L'uomo di gesso
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Da che pulpito
Di solito le cittadine in cui si conosce tutti, dove molti frequentano gli stessi posti, la stessa parrocchia, tendono ad essere ambienti tranquilli. I classici posti delle pubblicità dove vorremmo far crescere i nostri figli.
E' proprio nei migliori thriller che queste cittadine sono l'habitat ideale per un killer. Come spesso accade in queste circostanze, ognuno dubita dell'altro. E se fossero tutti colpevoli? E se ognuno avesse uno scheletro nell'armadio?
La scrittura poetica e tranquilla contrasta fortemente con gli episodi forti ed il linguaggio scurrile dei personaggi.
La storia ê molto interessante ed il finale è sorprendentemente inaspettato.
Se avessi dovuto dare la mia opinione a metà lettura, avrei detto che il romanzo manca un po' di ritmo e di suspense. Credo che l'autrice abbia voluto dare questa pacatezza proprio per stupire nel finale, come se il lettore non dovesse aspettarsi altro.
La restrospezione è ben curata e dona al romanzo la sensazione di leggere una sceneggiatura di un film con un aumento di tensione alla fine di ogni capitolo.
Un gran bell'esordio ricco di sospetti e punti di vista che mi hanno ricordato un po' "Le voci di dentro" di Eduardo de Filippo. D'altronde come diceva il grande maestro "L’uomo non è cattivo. Ha solo paura di essere buono".