L'ultima storia L'ultima storia

L'ultima storia

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È piena estate e a Camino Island sta per abbattersi un uragano di proporzioni allarmanti. Il governatore della Florida ordina a tutti gli abitanti l’immediata evacuazione dell’isola. La maggior parte fugge sulla terraferma, ma Bruce Cable, noto libraio e collezionista di libri antichi, nonché animatore della vita culturale dell’isola, decide di rimanere sul posto. Come previsto, l’uragano devasta ogni cosa, abbattendo alberi e danneggiando gravemente abitazioni, alberghi e negozi, e purtroppo ci sono delle vittime. Tra queste Nelson Kerr, un noto scrittore di thriller amico di Bruce. Ma la furia della tempesta non sembra essere stata la causa della sua morte. I numerosi colpi alla testa farebbero pensare a ben altro. Chi può aver voluto Nelson morto? La polizia locale non è solita occuparsi di omicidi, meno che mai in un momento di emergenza come questo, e Bruce inizia la sua personale indagine. E se la morte dell’amico fosse legata in qualche modo ai suoi romanzi, e soprattutto all’ultimo romanzo, ancora inedito e custodito nel suo computer? Quello che Bruce scoprirà è molto più sconvolgente dei colpi di scena delle storie di Nelson Kerr.



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L'ultima storia 2020-07-19 09:48:18 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    19 Luglio, 2020
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La storia fa riflettere su problemi attuali.

Non è forse una delle opere migliori di John Grisham, fra l’altro uno dei miei autori preferiti, ma l’impronta del grande scrittore si fa sempre sentire: il romanzo è scritto bene, con il consueto stile preciso, ordinato, direi quasi da cronista scrupoloso degli avvenimenti. E sono avvenimenti che, come accennerò più avanti, sono legati anche all’attualità ed a certi eventi, pur catastrofici o deplorevoli, che possono essere di stimolo alla speranza in un futuro migliore.
Teatro degli avvenimenti è Camino Island, luogo di fantasia: potrebbe essere, secondo alcuni, Marco Island o, più probabilmente, Amelia, 30.000 abitanti, piccola isola dell’arcipelago delle Sea Islands, Florida settentrionale. E’ qui comunque che, zigzagando da Capo Verde e cambiando rotta in barba alle più accreditate previsioni meteorologiche, si abbatte l’uragano Leo, devastando il territorio: alberi sradicati, case scoperchiate, acqua e fango dappertutto. Tra i pochi residenti rimasti (la maggior parte, avvertita per tempo, è fuggita) una decina di morti: tra questi, Nelson Kerr, ex avvocato, scrittore, ritiratosi sull’isola per completare un suo romanzo, “Battiti”. La morte, che non sembra dovuta all’uragano ma ad alcune profonde ferite alla testa e al collo, induce tre suoi amici (Bruce Gable, libraio, collezionista di opere antiche e protettore di giovani talenti, Nick, commesso in libreria e perspicace osservatore di fatti e persone, e Bob, ex carcerato scrittore di gialli) a svolgere indagini per conto proprio, con la svogliata collaborazione dei poliziotti dell’isola, impegnati in ben altre faccende. Qui inizia a svilupparsi la vicenda in tutti i suoi lati più oscuri. Si viene a sapere che il libro, non ancora pubblicato, è in sostanza un’aperta denuncia del malaffare di alcuni gruppi di gestione di case di riposo, dove anziani pazienti con morbo di Alzheimer, pur ridotti allo stato vegetativo e con elettroencefalogramma piatto, sopravvivono a lungo grazie alla somministrazione di un farmaco illegale, non approvato né sperimentato ufficialmente, introdotto dalla Cina e camuffato da vitamina. Tale farmaco prolunga miracolosamente la vita dei poveri moribondi, pur causando cecità e altri malanni: in sostanza una truffa che costa al servizio sanitario nazionale danni per milioni di dollari ed eccezionali proventi illeciti per i truffatori. I lettori non si aspettino colpi di scena risolutivi o azioni delittuose come si potrebbero attendere, ad esempio, nei gialli di James Patterson: solo qualche delitto marginale, ma è John Grisham con il suo talento che detta i tempi e dipana l’intricata vicenda: quindi, indagini puntigliose con dettagliati risvolti legali, prima con l’intervento da dilettanti degli amici della vittima e la complicità di dipendenti delle case di riposo, poi con la collaborazione e l’intervento massiccio della polizia e dell’FBI.
Convince lo stile sobrio e privo di fronzoli e convince la modalità narrativa, quasi una cronaca precisa degli avvenimenti come si conviene ad un giallo classificabile a tutti gli effetti come legal thriller. Interessante e convincente anche la trattazione dei due principali avvenimenti del romanzo (ne avevo accennato all’inizio), argomenti di cui si discute anche oggi e che, a mia memoria, non risulta abbiano avuto spazi importanti in altre opere di Grisham né di altri autori. Il primo riguarda la conduzione di alcune case di riposo per anziani e la loro cattiva gestione, di attualità anche purtroppo nel nostro Paese. Nel romanzo l’illusorio prolungamento della vita dei malati di Alzheimer, incapaci di intendere e di volere, con un trattamento farmacologico illegale, non sperimentato e gravato da evidenti danni collaterali, frutta ai gestori dei nosocomi cospicui profitti truffaldini: ed è paradossale che un mantenimento in vita, pur in sé auspicabile, sia ottenuto con mezzi e rimborsi illeciti, una vera e propria truffa ai danni del servizio sanitario. Il secondo avvenimento messo ben a fuoco da Grisham è la devastazione provocata dall’uragano Leo, ben raccontata in ogni particolare: inondazione e distruzioni frutto anche di probabili politiche ambientali non appropriate nè previdenti. L’autore ci tiene a mio parere a sottolineare il problema delle catastrofi ambientali, quando, proprio nelle ultime righe dell’ultimo capitolo (magistrale colpo di scena!), preannuncia, a riparazione dei danni quasi completata, l’imminente arrivo sull’isola di una nuova catastrofe ambientale.
In sostanza un buon romanzo. Pur privo di spettacolari picchi emotivi, tratta argomenti che riguardano sicuramente l’attualità e che inducono a riflettere su alcuni evitabili accadimenti.


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I legal thriller di John Grisham.
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