L'uomo sbagliato
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Un amore malato
Ashley è una ragazza come tante, studia arte ed ha un lavoro part time in un museo che la soddisfa e le consente di non dipendere dai genitori.
Boston è un buon posto per cercare la propria strada e nel frattempo vivere una vita piena di distrazioni e amicizie. Una vita come quella di tante altre, che diventa improvvisamente diversa quando, a conclusione di una serata con troppo alcool, finisce a letto con Michael O’Connell.
Perché Michael O’Connell non è come gli altri ragazzi che sono passati nella vita di Ashley e lei dovrà presto rendersene conto.
Comincia in questo modo un terribile caso di persecuzione amatoria, di sopraffazione e terrore, insomma di stalking.
Michael non accetta che si sia trattato di una volta e basta: ritiene che Ashley sia diventata una sua proprietà e che menta quando dice di non amarlo. Un amore (malsano) grande come il suo non può non essere ricambiato e lui sarà ben capace di imporle la sua presenza.
È un soggetto particolare Michael: non un gesto di violenza, non una esplicita minaccia… ma ha la capacità di terrorizzare Ashley e tutta la sua famiglia, con il sorriso sulle labbra.
Il libro è teso e ruvido, ben scritto e ben architettato. La presenza di Michael diventa reale anche per chi legge e quasi ci si sente direttamente minacciati tanto quanto la povera Ashley e tutti coloro che la amano e tentano di proteggerla.
Il fenomeno dello stalking, molto frequente di questi tempi, per chi non ci è passato sembra quasi un piccolo fastidio, facilmente eliminabile attraverso la denuncia alle autorità competenti. Ma è sempre vero? Ed è sempre possibile denunciare? O è necessario trovare strade alternative, come per esempio fare stalking sullo stalker?
Bel thriller, teso e adrenalinico. Da leggere.
[…]
Quando lesse per la prima volta la lettera trovata appallottolata e infilata in un vecchio paio di calze sportive bianche, nel primo cassetto del comò di sua figlia, circa due settimane dopo la sua ultima visita, Scott Freman seppe immediatamente che presto sarebbe morto qualcuno.
Non se ne rese conto subito, ma quella sensazione lo invase come un sentore di sventura imminente e gli si insediò in un angolo freddo giù in fondo al petto. Restò immobile, gli occhi intenti a scorrere più e più volte il foglio di carta: “Nessuno può amarti come ti amo io. Nessuno potrà mai. Siamo fatti l’uno per l’altra e niente può cambiare questo dato. Niente. Staremo insieme per sempre. In un modo o nell’altro.”
La lettera non era firmata.
[…]