L'ombra del collezionista
Letteratura straniera
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Opinioni inserite: 4
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Appunto: l ombra
Non posso dire che questo romanzo sia brutto, o privo di qualcuno degli elementi che devono essere presenti in un giallo. Del resto stiamo parlando di Jeffery Deaver, non di uno scrittoruncolo qualsiasi. Il paragone con il collezionista di ossa, che come spesso accade viene richiamato nel titolo di un altro romanzo per attirare più lettori, trovo sia impietoso. Qui i protagonisti sono ancora Lincoln Rhyme e Amelia Sachs. una coppia eccezionale sul lavoro e una coppia per quanto assortiti in modo bizzarro anche nella vita. Trovo che l'accoppiata ancora regga, e in effetti questo non ì l'ultimo episodio della serie in cui compaiono. I due si trovano a che fare co un serial killer, che uccide le proprie vittime decorandone la pelle con un tatuaggio, utilizzando inchiostro misto a veleno. Con la consueta tenacia, abilità di indagine e capacità deduttiva la squadra investigativa segue le tracce del killer, pur rimanendo sempre indietro di qualche decisivo passo. Interessante e coinvolgente tutta la parte iniziale del romanzo. La parte finale invece si è trascinata in modo lento, inanellando, uno dietro l'altro una serie di spiegazioni del tutto folle: di quelle che ti fanno chiedere che tipo di infanzia abbia avuto l'autore per immaginarsi cose del genere. Ma del resto si tratta di fantasia e allora non lasciamole limiti.
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Avvincente fino all'ultima pagina
...e Deaver colpisce ancora!
Quelli di voi che hanno già letto il collezionista di ossa ma non hanno ancora avuto il coraggio di leggere il proseguo (eh lo so...dopo un grande romanzo di solito il proseguo è una delusione), sappiate che potete stare più che tranquilli...anche il sequel di quel famoso libro, che ha ispirato il film con Denzel Washington e Angelina Jolie, non tradirà le vostre (sicuramente alte) aspettative.
Partiamo dalla trama: "Delle sue vittime lui non vuole il corpo, vuole solo la pelle: per marchiarla a morte. È un novembre gelido, a New York, e nelle strade spazzate dal vento e dalla neve si aggira un serial killer. È scaltro, feroce, implacabile. Aggredisce donne e uomini nei seminterrati, li trascina nelle gallerie buie e umide che si allargano labirintiche nel sottosuolo, li tatua con un inchiostro al veleno lasciando loro sulla pelle incomprensibili messaggi fatti di numeri e lettere; poi li abbandona a un'agonia lenta e straziante. Chi è e cosa vuole? E il tatuaggio che porta sul braccio, un centopiedi rosso con zanne e un volto umano, ha un significato? A esaminare i primi indizi, il killer sembra ispirarsi al collezionista di ossa, il famigerato criminale che più di dieci anni prima aveva gettato nel terrore la città e messo a dura prova il brillante talento deduttivo di Lincoln Rhyme. Questa volta, spalleggiato dalla fidata Amelia Sachs e da tutta la squadra, il criminologo più famoso d'America sarà costretto a districarsi in un oscuro ginepraio di false piste e colpi di scena, in lotta contro il tempo per sventare un piano folle e diabolico. Perché il passato non muore mai, e il nemico non è mai così lontano.".
Ritmo incalzante...talmente tanto da non poter smettere la lettura (purtroppo anche a spese di ore di sonno!)...passaggi e salti logici chiari, anche perché il romanzo è scritto con la familiare destrezza tipica di grandi "Thrilleristi" (passatemi il termine...) di cui Deaver ne fa parte in piena regola.
La trama non appare scontata ed il finale, sebbene piano piano lo si intuisce, non manca di colpi di scena e ribaltamenti delle certezze che si sono costruite pagina dopo pagina...
Veramente un gran bel lavoro!
