L'ombra del sicomoro L'ombra del sicomoro

L'ombra del sicomoro

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Seth Hubbard è un uomo molto ricco che sta morendo di cancro ai polmoni. Non si fida di nessuno ed è molto attento alla sua vita privata e ai suoi segreti. Ha due ex-mogli e due figli che non vede da anni, e un fratello di cui non ha più notizie da tanto tempo. Prima di impiccarsi a un sicomoro, Seth lascia un nuovo e definitivo testamento scritto di suo pugno nel quale esclude i figli e le ex mogli dall’eredità e lascia tutto il suo patrimonio a Lettie, l’ignara donna di servizio di colore che lo ha assistito fino all’ultimo.



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L'ombra del sicomoro 2016-04-15 17:09:58 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    15 Aprile, 2016
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Lo spudorato testamento olografo antirazzista

Seth Hubbard è morto. Suicida. Di per sé non sarebbe un fatto clamoroso, considerando anche che l’uomo era malato terminale con una speranza di vita di poche settimane. Il fatto sensazionale è che Seth, diventato ricchissimo dopo il secondo divorzio, grazie a spregiudicate operazioni commerciali, ha diseredato figli e nipoti per lasciare tutto, con un testamento olografo scritto il giorno prima del suicidio, alla governante/cameriera/badante Lettie Lang. Nera. Se a questi dati aggiungiamo che la vicenda si svolge nel Mississippi del 1988, ancora permeato da forti istinti razzisti, si comprende bene la drammaticità della situazione. Il testamento è stato inviato per posta a Jake Grimance, diventato noto in città per aver difeso vittoriosamente Carl Lee Hailey, un nero che tre anni prima, in tribunale, aveva ucciso gli uomini che avevano barbaramente seviziato la figlioletta. Ovviamente si accenderà una agguerrita battaglia legale con discendenti diretti che non accettano serenamente di perdere l’eredità, quantificata in oltre ventiquattro milioni di dollari. Durante i mesi della fase pre-dibattimentale ed i roventi giorni del dibattimento in aula, davanti alla giuria, si susseguiranno colpi di scena su colpi di scena che sembreranno ribaltare ripetutamente i pronostici sull'esito finale della controversia. Un ultimo sconvolgente fatto sarà decisivo per la decisione della giuria.
Sono stato in acceso fan del John Grisham dei primi anni, al punto da non perdermi neppure un’uscita in libreria di un suo romanzo. Poi, però, l’autore ha cominciato a mostrare la corda. Le storie erano più o meno sempre le stesse, quasi fossero state montate con i pezzi del Lego, via via riciclati. La tensione era sempre più annacquata e gli intrecci scontati o banali. Dopo le ultime cocenti delusioni (non piccola quella dell’unico romanzo ambientato in Italia: “Il Broker” il cui unico interesse sta nella descrizione di luoghi e situazioni a me familiari), avevo deciso di non farmi più abbindolare nei suoi legal thriller.
L’unico motivo che mi ha fatto recedere dai miei propositi risiedeva nel fatto che questo libro riproponeva i personaggi del suo primo, e migliore, libro “Il momento di uccidere”. In questo secondo l’Avv. Brigance non è coinvolto in una causa penale di così vasta importanza mediatica e sociale, ma i temi sono gli stessi: il razzismo e la società chiusa e diffidente delle piccole cittadine del Sud.
Giunto alla parola fine debbo dire che non mi sono pentito di essermi riavvicinato all'autore. Il romanzo scorre molto bene, i personaggi sono curati e la storia non è affatto banale. Tra l’altro ho apprezzato che non vi sia una divisione manichea tra buoni e cattivi, ma che ognuno dei personaggi abbia i suoi lati oscuri e le sue meschinità, come è giusto che sia per amore di realismo. Ho trovato affascinante la descrizione del sistema giudiziario americano nel quale le cause si vincono o si perdono sulla scia di un coinvolgimento emotivo di 12 persone totalmente digiune di diritto. Lo stile narrativo di Grisham è ineccepibile, anche nei momenti in cui la storia perde di tensione: le cause non sono spettacoli teatrali, ma lunghi giochi di astuzia in cui spesso la noia di certe lungaggini si alterna alla tensione di altri momenti. Quindi è giusto che anche il romanzo sia così. Molto ben descritte e vere, poi, sono le emozioni che i coinvolti provano di volta in volta.
In conclusione “All'ombra del sicomoro” è un buon libro, non propriamente un legal thriller (visto che anche il colpo di scena finale è abbastanza prevedibile e scontato), ma certamente un romanzo coinvolgente e che vale la pena di leggere.
Detto ciò mi è, comunque, rimasto il dubbio che Grisham non abbia perso il vizio di riciclare e rimasticare sempre le stesse idee. Non posso dirlo con certezza, non avendo letto “Il Testamento” (nel quale, però, i presupposti sono sin troppo simili) né conoscendo la sua ultima produzione, ma il sospetto rimane e, quindi, mi fa da remora a concedergli un voto pieno.

