L'ultimo conclave
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La Banda Bassotti in Vaticano
Ho avuto la sfortuna di notare in libreria il romanzo ''Ultimo Conclave'' e di lasciarmi incuriosire dal titolo al punto di compiere il malaugurato acquisto. Due parole su questa fanfiction d'alto bordo. L'autore, tale Glenn Cooper, si sente un novello Dan Brown (non so chi è ad aver avuto il coraggio di equipararlo ad uno scrittore simile. In alcuni articoli lo si decanta persino come 'superiore' a Brown) e pretende di portarci in una Roma incolore fatta di preti corrotti e perbenismi politicamente corretti da quattro soldi. C'è da dire che avrei dovuto capire l'andazzo già dalla sinossi sulla copertina, dove il colpo di scena centrale della storia viene spiattellato in quattro righe, togliendo qualsiasi appeal: i Cardinali si ritirano in conclave e spariscono. Glenn Cooper ha visto senz'altro il The Young Pope di Sorrentino e l'Habemus Papam di Nanni Moretti e qualche episodio della Casa di Carta e ha voluto infantilmente ricamarci su una sua personalissima versione (gli 'omaggi' sono cosi ricorrenti da apparire imbarazzanti). Papi in tuta da ginnastica, miliardari eccentrici che dispongono di talmente tanto denaro da poter regalare centinaia di milioni agli operai, un tunnel fantascientifico scavato in silenzio sotto la cappella sistina (quest'ultima trovata degnissima della Banda Bassotti di topoliniana memoria). Il tutto è condito da un'esposizione sciatta, manchevole di descrizioni o profondità dei personaggi, che si distinguono per essere ''la terrorista buona'' ''il professore a cui piace la vodka'' ''la suora potente'' ''il cardinale simpatico''. Non si hanno menzioni neanche circa i luoghi dove si svolge la vicenda: tutto è approssimativo e blando, potrebbe essere qualunque e nessun posto. Cooper ambienta persino una scena in quel di Civitavecchia (pensa che il 'Villaggio del Fanciullo'' sia una piazzola di sosta dell'autostrada), ma inutile dire che di Civitavecchia non c'è nulla. I rituali della Chiesa cattolica sono travisati, accennati, l'ideologia esposta è banale e incolore: si passa dai 'preti pedofili cattivi' ai ''terroristi buoni'' fino ai ''cardinali che sono solo poveri vecchietti'', alla suora integerrima fino alla fine che rifiuta di diventare Papessa (abbiamo visto il film di Wortmann, Glenn?) e poi si spreta nell'ultima riga dell'ultimo capitolo.
Insomma Glenn, The Young Pope è piaciuto a tutti.
Ma tu non sei Sorrentino, e la tua documentazione by Wikipedia salta troppo, troppo all'occhio.