La biblioteca dell'anatomista
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Vedere cosa c'è sotto...
XVI secolo: un ragazzino e il demonio che alberga dentro di lui e un barbiere coi suoi coltelli; un viaggio da Bergen alla Germania, per poi finire in Italia incappando, non molto fortuitamente, in un anatomista e la sua grande conoscenza.
Virginia, oggi: il curatore dell'Edgar Allan Poe Museum viene trovato barbaramente ucciso, il corpo appeso al monumento dedicato a Poe, la testa nel cestino dell'immondizia nel suo ufficio.
Norvegia, oggi: un efferatissimo omicidio sconvolge la tranquillità della biblioteca Gunnerus, a Trondheim.
Ecco brevemente (molto brevemente) riassunti i tre piani su cui si sviluppa la narrazione: all'interno della vicenda, che si svolge ora in Norvegia e ora in Virginia, troviamo continui flashback che raccontano, in modo seppur diverso, le origini di quel male che si è insinuato nelle vite delle attuali vittime, ponendovi fine.
Nell'insieme, il romanzo mi è piaciuto, ma devo ammettere che ho fatto abbastanza fatica ad entrare nella storia e nelle prime 50 pagine son stata ripetutamente tentata di mollare; per fortuna ho resistito e mi son così potuta godere un buon libro, scritto abbastanza bene, con qualche pecca (fra cui la lentezza iniziale), ma che tutto sommato mi ha regalato qualche ora piacevole, in compagnia di protagonisti, morti e vivi, dalle vite interessanti e particolari.
L'aspetto raccapricciante di tutta la vicenda mi ha abbastanza coinvolta e non mi viene difficile pensare che sin dai tempi passati l'essere umano fosse affascinato e interessato a conoscere ciò che si cela sotto la sua stessa pelle.
I personaggi sono tutti ben caratterizzati e durante la lettura riusciamo bene a comprendere chi è chi, cosa fa, cosa ha subito nella sua vita e chi è ora. Ho notato che per i personaggi principali si è particolarmente dato peso al fatto che avessero alle spalle qualcosa di brutto; non ho ben compreso questa scelta, il voler a tutti costi puntare le luci sulle brutture della vita, ma pur non comprendendo devo ammettere che questo elemento contribuisce a dare "umanità" alle parti: di fatto, sono persone come noi, che hanno affrontato difficoltà nella vita e che ne sono uscite.
In linea di massima, mi sento di consigliare questa lettura: la trama è, tutto sommato, interessante, i dettagli raccapriccianti, ma non sconvolgenti e la storia di per sé, regge abbastanza da meritare di esser letta.
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LA BIBLIOTECA DELL'ANATOMISTA
Definirei questo libro come un thriller “che cuoce a fuoco lento”. La forza di questo romanzo è proprio quella della pazienza. La storia è impostata su tre diverse situazioni; una più storica, ambientata nella Norvegia del 1500, mentre le altre due ai giorni nostri, ma in due differenti paesi; Stati Uniti e Norvegia.
Prima di arrivare al collegamento di tutte queste situazioni bisogna dare il tempo all’autore di districare la trama per poter mettere tutti i tasselli al posto giusto.
Questi continui salti temporali potrebbero essere per alcuni lettori un problema, mentre per altri un valore aggiunto, capace di dare vivacità al romanzo. Personalmente l’ho considerato positivamente, anche perché in questo modo non viene proposto un unico protagonista già dalle prime pagine come succede in molti altri libri, ma una serie di figure, tutte molto diverse ed interessanti.
La descrizioni delle scene del crimine sono molto crude e raccapriccianti. Sarà con un’ intuizione, a dir poco fortunosa, a collegare due orribili omicidi accaduti a qualche migliaio di chilometri di distanza. Forse quest’aspetto è la cosa che l’autore poteva curare maggiormente, optando per una soluzione più ricercata. Forse anche i veri investigatori usano “Google” nelle loro indagini !!
