L'ultimo giurato
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Folcklore e colore
Torna in questo romanzo di Grisham il sud degli Stati Uniti. E' quello degli anni '70 che contrariamente all'idea di America diffusa in Europa era tutt'altro che moderno, tollerante e con un piede sempre ben piantato ben oltre il futuro. Qui invece non uno, ma entrambi i piedi sono ben ancorati dentro paludi di pregiudizi, razzismo e tradizioni vecchie di secoli. Penso, anzi spero, che l'autore abbia un po' esagerato nel descriverci una situazione certamente complicata, in ritardo rispetto alle grosse città del nord, ancora in difficoltà ad accettare le differenze razziali e con una base sociale e economica di stampo ottocentesco. Il quadro che esce da questo libro è quello di un ambiente corrotto, dove una popolazione, di base semplice e onesta viene in parte raggirata e in parte ammaliata da imbroglioni e imbonitori. Giustizia, forze dell'ordine, addetti alla consegna delle notifiche: nessuno che abbia a che fare con la cosa pubblica sembra esente dall'essere comprato, o ricattato. In questo simpatico ambientino di fatto vige ancora la segregazione razziale: i bianche dalla parte migliore della città, i neri dall'altra parte della ferrovia. entrambi felici di non doversi mischiare con gli altri. Chiese, scuole, feste: tutto è separato. Tutto tranne il settimanale locale. Dopo decenni di direzione familiare, lo acquisisce un ragazzo proveniente da Memphis: è lui che ci racconta i dieci anni che trascorre a Clanton in Mississippi. Accanto alla sue vicende personali ci racconta quelle della città e in particolare quelle del peggiore delitto mai verificatosi in quella contea; si tratta dello stupro e dell'assassinio di una giovane madre. Responsabile del delitto è senza dubbio Danny Pangin membro di quella che potrebbe essere definita una famiglia mafiosa del sud. Il clan vive su un'isola ai margini della città dove svolge le sue attività illecite rimandando indietro in malo modo le forze dell'ordine che tentato di avvicinarsi. Niente è al di fuori delle loro possibilità: dove non basta la corruzione arrivano le minacce, dove neppure quelle ottengono i risultati voluti ci pensa un bell'omicidio.
Nel complesso ho trovato questo libro gradevole e ben scritto, ma io ho un debole per il modo lento e avvolgente in cui si dipanano i romanzi di Grisham. Capace di dilungarsi per pagine con descrizioni delle verdure di un orto, delle vicende di una famiglia che ha poco a che fare con la trama, ma senza mai annoiare il lettore. Ribadisco però le mie perplessità sulla descrizione del sistema giudiziario e dell'ambiente socio culturale , che secondo me hanno patito della scelta di puntare più sul colore che sulla precisione storica.
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Un thriller 'poco' thriller
La quarta di copertina definisce questo libro un 'legal thriller'. Secondo il mio punto di vista da 'non addetto ai lavori' L'ultimo giurato di Grisham ha forti sfumature 'legal' poiché, in primo luogo, molte scene si svolgono in un'aula di tribunale e in secondo luogo perché alcuni personaggi ruotano intorno al mondo forense, tuttavia del ritmo tipico del thriller ha ben poco.
La storia vera e propria ha inizio alla fine degli anni '60 quando il giovane ed inesperto William Traynor si avventura nella piccola e tranquilla cittadina di Clanton, Mississippi. Qui, grazie all'aiuto economico della nonna e ad una serie di eventi tanto fortuiti quanto favorevoli, rileva il decadente giornale della contea, il 'Times'. Inizia così una carriera giornalistica che lo catapulta nell'aula del tribunale della contea dove raccoglie la notizia che risolleverà le sorti del giornale: lo stupro ed il conseguente omicidio di Rhoda Kessellaw perpetrato, secondo l'accusa, dal giovane Danny Padgitt, membro della famiglia a capo della malavita e del contrabbando della zona.
Questa é la situazione di partenza che Grisham offre al lettore ma che non riesce a sviluppare al meglio perdendosi talvolta in digressioni poco utili alla trama della storia e quanto mai inutili per mantenere viva la tensione che dovrebbe caratterizzare un thriller. Nella prima parte descrive infatti l'arrivo di Traynor a Clanton e le fasi del processo; nella parte centrale abbandona l'aula del tribunale e il personaggio di Padgitt per dedicarsi agli spostamenti del giovane reporter tra pranzi succulenti, riforma della scuola, guerra del Vietnam e articoli di giornale e solo alla fine fa praticamente risorgere l'assassino chiudendo il libro in fretta e furia. I difetti di questo libro sono la mancanza di proporzione tra momenti intensi e pause narrative ed il finale eccessivamente sbrigativo.
Nonostante queste pecche lo stile di Grisham è fluido e scorrevole e a tratti anche piacevole, il contesto storico è ben delineato e, in alcuni punti, sembra che la vocazione del libro sia di carattere storico-sociale più che narrativo costituendo un punto a favore a mio modo di vedere. In conclusione consiglio questo libro a chi apprezza i romanzi con connotati storico/politico/sociali e lo sconsiglio per coloro che si aspettano un thriller dinamico, rocambolesco e intenso in stile Ken Follett o Dan Brown.
FM
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