L'ultimo libro
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Il nome del gladiolo
Lettura scorrevole, ma non aspettatevi un giallo impegnativo. I dialoghi sono frizzanti e il finale, cioè le ultime righe sono decisamente la trovata migliore. Unamuno avrebbe approvato il finale. Il libro cita così spesso il nome della rosa che un ispettore di polizia potrebbe sospettare che Eco abbia commissionato la stesura del romanzo per poter vendere il suo.
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ALLA RICERCA DELL'ULTIMO LIBRO
Ho trovato questo libro quasi per caso, in un negozietto al mare che vendeva libri a me sconosciuti!
Mi ha intrigato subito il titolo e la sua presentazione sulla copertina:
"Un giallo sorprendente sul potere della letteratuta".
All'inizio devo dire che non mi intrigava molto, non è stato facile affezionarmi ai protagonisti
come di solito mi accade e l'ho iniziato come un libretto facile facile da leggere e finire in un giorno.(le pagine sono davvero poche ed è scritto in grande).
Ma la storia, andando avanti, si faceva sempre più intrigante.
In una libreria sono avvenute delle morti strane, gente che si metteva a leggere un libro e di colpo ecco che muore davanti al libro, una volta aperto. Cosa è mai potuto accadere?
Cè un assassino dietro tutto questo come pensa il detective Dejan, ispirandosi al Nome delle Rosa
o c'è dell'altro, poteri soprannaturali e magia?
Chi è coinvolto veramente, perchè la gente muore aprendolo?
E qual'è la magia di ogni te bevuto nella sala che conosce Vera?
La storia in sè per sè è abbastanza originale, peccato che il tutto viene descritto troppo
velocemente.... Il finale mi ha lasciata perplessa....
Originale sicuramente, un bel colpo di scena, questo è certo, ma non credo di capire fino in
fondo il vero suo significato......Insomma, secondo me , bisognerà soffermarsi sull'ultimo libro...
Ultimo libro.....caspita, quante morti hanno dovuto però passare nella storia per poter scoprire
in realtà cosa si celasse dietro di esso? In fondo, non è stato un libro noioso, devo ammetterlo,
il tutto scorrevole ed è stato un pò come leggere un libro intrigante e misterioso di Murakami
o guardare un film di David Linch.
Leggere per credere!
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L'ultimo libro
Consigliatomi da mia moglie, ho letto il romanzo di Zoran Zivkovic, L'ultimo libro. L'autore, nato nel 1948 a Belgrado, vi risiede ancora con la famiglia. Ha pubblicato una ventina di romanzi e dal 2007 tiene corsi di scrittura creativa.
L'ultimo libro e' un piacevole thriller ambientato in una cittadina che potrebbe essere la stessa Belgrado o comunque di quelle zone. La scena dei crimini e' una piccola libreria gestita da due amiche dove, all'improvviso, iniziano a morire, sembra per cause naturali, i clienti che la frequentano.
L'ispettore Dejan Lukic è incaricato delle indagini che avanzano di pari passo con la relazione sentimentale del poliziotto con Vera, una delle due proprietarie de Il Papiro. Il principale indagato per i delitti sembra essere un misterioso oggetto...l'ultimo libro!
Il finale a sorpresa rivela la fantasia dello scrittore che conduce tutta la trama con una scrittura elegante, sobria, senza dilungarsi in descrizioni superflue che annoiano il lettore di un giallo.
Per concludere una lettura piacevole che tiene compagnia in quelle giornate uggiose invernali e ti fa sentire in sintonia con i protagonisti del romanzo.
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Un giallo sulla e della letteratura
"La nostra realtà, allora, è soltanto...la finzione...di qualche scrittore?" (pag. 228).
Morti misteriose, apparentemente naturali, nella libreria Il Papiro, che però catturano l'attenzione dell'Agenzia di sicurezza nazionale. I dejà lu del poliziotto incaricato delle indagini. La storia d'amore tra lui e Vera, la proprietaria. Il nido accogliente di una sala da thè, dove si può gustare una bevanda ai fichi che stimola la conversazione. Sono gli elementi che fanno da appiglio e da contorno a una storia che ha per protagonista assoluta la letteratura. E' sbagliato pensare di avere a che fare con un giallo tradizionale. Forse, questo romanzo di Zoran Zivkovic, che viene da studi di filologia e teoria della letteratura all'Università di Belgrado, non è nemmeno ascrivibile al genere giallo. E' piuttosto un affascinante viaggio all'interno del libro in sè. "Com'è l'ultimo libro?" si legge a pag. 77 in un dialogo tra l'ispettore Lukic e il professore, assiduo cliente della libreria e apparentemente in possesso della soluzione all'enigma, "Non lo so. Nessuno lo sa. Ed è proprio questo il guaio più grande. Ogni volta è diverso. Lo si riconosce solo quando è già troppo tardi".
