L'uomo che andò in fumo L'uomo che andò in fumo

L'uomo che andò in fumo

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Una misteriosa scomparsa spinge il commissario Beck nelle trame di un intrigo internazionale: un giornalista di successo di Stoccolma sparisce nel nulla durante un viaggio di lavoro a Budapest. Sullo sfondo di una città imponente e misteriosa sulle rive del Danubio uno dei gialli più avvincenti della coppia svedese.



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L'uomo che andò in fumo 2014-07-13 13:25:58 MATIK
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MATIK Opinione inserita da MATIK    13 Luglio, 2014
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L'uomo che andò in fumo.

"In questo formicaio c'è il signor CHI, abitante in via DOVE?"
Un giornalista andato a Budapest per lavoro scompare nel nulla, Martin Beck è costretto ad interrompere le sue vacanze per cercare di ricostruire ciò che realmente è successo a quest'uomo.
Il nostro poliziotto, anche questa volta ci stupirà, riuscirà con la sua caparbietà e perseveranza a scoprire la verità, l'uomo sembra scomparso nel nulla, senza lasciare nessuna traccia, in un paese diffidente e misterioso, grazie ad un unico elemento che sembra del tutto insignificante, la valigia lasciata dal giornalista all'hotel, si arriverà a capo dell'enigma.
Secondo racconto della serie, con la stessa classe che ho già trovato nel primo, mi sono appassionata anche a questo, Martin Beck ci insegna che bisogna cercare con insistenza nei pochi elementi che fanno capo all'indagine, è necessario avere spirito di osservazione e non credere mai a quello che vediamo al primo colpo d'occhio. Acuto, burbero e testardo sono i tre assi nella manica di questo ottimo poliziotto!
"Martin Beck, il detective nato, l'ottimo osservatore, sempre impegnato ad annotare particolari insensati da archiviare per uso futuro. Al punto da non potersi fare venire idee strane in testa: non c'era posto per loro con tutto l'affollamento che c'è lì dentro."

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per chi ama i gialli scandinavi
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L'uomo che andò in fumo 2013-08-28 20:21:24 gracy
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gracy Opinione inserita da gracy    28 Agosto, 2013
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Romanzo su un crimine

La coppia di coniugi Sjöwall Maj e Wahlöö Per cominciò a scrivere gialli ambientati nei paesi scandinavi a partire dagli anni 60, prima ancora di Mankell, prima di Nesbo, prima della coppia Roslund Anders- Hellström Börge, prima di Larsson e prima di qualsiasi altro scrittore del nord che catalizza le librerie con un giallo preconfezionato all’ultimo grido. Sjöwall Maj e Wahlöö Per c’erano prima e sono stati i veri fautori di un genere poliziesco elegante e interessante, che risente tanto dell’essenza degli anni 60 e della cornice geografica molto pittoresca e ammaliante del nord Europa. E’ un’altra epoca, ma i loro libri vivono di luce propria come allora.

La caratteristica di questi gialli è proprio il tempo in cui si inseriscono le vicende, gli anni 60 sono gli anni in cui si sedimenta il dopoguerra ed è costituito da personaggi nati anagraficamente negli anni 30. La cosa che colpisce è chiaramente il metodo investigativo e l’attenzione nei dettagli, quello legato alle indagini con pedinamenti stile "backtiling" all’americana, scambi di passaporti, barbe e baffi, occhi azzurri e capelli rossicci ovunque, donne statuarie e procaci un po’ vittime e un po’ di facili costumi, una foto, il dettaglio di una valigia, la marca di una macchina da scrivere, mentre i poliziotti aspettavano nei loro uffici di Stoccolma le telefonate per i riscontri agli orari prestabiliti, praticamente ambienti che non inducevano a ragionamenti di ampio respiro. Niente cellulari, niente DNA.
La dicitura “romanzo su un crimine” cambiava le precedenti etichette di genere del romanzo poliziesco e del romanzo giallo.
Saltano all’occhio anche le abitudini di questi paesi, il fumo era permesso ovunque aerei compresi, negli alberghi ungheresi mancava la carta igienica, il Nord Europa è stato sempre al top nel consumo di alcool, tra Tuborg e grog a fiumi.

“L’uomo andò in fumo”, è l’indagine sulla scomparsa di un uomo, un giornalista assente da dieci giorni, pochi indizi tra l’altro distribuiti in vari paesi come Bulgaria, Romania, Austria, Germania e tanto intuito e meditazione per l’ispettore Martin Beck. Questa è la sua seconda indagine, che ho trovato molto ben strutturata come è stato per il primo della serie: Roseanne.
Scritto con classe e perfezione questo giallo è una chicca che non deve mancare nelle librerie di chi ama il genere.

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Gialli e chi si vuole accostare al giallo "vintage"
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L'uomo che andò in fumo 2010-11-30 20:14:59 Cristina V
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Cristina V Opinione inserita da Cristina V    30 Novembre, 2010
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Davvero piacevole...


Davvero piacevole scoperta anche per me! Ho letto questo romanzo per cimentarmi nella lettura di altro tipo di giallo, quello svedese.
E', come già molti altri di cui ho parlato, un giallo "tranquillo",senza violenze ; ma è raffinato, veramente godibile.

Il personaggio principale è Martin Beck, commissario di polizia di Stoccolma, uomo normale, qualunque, ma con spiccate doti di percezione e di analisi. Uno che , provando e riprovando, mette insieme con pazienza i tasselli di un puzzle.

Il nostro commissario deve ritrovare un uomo scomparso nel nulla- andato in fumo, appunto!- a Budapest.
Lo scomparso, un giornalista, è un tipaccio: sgradevole, beone, talvolta violento. Martin Beck parte per Budapest e...poi è tutto da leggere!

L'indagine del poliziotto è lenta e sistematica , e ci porta, indizio dopo indizio, ad una soluzione finale che non ha nulla di clamoroso, ma è "reale".

La Budapest che ci raccontano i due autori è piacevole, ben narrata: la vecchia città di Buda, il fascino del Danubio...
Una buona ambientazione aggiunge meriti alla già pregevole storia!
Consigliato agli amanti del genere.

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L'uomo che andò in fumo 2009-12-13 22:31:40 Tanu
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Tanu Opinione inserita da Tanu    14 Dicembre, 2009
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Ma che bella sorpresa!

Una piacevole scoperta, questa coppia di scrittori svedesi degli anni sessanta! L'ispettore Martin Beck, una sorta di Maigret scandinavo, frappone situazioni comiche ad altre ad alta tensione. La storia narra della ricerca di un giornalista svedese che scompare nell'Ungheria ai tempi della cortina di ferro. La collaborazione con la polizia locale, non sempre facile, porta Beck a trovare la soluzione dopo alcune disavventure. Un libro gradevole, ironico, con un giusto pizzico di sano auto-umorismo. Penso che leggerò altri titoli dagli stessi autori.

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Simenon, Chandler
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