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Partita a scacchi
Leggere questo giallo è un pò come giocare una partita a scacchi, che si snoda nel tempo, in secoli diversi, e nello spazio fra la Virginia e la Norvegia, terra bislunga e fredda, che fa da sfondo principale. Ci sono due omicidi su cui indagare, terribili, accumunati. Da un'unica mano? Da un unico movente? L'aspetto che mi ha più colpito è la lucidità dell'assassino. E poi c'è un personaggio secondario, una giovane e spavalda bibliotecaria, dallo spirito di osservazione acutissimo, che mi ha colpito, più dei personaggi principali. Belli i salti nel tempo. Belli i collegamenti. Un pò cruente certe descrizioni.
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PECCATO LA FINE...
Primo libro anche per questo autore, che in Norvegia ha ottenuto grande successo ed un premio come miglior romanzo di esordio.
Progetto ambizioso dell’autore è stato articolare la vicenda su tre piani differenti di narrazione; il libro alterna passaggi con episodi avvenuti nel XVI secolo, dove prende spunto da personaggi realmente esistiti nella storia, come i primi anatomisti, che, nella zona di Venezia, potevano requisire cadaveri di delinquenti da portare su rudimentali tavoli autoptici all’aperto dove un pubblico assisteva alla dissezione e spiegazione dell’anatomista delle varie parti del corpo, in questo contesto, la figura di un frate errante alla ricerca di un particolarissimo set di coltelli da dissezione, lascia dietro di sé una scia di morte…
Il secondo piano, viene ambientato ai giorni nostri in Virginia, dove il curatore dell’Edgar Allan Poe Museum, Efrahim Bond, appena si ritrova per le mani una sensazionale scoperta, viene trovato cadavere, barbaramente ucciso, al quale viene asportata gran parte della pelle del tronco, sulla cui morte viene chiamata ad operare Felicia Stone,poliziotta, con un passato di violenza che pericolosamente si intreccia all’indagine in corso.
Il terzo piano è ambientato ai giorni nostri in Norvegia, dove viene trovata cadavere all’interno di una camera di sicurezza della biblioteca nella quale lavora, Gunn Brita Dahle, stesso modus operandi che ricalca una descrizione presente in un libro antichissimo conservato in quella stessa stanza, che risulta essere scomparso, ad indagare in questo caso è Odd Singsaker, appena rientrato in servizio dopo un delicato intervento chirurgico di asportazione di un tumore al cervello.
Aspetto singolare risulta essere che l’assassino, a parte una breve descrizione all’inizio del libro riguardante l’uccisione e occultamento di una donna ed il proprio figlio, non viene assolutamente menzionato. L’autore non permette al lettore di entrare nella mente perversa di un soggetto capace di simili delitti, non permette di poter provare il terrore ed il timore che questo malato risveglia nelle proprie vittime, nel momento in cui compie le sue efferatezze, la pecca più grande del libro a mio parere è questa, oltre al finale affrettato, nelle ultime 50 pagine avvengono una quantità di eventi che non possono essere ben sviluppati, quindi vengono frettolosamente descritti dall’autore, il quale , inserisce diversi tratti discorsivi di spiegazione dei vari avvenimenti e delle motivazioni che hanno portato a tale epilogo.
La storia parte molto bene, mi piace l’alternanza delle ambientazioni tra passato e presente, America e Norvegia, ma il killer dov’è? Non è lui il personaggio principale e quasi nemmeno il personaggio secondario, ho letto un libro scorrevole, dove mancano passaggi importanti sia come indagine che come descrizione dei personaggi per arrivare a piacermi totalmente.
Sembra che l’autore non abbia ben focalizzato la sua attenzione sul genere di libro da scrivere. Romanzo? E’ troppo “forte” ( come immagini evocate) per poter essere definito come tale… Trhiller? E’ troppo poco attento a definire vittime e carnefice…..
Ci sono poi due cadute di stile davvero grossolane e superflue a mio parere, riguardanti il personaggio di Singsaker che non svelo, ma che non aggiungono nulla alla storia, invece, per contro, “rovinano”la sua capacità e correttezza nel lavoro….