La caduta
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Mostri che non si fermano
E’ vero che è un thriller, ma è soprattutto una storia dolorosa. Perché racconta di mostri che non si fermano, di traumi e perversioni sperimentate nell’infanzia che tornano a galla nell’età adulta e che condizionano la vita e la scelta di coloro che da bambini sono stati delle vittime. Rispetto ad altri libri dello stesso autore mi è sembrato però che mancasse un po’ di ritmo narrativo, un po’ di brio. L’ossatura del romanzo sta nel collegamento, che sembra impossibile, fra due casi, uno attuale ed un cosiddetto cold case. Questa è l’idea di base e decisamente buona. Però l’impressione è quella di un libro stanco, che si trascina un po’ da solo. Direi proprio sottotono rispetto ad altre storie dove il protagonista spumeggiava.
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Stavolta ben due casi per Harry Bosch
Ad Harry Bosch e al suo partner è appena stato assegnato un caso, una ragazza stuprata e uccisa 20 anni prima di cui però sono state scoperte nuove prove, quando il figlio del suo acerrimo nemico ed ex capo della polizia Irving viene trovato morto: si è buttato da quella camera di hotel o è stato spinto giù? Irving chiede che ad indagare sull'accaduto sia proprio Bosch, perchè sa quanto sia integerrimo nel suo lavoro e che non si farà influenzare da niente. Per Bosch "Tutti contano e non conta nessuno" è il suo motto, ecco perchè vuole dedicare la stessa attenzione ai due casi, nonostante le pressioni di Irving.
Alla fine Bosch riuscirà a scoprire la verità in entrambi i casi, ma aprirà un vaso di Pandora che travolgerà anche lui...
Come al solito un ottimo libro, ben scritto, probabilmente in questo caso più che sulle indagini, Connelly si focalizza più sulla politica che muove le fila, vuole farci vedere come in ogni caso, ci siano sempre intrecciati gli interessi politici e anche colui che vuole fare il suo lavoro per bene, deve in qualche modo scenderci a patti. Il finale è un po' amaro, non una novità con Connelly.
Bosch è una certezza, mi conquista sempre, ora poi che grazie alla figlia, riesce a tirare il suo lato umano, mi piace ancora di più.
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HARRY BOSCH INOSSIDABILE!
Nuovo thriller della serie dedicata al detective Harry Bosch, che non delude. Giusta dose di suspance, personaggi credibili, storia avvincente, ricca di avvenimenti in successione che tengono desta l’attenzione del lettore. Lo stile di Connelly è riconoscibile, la sua penna sapiente. Cosa si può chiedere di più ad un thriller che si rispetti?
Ma veniamo alla trama…
Il detective Bosch ed il suo collega David Chu, fanno parte del nucleo investigativo – Unità Casi Irrisolti – di Los Angeles, sono la sesta squadra che compone il team, alla quale vengono affidate le indagini più delicate, per le quali è richiesta molta esperienza. Nell’UCI vengono presi in esame tutti i casi per i quali non è mai stato identificato un colpevole e riesaminati utilizzando le ultime tecniche di laboratorio, per trovare e dare un nome a tracce non identificate nelle indagini risalenti fino a cinquant’anni prima.
Ecco che a ridosso della vacanze natalizie, come fossero strenne, vengono distribuite alla squadra ,buste provenienti dal laboratorio della scientifica con nuovi indizi investigativi riguardanti vari casi irrisolti.
Bosch deve trovare spiegazioni in merito al motivo per cui, per l’omicidio di Lily Price diciannovenne, avvenuto nel 1989, risulta che una traccia di sangue isolata sul collo della giovane, trovi riscontro con le caratteristiche del dna di un condannato per reati sessuali che all’epoca dell’omicidio sembra avesse solo otto anni. Possibile che un bambino sia da ritenere responsabile di un così violento crimine? Possibile che il laboratorio abbia sbagliato nell’esaminare il campione? Il rischio nel diffondere una notizia simile è che vengano messe in discussione, dagli avvocati della difesa, innumerevoli condanne ottenute seguendo le procedure in uso. Bosch intende fare chiarezza, ma soprattutto affidare alla giustizia il colpevole. Con la solita energia e caparbietà inizia l’analisi delle prove..
Appena i detective iniziano a prendere in esame i documenti del loro “caso freddo”, Bosch viene incaricato, su richiesta di un politico, con il quale in passato ha avuto più di uno scontro, di indagare sulla morte del proprio figlio, avvenuta in circostanze dubbie. Si tratta di omicidio o di un suicidio?
Bosch si trova impegnato in due indagini delicatissime, come un funambolo deve districarsi, tra le pressioni dei superiori dovute agli aspetti politici di un caso, alla possibilità, nell’altro caso, di mettere in luce pecche ed errori nella raccolta e gestione delle prove.
Non manca l’aspetto personale di padre di un’adolescente, spesso lasciata sola per seguire i propri casi, non mancano riflessioni sulla prossima prospettiva della pensione, che da un lato viene auspicata, ma dall’altro c’è il tentativo di procrastinarla il più a lungo possibile, non mancano nemmeno incomprensioni con il collega Chu.
Che dire di più! Connelly non delude, e Bosch, nonostante l’avanzare del tempo non perde lo smalto, come altri personaggi “storici”,che ormai fanno parte dell’immaginario dei molti appassionati del genere, anzi, come un buon vino, diventa più pregiato e prezioso e non diventa aceto.