La clessidra infranta. Diario di un sopravvissuto agli zombie
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Recensione della Redazione QLibri
La resa dei conti
Sono arrivata, dopo due mesi, a finire questo libro!
Non è che non mi andasse di leggere, ma veramente trovare il tempo è stato pressoché impossibile (faccio questa breve introduzione per spiegare che l'averlo letto in due mesi non significa che sia noioso...il problema è stato mio, non del romanzo!)
Aprire quest'ultimo capitolo vi lascerà un attimo perplessi, innanzi tutto per la forma in cui è scritto: lasciamo il diario scritto da Kil per trovarci a vivere la situazione totalmente dall'esterno. Il lettore, in questo terzo capitolo, è come un terzo occhio che vigila su ciò che accade ai personaggi. Devo ammettere che questo cambio all'inizio mi ha infastidita, abituata com'ero a Kil che si rivolgeva direttamente al lettore; tuttavia questo cambiamento non ha influito sulla scorrevolezza del romanzo, che è risultato essere molto avvincente e ancora più ricco di suspence.
Ma i veri protagonisti, restano sempre loro....: i morti! Radioattivi o meno, sono i padroni indiscussi della trilogia e, ahimé, del mondo narrato.
Pur essendo molto scorrevole e piacevole, ho trovato che la scelta dell'autore di inserire parti ricche di terminologie militari e tecnologiche rallenti un po' il tutto: non essendo un'esperta in questi campi, spesso mi son trovata a dover rileggere intere intere pagine per cercare di capire chi avesse fatto cosa e con quali mezzi; tuttavia non penso che queste parti "tecniche" penalizzino il romanzo, bensì gli danno un tocco in più, una serietà che molti scrittori si sognano di riuscire ad ottenere all'interno dei propri scritti.
Quando ho aperto il libro, un paio di mesi fa, la prima domanda che mi son posta è stata: scopriremo l'identità di Kil?! Ma ovviamente non ve lo dirò, dovrete leggere questo romanzo per saperlo!
Comunque, devo ammettere che mi spaventava un po' questo terzo capitolo, soprattutto per il finale: invece...non delude affatto, non è per niente scontato e lascia alcune faccende (seppur minori) in sospeso.
Come avrete capito, consiglio assolutamente la lettura, ma è scontato: se avete letto i primi due, non potrete non desiderare di leggere l'ultimo!!
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Opinioni inserite: 3
THE END
La clessidra infranta
Con il libro "la clessidra infranta" andiamo a concludere questa trilogia di J.L.Bourne, e le avventure del nostro personaggio Kil, che giorno dopo giorno ha lottato per la sopravvivenza contro orde di zombi affamati solo di carne umana.
Rispetto ai primi due romanzi questa volta ho impiegato un po’ più di tempo a terminare il libro, non perché sia pessimo, ma perché alle varie parti in prima persona del sopravvissuto si alternano capitoli in terza persona narrati da altri personaggi conosciuti nei due volumi precedenti. In un certo senso questo stratagemma aiuta a dare completezza a quel che rimane del mondo e alla vita di chi aveva conosciuto il nostro eroe, ma dall’altro lato spezza un po’ la narrazione rendendo un po’ più lenta la lettura, perdendo a volte il "filo" del discorso.
Purtroppo la presenza di molti personaggi lascia un po’ spaesati, perché si passa da alcuni protagonisti noti fin dal primo libro ad altri più recenti, fino ad arrivare ad alcuni che secondo me hanno avuto solo lo scopo per descrivere un mondo che ormai non c'era più ,come per esempio ho trovato un po' noiosa la storia dei due uomini e il loro sistema di sopravvivenza in una base artica, raccontata per decine di pagine.
Trattandosi del capitolo finale, la trama di questo ultimo libro,poteva secondo me essere gestito in modo diverso, concentrandosi di più sul tema principale e lasciando un po' meno spazio ai personaggi secondari, magari con un finale da film hollywoodiano.
In conclusione essendo un amante del genere purtroppo questa trilogia non mi ha fatto proprio appassionare più di tanto a questa storia dove lo zombi, la paura lo splatter, e l'ansia credo che per questo genere di libri sia la vera protagonista,(perlomeno è quello che mi aspetto io), messa un po’ da parte dalla moltitudine di dettagli sulle armi e strumentazione specialmente nei primi due libri,(come già descritto nelle precedenti recensioni), e solo nel terzo libro ho percepito un po’ brio dove la lotta e la descrizione dei dettagli contro gli zombi è un po' più presente, ma non abbastanza da farmi dormire con un occhio aperto e uno chiuso.
Se consigliare questa trilogia non lo so, forse per chi è curioso del genere e vuole avvicinarsi per la prima volta forse si, per chi invece cerca qualcosa di "forte" probabilmente no, però questa è la mia opinione, ed è la conclusione finale di ciò che questi tre libri mi hanno lasciato,e ho capito,con questo non sto dicendo che è una brutta storia o banale anzi nulla da togliere all'autore, ma nel complesso secondo me si poteva fare più leva su alcuni aspetti…sopra già indicati…che altri.
Buona Lettura
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- no
Io lo avevo detto
"Dovevate aspettarvelo".
Questo è il titolo che darei alla recensione dell'ultimo romanzo della celebre saga Z di Bourne, dopo aver letto i commenti discordanti dei fans da tutto il mondo.
Parliamoci chiaro: il diario di un sopravvissuto agli zombie è una vera e propria installazione del genere, forse uno dei romanzi sugli zombie più riuscito ed apprezzato, tanto da emergere online con i primi strascichi di testo in una marea di consensi e complimenti.
