Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror La città degli assassini. Il sangue del Doge
 

La città degli assassini. Il sangue del Doge La città degli assassini. Il sangue del Doge

La città degli assassini. Il sangue del Doge

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La trama e le recensioni di "La città degli assassini. Il sangue del Doge", romanzo di Jon Courtenay Grimwood edito da Newton Compton. Venezia, 1407. La città è all’apice della sua potenza e a Palazzo Ducale fervono i preparativi per il matrimonio della giovane cugina del doge, Giulietta dei San Felice dei Milione. Per volere di suo zio Alfonso e della dogaressa Alessia, Giulietta sarà costretta a sposare Janus, re di Cipro, un’unione che consentirà a Venezia di proteggere e ampliare le sue floride rotte commerciali. Ma una notte, mentre prega nella cappella privata, Giulietta viene rapita da alcuni uomini incappucciati, e di lei si perdono le tracce… Al porto, intanto, gli ufficiali della dogana sequestrano un galeone. Al suo interno trovano un prezioso carico e, nascosto nella stiva, un ragazzo nudo, incatenato, dai capelli argentei e dalla stupefacente bellezza. Quando gli ufficiali irrompono sulla nave, il ragazzo si getta in acqua e riesce finalmente a fuggire. Solo e senza più memoria del suo passato, Tycho attraverserà le calli più buie di Venezia, tra gente disperata, prostitute, ladri e vagabondi, lottando contro le forze oscure che lo circondano…

Jon Courtenay Grimwood è nato a Malta ed è cresciuto tra Oriente, Gran Bretagna e Scandinavia. Ha collaborato con diverse riviste e giornali tra cui «The Guardian». Autore di numerosi romanzi, tradotti in tutto il mondo, ha vinto due volte il premio BSFA Award for Best Novel. Vive tra Londra e Winchester con la moglie, la scrittrice Sam Baker.



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La città degli assassini. Il sangue del Doge 2013-02-25 10:10:51 bruno mohorovich
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Opinione inserita da bruno mohorovich    25 Febbraio, 2013

deludente

Il bello,e il limite della scrittura,e' che si puo' inserire in qualsiaisi contesto qualsivolgia elemento. Ora,ricorrere a licantropi e vampiri nella Venezia dogale del 1400 mi sembra un po' eccessivo: ma sono probabilmente io che non amo questo genere. Se ho comperato il libro e' perche' mi affascina Venezia: una citta' che l'autore ha il merito (solo questo) di farci vedere non attraverso il lusso dei suo aristocratici palazzi, feste in maschera o quant'altro; egli ci porta a spasso per calli maleodoranti dietro alle quali si nascondono lerciume, miseria, prostituzione. La trama e' ben poca cosa se al suo centro non ci fosse la figura di Thyco, questo giovane presunto vichingo che la notte si trasforma in vampiro e desta l'orrore e la sorpresa di quanti gli vivono accanto. Lo stesso personaggio di Giulietta che sembrava dover essre il nucleo della vicenda finisce per essere un personaggio secondario. L'unica nota positiva e' la collocazione storica, personaggi che discendono direttamente da Marco Polo e la soddisfazione di qualche curiosita', quale quella del colore nero delle gondole. Per il resto un romanzo che si fa leggere con fatica, per nulla coinvolgente,con una scrittura poco scorrevole e che non lascia, purtroppo, nessun ricordo piacevole.Ho cercato il significato della parola Krieghund in rete ed effettivamente mi da' una razza di pastore tedesco: usare il termine come licantropo credo sia una liberta' dell'autore, il quale non si prende neanche la briga di darcene una ragione. Il finale mi sembra aperto e spero solo che non ne esca un seguito: di certo io non saro' fra i suoi lettori.

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