L'ultimo libro uccide. Ci vorrà il sacrificio di alcune vite, l'inseguimento di piste ogni volta fallaci, paure e discussioni, prima che l'autore ci faccia scivolare verso la soluzione, in cui il protagonista ritrova se stesso.
"Se ci rifletto seriamente, come si conviene a un ispettore di polizia, come potrebbe esistere un libro nel quale viene descritto quello che mi succede in questo preciso momento?" (pag. 57). Ma è proprio questa la chiave per comprendere gli eventi, concatenati in un gioco letterario che tiene col fiato sospeso e fa riflettere. Per gli amanti dell'artificio delle parole.
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NON leggetelo.
Io adoro i libri thriller, sul serio.
E' il genere che mi ha affascinata fin da quando sono piccola.
E questo libro sembra proprio un libro per bambini: frasi corte, essenzialmente dialoghi, zero (e dico zero) descrizioni.
Io credo che un libro debba avere tanti dialoghi quante descrizioni, perché l'eccesso sia dell'uno che dell'altro non va mai bene; solo se uno scrittore sa scrivere bene (ma sottolineo bene) può permettersi più dialoghi che descrizioni.
Inoltre i personaggi non sono affatto ben delineati, ed è impossibile affezionarsi ad essi oppure provare quello che provano loro.
Oltre al pessimo stile, la storia è poco coinvolgente e non nuova; inoltre l'autore sembra basarsi un pò troppo su "Il nome della rosa" che cita in continuazione e con il quale invece non ha nulla a che fare.
Non mi piace fare cattive recensioni ma, credetemi, se vi piacciono i thriller, non leggetelo : la storia non affascina e lo stile fa desiderare. Peggio di così...
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Intrigante ambientazione bibliofila a Belgrado
Misteriosamente, uno dopo l'altro, i clienti della libreria "Il Papiro" cominciano a morire...
Come se ciò non bastasse, la causa dei decessi è misteriosa, sconosciuta perfino dopo le autopsie.
Che sia un libro maledetto a causarle?
Una lettura piacevole, con numerosi riferimenti letterari, ambientata nell'odierna Belgrado.
TEA, euro 10
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L'ultimo libro di Zoran Zivkovic
Questo romanzo è un thriller postmoderno sulle orme di Borges, a detta di tanti critici, la cui trama ricorda alla lontana Il nome della rosa di Umberto Eco.
Il protagonista della storia è il libro e precisamente l’ultimo libro che svelerà il mistero di cui è intricato il plot.
La trama sarà solo accennata per non togliere la suspense a chi vorrebbe leggere il romanzo. Delle morti si susseguono, luogo inusuale, in una libreria Il Papiro, mentre abituali clienti stanno leggendo un libro. L’ispettore Dejan Lukic, le due libraie Vera Gavrilovic e Olga Bogdanovic indagano alla ricerca di motivazioni e colpevoli di questi decessi inspiegabili, ma la soluzione dell’enigma sarà inaspettata e imprevedibile, al limite del paradossale e metafisico.
Sullo sfondo della capitale serba, ai giorni nostri, in giornate autunnale e piovose, scorrono sensazioni di déjà lu, immagini oniriche ed incubi surreali; scaffali di libri come montagne sovrastanti occupano le pagine del romanzo. La libreria, la sala da tè in cui si consuma un cerimoniale tanto raffinato quanto orientale, in un’atmosfera di esalazioni di essenze che sovrapponendosi inebriano, l’edificio di medicina legale grigio e cupo, oltre un’alta recinzione, una villa segreta, luogo d’incontri di una setta di incappucciati, tutto secondo un sistema rigido proprio di un ordine segreto, sono gli ambienti in cui si muovono i personaggi della storia. Tema dominante è la letteratura e i suoi rapporti intercorrenti con l’autore: dov’è il confine tra immaginazione e realtà? In una fascinazione misteriosa si dipanano sogni e fantasia.
Sulla superficie della letteratura, della cultura libresca e dell’amore per la scrittura, l’autore inventa una storia dal sottofondo scuro e criptico. Il libro e il suo ambiguo contenuto di verità e menzogna diventa un sortilegio che confonde e spiazza. Lo stereotipo dell’equazione: giallo uguale bassa letteratura è da Živkovic superato; l’alta letteratura non si nutre di generi letterari, li travalica!
In uno stile alto, fascinoso e scorrevole, il romanzo s’incentra su un’idea vincente, un’emozione, un’invenzione godibile e fruibile per tutti quelli che amano le buone letture.