L'ultimo vangelo
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Recensione della Redazione QLibri
L'ultimo Vangelo
C'è un proverbio arabo che dice: la vita si compone di due parti, del passato che è solo un sogno e del futuro che altro non è che un desiderio.
"Mettimi come un sigillo sul tuo cuore, poiché forte come la morte è l'amore, tenace come gli inferi è la passione: le sue vampe son vampe di fuoco, una fiamma del Signore".
Altro proverbio arabo: Quando parli, il tuo discorso deve essere migliore di quello che sarebbe stato il tuo silenzio.
Ecco attraverso questi tre passaggi mi sembra di poter racchhiudere la descrizione di questo romanzo storico, che per stile e descrizione dei fatti può ricordare vagamente alcune opere del celebre Hitchcock, tra tutte la donna che visse due volte.
Pensate 583 pagine per descrivere gli avvenimenti che si sviluppano in un paio di giorni, inframmezzati dal racconto della conquista dei turchi di Costantinopoli, durante la quale i personaggi hanno dato il "là" agli intrighi ed enigmi che ci accompagneranno praticamente fino alle ultime pagine.
Sembra di attraversare un incubo, un sogno, una speranza disperata leggendo la trama descritta in queste pagine che si fa un po' fatica a leggere all'inizio ma poi l'autrice riesce a cogliere nel segno e ad attrarre, con una fosca trama, il lettore che divora letteralmente le parole per scoprire cosa è realtà e cosa è immaginazione.
Di sicuro impatto sono le descrizioni degli scontri sulle mura di una Costantinopoli cristiana asserragliata dai turchi musulmani.
Finale un po' affrettato ma non ha rovinato un altro buon colpo editoriale della Fannucci con Time Crime.
Buona lettura a tutti.
Syd
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ALLA RICERCA DEL MANDYLION SCOMPARSO
“Morire è come dormire. E’ come dimenticare. Non ci sono parole per descrivere una sensazione così meravigliosa. Al contrario, basta una sola parola per descrivere la sensazione, atroce come il dolore, di sapersi dichiarata morta ma essere invece ancora viva, in grado di respirare e di provare ogni sensazione, e quella parola è Inferno”.
Alessandra d’Ascoli è una mercante di reliquie, nonché confidente di papa Niccolò V; quando si sveglia in un’abbazia nelle innevate terre abruzzesi, non si ricorda come e perché sia arrivata fino lì, né tantomeno cosa e chi l’abbiano portata in quel luogo sperduto d’Italia; si sente stanca, debole e affamata; ha dei ricordi confusi che si rincorrono l’uno con l’altro; è ferita ma non ricorda granchè, o meglio, ogni volta che si risveglia rivive una parte del suo passato, fino a che quest’ultimo non si rincontra col presente.
Un presente fatto di nemici, traditori, vecchie conoscenze, antiche reliquie e parole misteriose, come il mandylion, oscura, quanto ricercata, raffigurazione di un’immagine non realizzata da mano umana… cosa sarà mai? Dove sarà nascosta? Perché è così importante per il mondo religioso in cui vive? Che cosa centra lei con tutto questo?
Nonostante la mole del libro, l’intero romanzo si svolge nell'arco di pochi giorni: è un thriller dal sapore storico che svela il segreto di questo ricercato e prezioso mandylion.
Le prime duecento pagine sono un po’ pesanti da leggere, il ritmo è lento e la storia confusa; poi, quando le nebbie che avvolgono la memoria di Alessandra iniziano a diradarsi, diventa più facile anche per il lettore capire le vicende e leggere un po’ più piacevolmente le restanti pagine… devo ammettere che, a mio parere, l’intera storia poteva concludersi più brevemente, dal momento che la fine del libro sembra essere stata tagliata notevolmente rispetto al resto e la conclusione appare un po’ deludente dopo così tanto penare!
Non so se lo consiglierei, ma fatemi sapere la vostra opinione! Nel frattempo… buona lettura!
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