L'uomo che amava le tenebre
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Nell'ora più buia
Christopher Snow è un giovane scrittore, affetto da una rara malattia genetica è confinato in casa durante il giorno. I raggi solari infatti lo ucciderebbero, per questo motivo passeggia esclusivamente durante le ore notturne, muovendosi in un limbo temporale durante il quale tutti (o quasi) sono devoti a Morfeo.
La solitudine è esorcizzata grazie all'amicizia col surfer Bobby e soprattutto alla presenza della bella Sasha, di cui è innamorato, corrisposto, in maniera folle. Impossibile poi dimenticare il fedele e simpatico golden retriever Orson, una sorta di inattaccabile conferma riguardo al cane eletto a miglior amico dell'uomo.
La recente morte della madre e quella imminente del padre inducono Chris in uno stato piuttosto depresso; nulla a che vedere tuttavia con ciò che lo attende al varco, ovvero un'avventura strettamente legata alla base militare di Fort Wyvern, in cui esperimenti non meglio specificati rischiano di mutare profondamente, se non addirittura distruggere, il mondo per come lo conosciamo.
A cavallo tra la fantascienza complottistica e i beast movie anni'70-'80 Dean R. Koontz si rende autore di un romanzo di puro e semplice intrattenimento, occhieggiando ancora una volta al miglior Stephen King, di cui comunque fornisce un'imitazione non proprio esemplare.
Le lunghe digressioni inerenti il background dei personaggi e la minuziosa descrizione degli ambienti fanno perdere spesso di intensità al romanzo, che qualche buon momento lo vanta pure.
Certo, la definizione dei caratteri in gioco è da bigino dello stereotipo e pure la divisione tra bene e male appare troppa avara di sfumature.
La costruzione è tutto sommato accettabile anche se molto resta irrisolto (questo perchè trattasi del primo romanzo di una trilogia, al momento credo ancora orfana dell'ultimo capitolo). A tratti l'inquietudine fa capolino con una certa insistenza, il problema però sta nella penna di Koontz, non sempre in grado di tenere la tensione in pugno, sminuendo spesso il tutto con l'ideazione di situazioni piuttosto illogiche.
A questo romanzo farà seguito "Tracce nel buio", sempre con protagonista Snow e di cui sconsiglio la lettura. "L'uomo che amava le tenebre" è invece legato a "Mostri", scritto una decina d'anni prima dal prolifico autore, che appunto, come il fratello povero di King, sembra voler allestire una dimensione personale in cui personaggi e avvenimenti ritornano intrecciandosi tra loro.
Se si desidera una lettura leggera e "fantastica" raccomanderei questo autore, però punterei su altri titoli.
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Tanto fumo...
Ho scoperto oggi che questo libro è il primo di una trilogia avente come protagonista il nostro Christopher Snow... bene, io mi fermerò a questo.
La trama ad una prima scorsa sembra piuttosto accattivante: Christopher vive nella tranquilla cittadina di Moonlight Bay ed è costretto a muoversi di notte perchè affetto da xeroderma pigmentoso che lo rende gravemente fotosensibile. Una vita piena di ostacoli che viene funestata da misteriosi avvenimenti che hanno a che fare con una serie di esperimenti... ma non voglio dirvi troppo, altrimenti svelerei quel poco di buono che c'è in questo romanzo: la suspance!
La storia in sè non mi ha mai veramente presa lungo tutto il corso della lettura: sono andata avanti un po' per inerzia; non che sia un romanzo piatto, però mi aspettavo argomenti diversi e quelli trattati dall'autore, in genere, non catturano molto il mio interesse. Un'altra carenza lo stile: fosse stato più intrigante, probabilmente avrei trovato maggiore soddisfazione nella lettura, nonostante i temi non rientrino tra i miei preferiti. Poi ho avuto spesso l'impressione che l'autore si rifacesse un po' troppo da vicino allo stile di Stephen King in alcuni tratti e di John Grisham in altri.. una pallida versione di entrambi in ogni caso.
Non mi sento però di sconsigliarlo al 100%: probabilmente ad alcuni appassionati dell'autore o del genere potrà piacere e anche tanto (se ne ha fatto una trilogia, Koontz avrà probabilmente un nutrito numero di lettori al seguito).
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