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a chi apprezza Grisham e, soprattutto a chi ha già letto "Il momento di uccidere" di cui questo romanzo è il seguito ideale.
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L'ombra del sicomoro 2015-01-14 08:38:28 Mancini
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Mancini Opinione inserita da Mancini    14 Gennaio, 2015
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Un'ombra del passato

Di fronte alla malattia, quella che ti lascia senza speranze, spesso si è costretti a rivedere tutto il corso della propria vita e prendere decisioni a prima vista impopolari, ma che affondano le radici nella coscienza con cui ci si vuole riconciliare a tutti i costi come atto ultimo per uscire di scena privi di nodi nell’anima.

E’ quello che fa Seth Hubbard, milionario del Mississippi, qualche istante prima di impiccarsi ad un Sicomoro.
La sua ingente eredità era già stata assicurata ai suoi due figli tramite un testamento regolarmente depositato in un grosso studio di avvocati, ma poco prima del suicidio Seth redige un nuovo testamento olografo che annulla il precedente e che è destinato a scatenare di lì a poco una guerra giudiziale degna del nome Grisham.

Beneficiaria del nuovo lascito è la badante nera di Seth, Lettie Lang, umile donna che con fatica a conduce la sua vita dovendo combattere quotidianamente con un marito buono a nulla perso nella morsa dell’alcol, la madre ammalata, un figlio che è chiuso in cella, altri figli e nipoti tutti chiusi nella stessa umile casa che fatica a contenerli.

Si apre il sipario sull’aula di tribunale che vede uno stuolo di avvocati che sfilano sulla passerella con artigli ben affilati e pronti a non guardare in faccia nessuno data la somma in gioco di 24 milioni di dollari.
Come Grisham ci ha abituati da sempre, spicca sin da subito la figura dell’avvocato buono e capace, Jake Brigance, a cui Seth aveva affidato con una lettera il suo testamento olografo e che egli dovrà difendere sino alla fine.

Jake non si limiterà alla pura difesa del testamento, ma avvalendosi dell’aiuto di figure pittoresche e fuori dalle righe, sempre avvocati per carità, farà luce su un passato che nascondeva antiche dispute.
L’ombra del Sicomoro è quell’ombra che esisteva nella vita di Seth Hubbard e che in qualche modo riaffiora prepotente per dare a tutti una lezione di vita, per dipanare il groviglio che le teste malpensanti che giravano attorno a Seth avevano creato, mandando già al patibolo la povera Lettie.

Di nuovo Grisham si occupa di quella parte dell’America, il Mississippi, dove ha passato la sua giovinezza, di nuovo costruisce lo scenario della sua lotta legale attorno alla contrapposizione bianchi-neri che tanto infervora gli animi dell’America degli anni 80.
E il tutto lo fa con il suo classico stile pulito, ragionato, logico; gli eventi sono narrati con linearità e con un linguaggio davvero gradevole, elementi degni di un avvocato quale egli è nel più profondo dell’anima.

