La classe dei misteri
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Vivere è il nostro primo insegnamento
Ho trovato molto indovinato il paragone tra la nave e la scuola. Di come navigare significhi vivere, il che non è limitato al solo studio ma al rapportarsi con ogni componente del micro-cosmo scolastico.
L'autrice dimostra come sia possibili naufragare e come arroganza, bigottismo e l'ignoranza degli adulti possano spingere i ragazzi da provetti marinai a pirati, assumendo sempre più il ruolo di bulli o di vittime. Non solo gli alunni ma anche alcuni insegnanti sono vittime. I tempi sono cambiati e con esso gli insegnamenti e chi non si adegua annega buttato giù dal ponte.
Il romanzo è affrontato con la delicatezza a cui l'autrice ci ha abituato, anche se nella parte centrale la trama si arena un po', come se la Harris faticasse a svilupparla nel passare alla fase successiva del racconto.
L'argomento dell'omosessualità è ancora molto delicato da affrontare appieno senza il rischio di cadere nell'equivoco o nell'offesa. I tempi passano ed i problemi si spostano: bianchi, neri, ricchi, poveri, ladri, furbetti, omofobici, omosessuali. Se l'impegno che mette l'uomo ad etichettarsi, fosse orientato al comprendersi a vicenda, forse avremmo una nave più grande in cui c'è spazio per tutti.
In loco parentis
Siamo a St.Oswald, una scuola privata maschile del nord dell'Inghilterra, nell'autunno del 2005.
L'anziano professore di latino, Roy Straitley, si accinge ad iniziare un nuovo anno scolastico: la scuola sarà guidata da un nuovo Rettore. La sorpresa è veramente grande quando il professore si rende conto che il giovane Rettore, bello e perfetto solo in apparenza, non è altri che un suo vecchio allievo, Johnny Harrington, che ha trascorso a St. Oswald alcuni mesi del 1982. Il vecchio Straitly non si fida di Harrington, che è legato ad un'oscura vicenda accaduta in quel primo trimestre del 1982 e che riporta alla luce vecchie ferite mai rimarginate.
Il nuovo Rettore è anche deciso a snaturare il vecchio spirito della scuola, usando lo sciocco motto “Progresso nella tradizione” si propone di rottamare antiche tradizioni e valori e... anziani docenti. Ormai i tempi sono cambiati, l'educazione degli alunni è molto cambiata rispetto agli ideali di Straitley.
“In loco parentis. Un tempo significava: “Comportati come un genitore ragionevole.” Oggi praticamente nessuno sa cosa significhi. E poi, la maggior parte dei genitori oggigiorno non è affatto ragionevole. Sono litigiosi, legittimati a esprimere la loro opinione, creduloni, difensivi, maleducati e ossessionati dallo spendere bene i propri soldi. Come dice il Nuovo Rettore: non più genitori, ma clienti.”
Straitley, quasi da solo, o con pochi ambigui aiutanti riuscirà a salvare St.Oswald, fare luce su una vecchia ingiustizia e rimandare ancora un po' la temuta pensione?
Il lettore viene accompagnato dalla scrittura accattivante della Harris a chiarire l'enigma in cui niente è come sembra.
Consiglio vivamente la lettura di questo libro, che mi è piaciuto davvero tanto, non solo perché il ritmo è abbastanza incalzante e si susseguono i colpi di scena che tengono l'attenzione del lettore alta. Mi è piaciuta soprattutto l'ambientazione scolastica, le riflessioni sul mestiere di insegnante fatte finalmente “da dentro”. Si capisce benissimo che l'autrice sa di cosa sta parlando (al contrario della maggior parte dei libri che ho letto con personaggi insegnanti). Il vecchio professore non è descritto come il solito fallito che fa un mestiere pagato poco, ma come un uomo che ama profondamente il proprio lavoro, si prende cura dei suoi alunni, tutta la sua vita è racchiusa in St.Oswald. Purtroppo, come in ogni altra parte della società, anche nella scuola si nascondono ombre, angosce, disperazione e diversità, insieme a speranze, amore, amicizia, solidarietà, portate dall'umanità che vi si racchiude.
“Mi ha fatto un sorriso, un pochino troppo smagliante. “Pure tu dovresti pensare alla pensione. Vedere il mondo prima che sia troppo tardi.”
Ho scrollato le spalle e ho spento la sigaretta. “Perché prendersi il disturbo? Qui c'è tutto.”