La condanna
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Non è mai troppo tardi
Nuova indagine della detective Hanne Wilhelmsen, personaggio molto caratteristico e molto speciale, nata per investigare e per trovare le risposte laddove altri non vedono nemmeno le domande. Questa è una storia con un doppio caso da risolvere, di cui uno è un cold case che viene riaperto per sensibilità e testardaggine. Niente è come sembra. Uno è un omicidio che forse è un suicidio. L’altro è un suicidio che forse è un omicidio. Ma ogni caso va indagato senza idee preconcette, costruendo la verità, pietra su pietra. E’ una storia anche molto bella umanamente, perché intrisa di elementi che fanno parte della vita: il senso di colpa, l’amore verso un figlio, il dolore di una perdita immensa, il desiderio di rinunciare alla vita, l’istinto di sopravvivenza, il desiderio di vendetta, il travisamento dei più umani sentimenti per l’accecamento dato dai soldi e dal potere, la potenza della verità, la forza della vita, l’innocenza. Bellissimo intreccio. Bellissimi personaggi. Gli investigatori in questa storia passano decisamente in secondo piano; sono dei facilitatori, dei gregari, che fanno emergere la potenza dei protagonisti delle due vicende intrecciate. Nello stesso tempo acquistano però forza. Perché senza la loro determinazione tutto sarebbe sembrato diverso e la verità non avrebbe vinto.
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Due "cold case" per Hanne
Anne Holt, avvocato e giornalista, ha scritto molti libri che hanno venduto milioni di copie. Ora torna con La condanna, che vede sulla scena investigativa, ancora una volta, Hanne Wilhelmsen, già apparsa nei precedenti libri. Con lei c’è anche il detective Henrik Holme, che abbiamo conosciuto nel recente Il presagio. I due devono occuparsi di un “cold Case”: due casi, uno lontano dodici anni, l’altro più attuale. Nel 2001 Dina , una bambina, muore in un incidente stradale. Dopo qualche mese muore anche la madre e i sospetti si concentrano su Jonas, il padre, che viene condannato per omicidio.
Ma quindici anni dopo il fascicolo giunge sulla scrivania di Henrik Holme, che leggendolo comprende subito che gli indizi non combaciavano, gli errori sono evidenti. Con Hanne riaprono il caso. Si scopre così che il caso di Jonas è terribilmente intrecciato con quello che vede il suicidio di un blogger e il sequestro di un nipote di un uomo molto ricco e facoltoso.
Un libro di pathos, con uno stile incalzante, una storia gelida ed intrigante. Bello il personaggio di Hanne, poliziotta su una sedia a rotelle, che con l’aiuto del computer e del suo giovane aiutante, e un importante acume investigativo risolve i casi più intricati. Un’ottima lettura per un giallo abilmente strutturato, avvincente e mozzafiato.