Tuttavia, per chi avesse seguito i miei commenti sui primi due capitoli della trilogia, non dovrebbe essere un segreto che il genere "diario personale" sia, a mio parere, una delle scelte più azzardate a cui ci si possa affidare per parlare di horror.
I due diari precedenti mi avevano tanto appassionato per le dinamiche narrate alla perfezione e l'estremo realismo delle situazioni survival, quanto fatto storcere il naso per una prevedibilità di fondo estremamente banale. Far narrare i fatti al protagonista significa dare per scontato che egli sia sopravvissuto o che, in caso di una celebre dipartita, ci sia qualcun altro in grado di portare avanti il lavoro per lui. Le scene, le situazioni e le creature mi apparivano scialbe e prive di significato se raccontare ore o giorni dopo, al sicuro in qualche stanza, dalla penna di qualcuno che sapeva già come sarebbe andata. In pratica, leggete i primi due romanzi con la consapevolezza che alla fine, qualsiasi cosa accada, anche l'ultimo capitolo inizierà con "ieri a quest'ora è successo che...", e non potrete mai provare quel panico da cardiopalma dello zombie che rompe la porta e assale qualcuno.
Cosa c'era da aspettarsi, dunque, per questa conclusione? Esattamente quel che è accaduto: improvvisamente il DIARIO non è più raccontato sottoforma di DIARIO, ma è diventato un romanzo con qualche espediente abbastanza banale di metateatro (lettere inviate ai parenti e sogni raccontati all'improvviso).
Sia ben chiaro, questa clessidra infranta è scritta benissimo, forse in maniera più scialba e meno realistica delle precedenti, ma comunque alla grande. Il problema sta nel fatto che la delusione di molti fans è più che giustificata.
Quindi, lo ripeterò ancora una volta, nel marasma di commenti e interventi che criticavano il mio storcere il naso per questi diari: ve lo dovevate aspettare. Scrivere un diario personale per due libri su tre, presuppone che il finale abbia due sole chance: o si continua su questa strada, ma il protagonista deve narrare le cose DOPO che sono accadute, anticipando l'impossibilità di un'apocalisse definitiva o di uno sterminio totale, oppure si cambia e si scrive in romanzo ammettendo, a mio dire, la debolezza ingiustificata dei primi due romanzi, proprio a causa della forma in cui erano scritti.
Forse, dunque, avevo ragione a temere che la trilogia si rovinasse, perchè quest'ultimo capitolo, per quanto ben scritto, non è affatto all'altezza dei precedenti, e delude le aspettative di una storia ricca di personaggi e situazioni, aggiungendone altri per allungare il brodo, e riportandoci spesso e volentieri nelle vecchie ambientazioni per combattere la mancanza di suspance con la voglia di riesumare certe emozioni del lettore.
Scrivo questa recensione in maniera alquanto critica perchè sono del parere che, se c'è qualcuno con la voglia di leggerla, allora sicuramente avrà dato uno sguardo anche ai due capitoli precedenti, e non ha più nulla da imparare su Bourne e sul suo capolavoro, ma ciò non impedisce al diario della clessidra di essere un libro validissimo, con una scrittura esperta e scorrevole e numerose occasioni di apprezzamento.
Nel panorama degli zombie, questa trilogia rimane fra le migliori.
Attenzione, però: se si scende sul campo del romanzo, il diario perde la sua unicità e si scontra con una concorrenza spietata. Questa volta non è stato facile scegliere a prescindere di acquistarlo a discapito di altre saghe di tutto rispetto come, ad esempio, Epidemia Zombie di Recht, che segue questa strada dall'inizio alla fine.
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La fine!
Premetto: non mi perderò in inutili riassunti, tanto se siete arrivati fin qui sicuramente sapete a che punto eravamo arrivati fino al secondo volume e di certo non vorrete sapere nulla riguardo a questo libro se non entrare nell'azione e leggerlo con i vostri occhi.
Troppe cose stanno succedendo, troppi input che potrei erroneamente svelare provocando l'ira (giustamente) di chi vuole assaporare il terzo e ultimo volume di questa saga.
Dico solo che il mistero si infittisce.....
I personaggi sono insieme perennemente per cercare di fare fronte a coloro che ormai dominano il mondo.
Le loro vite si intrecciano, si creano amicizie e nuove piccole comunità.
Ma bisogna stare attenti, anche il migliore amico può fare passi falsi.
La paura è cattiva consigliera!
Ma cos'è che ha creato tutto ciò?
Chi è che potrà salvarci?
La speranza è veramente l'ultima a morire?
Questo capitolo conclusivo ha l'onere e il dovere di fare chiarezza a ciò che è stato lasciato in sospeso e devo dire che, vista la conclusione del secondo, sprona ad arrivare fino alla fine.
Le vicende e i personaggi si mescolano in una costante lotta contro gli zombie che, grazie ad un errore umano, sono veloci, corrono e copiano i movimenti umani per poter mettere i denti su carne fresca.
I personaggi, ormai entrati nella vita di chi legge, sono pedine fondamentali di questo gioco su cui si basa la vita dei sopravvissuti.
Un susseguirsi di scene veloci e spesso inquietanti, complotti e interessi per la lotta alla sopravvivenza.
Ammetto che non riuscivo a staccare gli occhi dal libro e che me lo sono portato ovunque in questi giorni anche solo per poter andare avanti di qualche pagina.
La terminologia usata è "leggermente" militaresca e in questo libro, non so perchè, l'ho sentita più presente rendendo il tutto meno scorrevole, per chi non fosse abituato di certo non è una cosa a favore ma a parte questo è un degno numero 3 conclusivo.