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L'ombra del sicomoro 2014-09-19 14:01:30 Papero di carta
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Papero di carta Opinione inserita da Papero di carta    19 Settembre, 2014
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L'ombra del sicomoro

Lettura facile per le prime duecento pagine, i capitoli si leggono così in fretta che quasi non ce ne si accorge. E tanto colpisce la scorrevolezza della prima metà del libro, quanto più stupisce il calo di attenzione e interesse che la seconda parte porta con sé. Come spesso accade, se l'autore avesse deciso di ridurre di almeno centocinquanta pagine il suo romanzo, di certo la buona riuscita dell'opera non ne avrebbe sofferto, anzi. La storia prosegue senza troppe emozioni dopo un avvio che promette grandi sviluppi nella trama, ma che faticano ad arrivare. E, dopo numerosi capitoli di preparazione al processo, la tanto attesa sentenza finalmente giunge. Ma il segreto svelato, che permette di sciogliere il nodo legale, è davvero un così sensazionale colpo di scena? A mio avviso tutto durante la narrazione porta inevitabilmente a questo finale, a tal punto che quasi non si crede che la conclusione possa essere così scontata.
Ma non è la prevedibilità che lascia perplessi, quanto la totale mancanza di trame secondarie e approfondimenti dei profili dei personaggi. Cosa hanno da raccontarci delle loro vite gli abitanti di Clanton? Molto poco. Ed è un vero peccato, perché se Grisham avesse speso più parole per parlarci di loro, e meno per continuare a ripetere quanto sia misera la parcella di un comune avvocato di paese e deprimente vivere in un appartamento di seconda mano, il romanzo sarebbe stato senz’altro più interessante.
Eppure c’è ancora qualcosa da aggiungere: non tutti i romanzi nascono con la pretesa di essere capolavori. E L’ombra del sicomoro, in fin dei conti, è uno di questi; incredibilmente proprio qui sta il suo punto di forza. Piacevole e poco impegnativo, sia emotivamente che intellettualmente, è uno di quei romanzi che apri e chiudi nell’arco di un week-end. Per essere letto non richiede che gli si dedichi più di questo tempo , né rimane molto più profondamente e a lungo nel cuore del lettore.

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L'ombra del sicomoro 2014-05-03 11:40:37 Illary
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Illary Opinione inserita da Illary    03 Mag, 2014
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L'OMBRA DEL SICOMORO

Finalmente Grisham ritorna, con questo spettacolare intreccio letterario, al legal thriller. E lo fa nel modo che i suoi lettori preferiscono: l'abientazione del profondo sud degli Stati Uniti alla fine degli anni '80, le controversie razziali ed ill Klan, un giovane e brillante avvocato davati ad una giuria.
Il libro inizia con un suicidio: Seth Hubbard si impicca ad un sicomoro lasciando un enorme patrimonio in eredità alla sua cameriera di colore e diseredando completamente i figli.Immediatamente una fila di avvocati tenta di inserirsi nel processo che si preannuncia un'implacabile battaglia.
La vincenda si dipana parallelamente al processo che porterà, solo alla fine, alla scoperta di una terribile verità che affonda le sue radici nell'oscuro passato razzista della contea di Ford County.
Brillante, acuto, accattivante e commovente... impossibile smettere di leggere l'ennesimo capolavoro di Grisham... decisamente consigliato. A tutti.

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La Giuria, ll Socio
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L'ombra del sicomoro 2014-03-09 13:14:27 Gondes
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Gondes Opinione inserita da Gondes    09 Marzo, 2014
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L'OMBRA DEL SICOMORO

Incredibile come John Grisham riesca a tenere alta la tensione per tutta la durata del romanzo, avendo come obbiettivo finale solo quello di far scoprire al lettore il motivo per cui un ricco uomo d’affari lascia il 90% del sul patrimonio alla “badante”; in pratica la donna che lo ha assistito prima della sua morte. Una morte non avvenuta per motivi naturali, ma in seguito ad un suicidio, per porre fine in modo anticipato ad una malattia che non avrebbe dato comunque via di scampo a Seth Hubbard.

Il testamento viene impugnato dai figli, esclusi completamente dalla successione, che inizieranno una dura lotta per dimostrare che il padre non era nelle condizioni di salute per poter decidere in modo razionale a chi destinare il suo ingente patrimonio. Verrà messa in discussione la beneficiaria del testamento, una donna di colore che improvvisamente potrebbe diventare la persona più ricca della contea. Sullo sfondo anche la questione razziale fra bianchi e neri, in un’ America ancora non del tutto integrata, stiamo infatti parlando degli anni 80.

