L'istinto del sangue L'istinto del sangue

L'istinto del sangue

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Parigi. Nel parcheggio sotterraneo di una casa di cura, le fioche luci al neon illuminano il corpo orribilmente dilaniato di Marion Cantelau, un'infermiera. Intorno al cadavere fatto a pezzi, impronte di mani e piedi nudi. Sulle pareti, vergati con sangue misto a polvere d'ocra, disegni simili a graffiti preistorici. Jeanne Korowa, giovane giudice istruttore di Nanterre, non dovrebbe nemmeno trovarsi lì, vi è capitata per caso, solo per aiutare il suo amico e collega François Taine. Eppure la scena del delitto le è tristemente familiare e risveglia un dolore sconvolgente: la morte della sorella, uccisa nello stesso modo.



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L'istinto del sangue 2010-06-18 19:41:57 harvey mankel
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Opinione inserita da harvey mankel    18 Giugno, 2010

confusione

Grangè oramai ci ha abituati a personaggi che si muovono spesso e troppo spesso diventa ripetitivo e in questo caso ci presenta un personaggio che non esita a spendere allegramente fra hotel di lusso e macchine a nolo con autista quando all' inizio della storia si fa cenno alle difficoltà economiche della protagonista.Inoltre non si capisce come possa continuare un 'indagine a titolo personale essendone stata estromessa , solo per puntualizzare alcune lacune dell' autore che dopo un inizio movimentato si perde tra psicanalisi e antropologia.
Un romanzo che si lascia leggere ma che perde di mordente , scusate il nesso con il cannibalismo altro tema del romanzo .

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