvarlo.
Adesso,manie di onnipotenza a parte,vi dico due parole sulla trama:le morti in culla.
Ci sono dei neonati morti improvvisamente:cause naturali o madri assassine?
Scopo del giallo è capire se sono colpevoli o innocenti e perché qualcuno vuole ucciderle.
Fin qui tutto chiaro.
Ora,io ho più volte ammesso di non avere le doti de La signora in giallo:non capisco mai chi è il colpevole.
Ma,insomma è giusto cosi altrimenti mi perderei i colpi di scena e l’autore/rice avrebbe fallito.
Da qui però a non capire niente ce ne passa.
Il vero problema di questo libro è che questa disgraziata dell’autrice non ha idea di come si caratterizzi un personaggio.(Non che io ce l’abbia ma quantomeno non scrivo romanzi!).
Ci da tutta una serie di notizie assolutamente inutili sui nostri protagonisti,ma non quelle fondamentali,tanto che fino all’ultima pagina facevo uno sforzo immane a capire chi era chi.
Aggiungiamo una montagna di descrizioni superflue,la ripetizione ossessiva degli stessi ragionamenti per scoprire i colpevoli,colpi di scena che non hanno nulla dei colpi di scena ma ti fanno solo sbottare in un “E quindi?????”urlato al muro e il quadro è completo.
Vi faccio un esempio:c’è una coppia di poliziotti che indaga al caso,devono sposarsi ma non hanno mai fatto sesso.E’rilevante ai fini della trama?No.Si scopre alla fine perché non fanno sesso?No.
Perché mettere questa cosa nel libro?Non si sa.
Alla fine il mistero resta,e non è chi è l’assassino:è’chi diamine ha deciso di pubblicare questo libraccio.
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Buon materiale sprecato
Il libro tratta un tema sicuramente interessante e non privo di mille risvolti sentimentali e scientifici peccato che l'autrice a mio avviso nella parte centrale abbandoni completamente il tema primario su cui questo libro dovrebbe essere incentrato per dedicarsi a racconti piu frivoli e poco attinenti. Ho faticato ad arrivare alla fine del libro ma l'ho fatto sperando che nelle ultime pagine potesse prendere una piega che desse un senso a tutta la narrazione. A mio parere non è così, infatti giudico il libro molto deludente.
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TEMA CHE FA RIFLETTERE SUL MONDO
Libro particolare, sicuramente non lascia indifferenti. Il tema dei libro è molto delicato, mi piace come l’autrice riesce a intrecciare la storia.
La trama consiste nel narrare la vita di 3 donne, Helen Yardley, Ray Hines e Sarah Jaggard accusate di infanticidio, processate,imprigionate, ma poi in appello scagionate con il verdetto finale che sancisce come causa del decesso dei neonati la morte in culla.
Le prime 100 pagine servono sicuramente ad entrare nella storia e a focalizzare tutti personaggi che ruotano intorno a questa vicenda, le rispettive famiglie delle donne, i medici chiamati a deporre tra cui la dr.ssa Duffy, che con le sue affermazioni come teste è il personaggio chiave nel deporre a sfavore delle madri.
Helen Yardley in appello viene scagionata, grazie anche al fatto che il giornalista e produttore televisivo Laurie Natrass, conosciuto durante la detenzione, da sempre alfiere nella difesa di chi ingiustamente processato, fonda con la stessa Helen il JIPAC (giustizia per i genitori e le baby sitter innocenti), un gruppo molto attivo che ha aperto la strada al proscioglimento di Sarah Jaggard e in appello di Ray Hines dopo quattro anni di detenzione.
Nello stesso tempo Natrass ha abilmente intessuto una battaglia mediatica feroce nei confronti della Dr.ssa Duffy creando un clima di terrore tra i professionisti chiamati ad avvalorare o confutare le tesi della Duffy stessa.
Natrass ha intenzione di produrre un documentario con le tre donne come protagoniste, ma improvvisamente Helen viene uccisa con un colpo di arma da fuoco all’interno della propria abitazione…
Inaspettatamente lo stesso Natrass, in seguito alla morte di Helen demanda la realizzazione del documentario a Felicity Benson,giovane impiegata alle sue dipendenze, donna con un passato difficile, persona con una scarsa autostima che sembra essere facilmente gestibile e manipolabile.
La polizia locale comincia ad investigare, caso vuole che il capo attuale del Dipartimento è lo stesso agente che anni prima ha arrestato Helen, da sempre comunque convinto dell’innocenza della donna.
Spetta al sergente investigativo Sam Kombothekra far luce sulla vicenda.
Sembra che abbia così raccontato l’intero libro, ma quello che ho detto si riferisce solo alle prime battute della storia.
Onestamente non so dire cosa mi abbia lasciato leggere questo romanzo, dove i carnefici forse non sono carnefici,o forse sì, o sono tutte vittime. Dove chi dovrebbe far luce sugli eventi viene a sua volta manipolato e spinto ad ottenere l’esatto opposto. Ho provato una grande tristezza, oltre che tantissima pena. La storia è frutto di fantasia, ma nella nostra realtà tante volte abbiamo assistito a fatti di cronaca crudamente veri….
Io sono assolutamente contro le madri che uccidono i loro bambini, sono totalmente dalla parte dei piccoli che ritengo in tutto e per tutto innocenti vittime, ma cito testualmente dal libro:
“Le madri che soffocano i loro figli, di solito li amano profondamente, come qualsiasi madre che non si sognerebbe mai di fare del male al proprio bambino, anche se questa è un’affermazione difficile da accettare. Ed è tipico che siano davvero affrante,hanno il cuore a pezzi e la loro vita è distrutta; vorrebbero morire, pensano di non avere più nessuna ragione per vivere. Ma perché non evitano di farlo allora?
Fanno così perché soffrono in modo indicibile e non sanno che altro fare, quel comportamento scaturisce dalla loro sofferenza e non hanno le risorse interiori per porgli fine. Se non sei sana di mente, non sempre ti è possibile pensare razionalmente”.
Forse non tutto è completamente bianco o completamente nero, forse bisognerebbe fare in modo che alcuni fatti non succedano, visto che sempre qualche campanello di allarme si manifesta prima del tragico fatto, così da avere ben presenti dei segnali a cui prestare forse più attenzione e delle vere e proprie richieste di aiuto…….forse……