La trama si svolge in un susseguirsi di colpi di scena e strategia legali al limite della correttezza. I testimoni si susseguono in modo frenetico e faranno pendere l’ago della bilancia prima da una e poi dall’altra parte; fino a scoprire il vero motivo per cui il ricco uomo d’affari Seth Hubbard ha deciso di lasciare 20 milioni di dollari ad un presunta sconosciuta.

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L'ombra del sicomoro 2014-01-13 17:11:01 Serena76
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Opinione inserita da Serena76    13 Gennaio, 2014

Grande Grisham!

Me l'hanno regalato a Natale e l'ho letto subito dopo aver letto "La Convocazione" di Grisham, in cui era presente lo stesso giudice, Reuben Atlee e l'avvocato Henry Rex Vonner. La Convocazione non mi era piaciuto, era partito bene, ma poi l'autore si era "seduto" nel finale. Quindi inizio "L'ombra del sicomoro", che come l'altro è imperniato su un testamento e quasi subito trovo Harry Rex, poi il giudice e penso "ci risiamo, ora si appiatisce". E invece no, l'ho letto in pochi giorni e appena finito mi è venuta voglia di rileggerlo, che per me è un segnale che è un ottimo libro. Non solo, mi è venuta voglia di leggere "Il momento di uccidere" perchè c'è lo stesso avvocato, Jake Brigance.
Lo consiglio a tutti coloro che amano Grisham, qui è davvero al meglio.

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John Grisham
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L'ombra del sicomoro 2014-01-12 17:31:37 cesare giardini
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cesare giardini Opinione inserita da cesare giardini    12 Gennaio, 2014
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Il talento di John Grisham non si smentisce

Siamo a Clanton, Mississippi, nel 1988 : un ricco e strambo uomo d’affari , condannato a morte da un cancro polmonare in fase terminale, si suicida impiccandosi ad un sicomoro, lasciando la quasi totalità dei suoi beni, tramite testamento olografo, alla cameriera nera che l’aveva diligentemente accudito negli ultimi anni della sua vita. Il fatto appare inesplicabile ai legittimi eredi, che impugnano il testamento e danno inizio ad una lunga e avvincente battaglia legale. Emerge il talento dell’Autore nel districarsi con maestria nelle complicate beghe legali, affidando la difesa della inconsapevole e mite beneficiaria ad un giovane e brillante avvocato, Jake Brigance, che, altrettanto inconsapevolmente, ha ricevuto il testo olografo con l’obbligo di rendere il testamento attuativo. Il romanzo, che si impernia prevalentemente sulla lotta fra due schiere di avvocati destinati a giocarsi il tutto per tutto (in palio ci sono riccissime parcelle), pur trattando di argomenti specialistici dell’ambito legale, suscita interesse ed emozioni, con un magistrale colpo di scena chiarificatore nel finale ed un ulteriore inatteso colpo di scena nelle ultime pagine, che pacifica animi surriscaldati e strizza l’occhio al “politicamente corretto”. Sullo sfondo, i problemi legati al razzismo, soprattutto nel profondo Sud, dopo la guerra di Secessione ed il periodo della Ricostruzione : ancora nei primi decenni del Novecento, non erano infrequenti i linciaggi dei neri, per futili motivi o per impossessarsi dei loro terreni, con una triste graduatoria che vede in testa il Mississippi, seguito dalla Georgia e dal Texas. Ed è proprio uno di tali eventi che spiega il gesto e le decisioni del suicida. Il romanzo, che potrebbe essere utile alla formazione di tanti giovani studenti in legge o aspiranti avvocati, è anche pervaso da un afflato poetico, che il talento di Grisham esprime, fondendo mirabilmente il ricordo dei lontani tempi della schiavitù nei campi di cotone e dei soprusi subìti dai neri con il coraggio di avvocati che nelle aule di tribunale si battono per la difesa dei diritti umani contro tutto e tutti. Un romanzo istruttivo, che sottende un forte impegno morale : forse tra i migliori di John Grisham.

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I romanzi a sfondo legale di John Grisham
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