La convocazione
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Opinioni inserite: 4
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a spasso col malloppo
Alla morte del padre, un giudice, uno dei due figli realizza il sogno della maggior parte degli eredi. Neanche tanto ben nascosti, infatti trova tre milioni di dollari in contanti. Professore di diritto, non ha bisogno di consultare nessuno per sapere che cosa la legge prevede in questi casi, ma tre milioni di dollari sono tanti e allora perché dichiararli e dividerli con lo Stato? E allora di questo passo, perché non tenerli nascosti anche al fratello che tra l?altro è tossicodipendente e quindi li sperpererebbe in un soffio?. La decisione di infilarli in sacchi della spazzatura, caricarli in macchina e portarseli a casa si rivela quasi subito poco saggia. Qualcuno sa dell'esistenza del malloppo e lo minaccia. Iniziano così le indagini per capire da dove il padre abbia preso tutto quel denaro, e contemporaneamente la fuga da chi cerca in tutti i modi di intimidirlo. Questo libro si discosta da quelli di Grisham di solito essenzialmente legati a vicende giudiziarie. E' comunque costruito con lo stesso stile: dettagliato, preciso e circostanziato. Forse non il migliore scritto dall'autore, ma comunque coinvolgente e piacevole.
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La montagna di banconote
Un padre muore e lascia in eredità ai due figli la propria casa ed i propri soldi. La morte avviene in modo pseudo-sospetto ed in quella circostanza uno dei due figli scopre, nella casa del padre, e senza che se ne faccia cenno nel testamento, soldi, tanti soldi, una montagna di soldi, che gli dà le vertigini. Altrettanto pseudo-sospetti. Nei giorni successivi diventa schiavo di quei soldi non suoi, vive come una preda braccata, capisce che proprio quei soldi potrebbero ucciderlo. Lo stile è piacevole, invoglia alla lettura, è ricco di particolari che ti permettono di addentrarti nel mondo di questo libro. Però, anche se il ritmo è buono, la trama ha poco spessore, ed anche i personaggi non sono molto ben caratterizzati. Il migliore è lui, il Giudice. Che non conosci mai personalmente, ma solo di riflesso attraverso le parole e gli occhi degli altri. Legal thriller, poco legal, poco thriller. Con un buon finale. Ma la penna di questo autore riesce a fare di meglio.
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Il Grisham che non ti aspetti...
Mi trovo in difficoltà a recensire questo libro: non si tratta di un cattivo romanzo, ma ben al di sotto delle aspettative che evoca il nome di John Grisham. L'idea che sta alla base del romanzo è senz'altro buona, vertendo su questioni ereditarie e soldi di dubbia provenienza. Tuttavia lo stile narrativo - inspiegabilmente direi se confrontato con altre opere dell'autore - risulta piatto, privo di mordente, di introspezioni psicologiche e descrizioni. Leggendo questo romanzo ho avuto la sensazione, benchè scritto in terza persona, di essere di fronte ad un diario o meglio ad un'agenda, di quelle che riportano freddamente i vari appuntamenti. In altre parole, la narrazione scorre in maniera piatta, in un freddo susseguirsi di vicissitudini al limite dell'interessante, sullo stile "raccontami la tua giornata". La differenza di questa "caduta di stile" va ricercata evidentemente nella tipologia dell'opera: se Grisham è indubbiamente il re dei legal-thriller lo stesso non può dirsi per i romanzi che si discostano da questo filone. Sarebbe potuta essere un'ottima opera se solo l'autore si fosse impegnato maggiormente a descrivere le ansia, le fobie, i turbamenti, le vessazioni che Ray Atlee è stato costretto a subire a cagione delle vicissitudini che lo hanno coinvolto in un intrigo ben al di sopra della sua portata. Già questo avrebbe senz'altro fatto virare la recensione verso l'alto e avrebbe magari svelato un Grisham bravo anche nei thriller a sfondo psicologico.
In definitiva non si tratta di un brutto romanzo, la storia è scorrevole e allo stesso tempo interessante. Tuttavia non aspettatevi colpi di scena o un ritmo incalzante: tutto scorre con una sorprendente calma sino all'inaspettato finale (che io peraltro, per mero intuito, avevo intuito sin dai primi capitoli).
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Un legal thriller da tre milioni di dollari
C’è ben altro respiro nei gialli di Grisham rispetto ai romanzi del prolifico Patterson. Nei legal thriller di Grisham, il cinquantasettenne ex avvocato penalista e noto politico del Massachussets, ci sono trame ben congegnate, uno studio accurato della psicologia dei personaggi e vicende che molto s’avvicinano alla realtà della tumultuosa vita di ogni giorno. Nulla è banale e scontato. Il lettore viene condotto per mano alla soluzione degli enigmi, senza sensazionalismi da film di serie B, senza il gusto pacchiano di continui colpi di scena : tutto è ragionato, tutto ha un suo senso. Emerge la profonda conoscenza da parte dell’Autore delle procedure legali, con accurate disamine delle situazioni e dei procedimenti : anche se talora la narrazione eccede in particolari troppo specialistici, gli eventi che si succedono non inducono mai alla noia, ma si dimostrano sempre parte integrante e interessante di un talora complesso e intricato impianto narrativo. Ne “La convocazione” un vecchio e stimato avvocato convoca per lettera i due figli per comunicazioni urgenti : il primo figlio che arriva trova il padre morto ed una lettera testamentaria. E’ sconvolto però dal ritrovamento casuale di scatoloni contenenti tre milioni di dollari in banconote, non citati nel testamento. Se ne appropria senza mettere al corrente del fatto il fratello : di qui, una serie emozionante di vicende sino al vero e proprio colpo di scena finale, imprevisto e imprevedibile. Il denaro induce a commettere follie, ma alla fine tutto sembra riaggiustarsi in un rinnovato accordo tra i due fratelli. Ritmo serrato, lettura piacevole, caratteri ben delineati : Grisham è un maestro e non si smentisce mai.