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Il tatuaggio che uccide
Dopo “October list”, un singolare thriller che si legge partendo dall’ultimo capitolo ( la vicenda parte dalla fine e si dipana a ritroso), Jeffery Deaver ritorna ad un giallo dal percorso narrativo tradizionale, rispolverando l’inossidabile e famosa coppia Lincoln Rhyme, l’esperto criminologo tetraplegico, consulente della polizia, e la sua coraggiosa e fidata investigatrice Amalia Sachs. Questa volta il serial killer cui si dà la caccia è un diabolico tatuatore, che, nei sotterranei di New York ed ispirandosi al famoso Collezionista di ossa, uccide le sue vittime incidendo sulla pelle, con inchiostri al veleno, strani simboli e frammenti di frasi di cui, alla fine, si scoprirà il significato. Vengono raccolti indizi e prove, come al solito diligentemente elencati sulle lavagne dello studio, si indaga in varie direzioni per scoprire il significato delle azioni delittuose, si colgono strane affinità e collegamenti con i delitti dell’Orologiaio e del Collezionista di ossa, sino ai consueti colpi di scena che l’Autore tratta con consumata maestria e con pagine emozionanti in cui l’azione si fa incalzante e ricca di suspence. Si scoprirà alla fine un vasto complotto terroristico, di proporzioni inimmaginabili. Si tratta veramente di un thriller che non dà respiro e non ha pause, forse uno dei migliori di Deaver : Lincoln Rhyme corre anche il rischio di essere eliminato, ma la sua straordinaria sagacia lo salverà. Alla fine ritorna, tramite uno straordinario colloquio telefonico, l’incubo minaccioso dell’Orologiaio : si prospettano nuove indagini per il bravissimo Rhyme e la sua fedele compagna.
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Pelle e ossa
Inutile dire che imbattendomi nella pubblicità di questo libro, la cosa che ha colpito la mia attenzione è stata non il titolo, non l’autore (che apprezzo molto), non la copertina, ma quella frase messa ad hoc, ovvero: “Il seguito de Il collezionista di ossa”. La frase generata dalla mia mente in risposta a quella letta è stata: “Ok. Mio. Subito.”. Dopo il repentino acquisto, mi sono avviato speranzoso nella lettura, tentando invano di immaginare i collegamenti che l’autore aveva potuto fare con uno dei miei thriller preferiti, non senza la paura di avere tra le mani un libro definito come il seguito di un grande libro, solo per una mera operazione commerciale volta a fare soldi. I collegamenti a “Il collezionista di ossa” ci sono, ma forse definirlo un “sequel” è un po' eccessivo. Lo si potrebbe definire più come parte di una serie, con basi comuni e riferimenti alle parti che la compongono.
Seppur non si tratti di un vero è proprio seguito, mi sono ritrovato per le mani un thriller di ottima fattura, dal ritmo incalzante, forse non ai livelli del suo predecessore, ma comunque con degli standard alti. La scrittura di Deaver ti prende, è scorrevole, coinvolgente, con un discreto uso di “cliffhanger” di fine capitolo, imprescindibili in un buon thriller per tenere viva l’attenzione del lettore.
La trama è ben elaborata, non banale, densa di colpi di scena, fortunatamente non di quelli prevedibili dal primo capitolo come se ne incontrano, troppi, ultimamente.
L’assassino con cui il protagonista, Lincoln Rhyme, ha a che fare, “il collezionista di pelle”, è un antagonista interessante anche se, del collezionista probabilmente ha ben poco. E’ soprattutto quello che si cela dietro le sue azioni, i suoi delitti, a intrigare, Deaver è bravo a tenere nascosto al lettore quello che si cela dietro i crimini dell’assassino, soprattutto quella che sarà la vera “nemesi” del detective Rhyme, una nemesi che si rivelerà geniale quanto lui. Una rapporto tra nemici che ricorda un po' quello tra il caro Sherlock Holmes e il suo antagonista il professor Moriarty, una rivalità con alla base un profondo rispetto reciproco dovuto alla consapevolezza dell’immensa bravura dell’avversario.
Per concludere, vale davvero la pena leggere questo “sequel” de “Il collezionista di ossa”, che a quanto pare è diventato capostipite di una serie che non si concluderà con “L’ombra del collezionista”.
Caro Deaver, però, non sono ammessi passi falsi. Col collezionista non si scherza.
“Non importava che questa ipotesi fosse come minimo improbabile. La paura rendeva l’improbabile, perfino l’impossibile, più che plausibile.”
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Thriller in generale.