L'isola della paura L'isola della paura

L'isola della paura

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1954, settembre: l'agente federale Teddy Daniels viene inviato sull'isola di Shutter, al largo di Boston, dove si trova l'Ashecliffe Hospital, destinato alla detenzione e alla cura dei criminali psicopatici. Deve trovare una detenuta scomparsa, Rachel Salando, condannata per omicidio, ma un uragano si abbatte sull'isola, impedendo qualsiasi collegamento con il resto del mondo. Ma sull'isola, niente è davvero quello che sembra, e gli interrogativi si accavallano: come ha fatto la Salando a sparire nel nulla? Chi semina strani indizi in codice? E cosa sta cercando Teddy Daniels? Una detenuta scomparsa, oppure le prove che all'Ashecliffe Hospital si fanno esperimenti sugli esseri umani, o ancora qualcosa di più profondo, che lo tocca personalmente?



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L'isola della paura 2021-08-09 13:12:11 Mian88
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Mian88 Opinione inserita da Mian88    09 Agosto, 2021
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Shutter Island

L’Ashecliffe Hospital è un luogo molto particolare già sin da quella visione che appare quando sopraggiungi in prossimità dell’isola e ne inizi a scorgere le sembianze in lontananza. Manicomio criminale per malati mentali è ancora, un luogo, dove vengono adottate cure sperimentali e innovative sui pazienti, cure attorno alle quali ruota un alone di mistero e misticismo e la cui legalità è altrettanto dubbia quanto la relativa applicabilità.
Quell’isola al largo di Boston, Shutter Island, ha le sembianze di un relitto sospeso sul mare e la cupezza di quelle strutture che al loro interno racchiudo segreti innominabili e indicibili. La scomparsa inspiegabile di una delle pazienti ivi ricoverate, Rachel Solando, porta il Dipartimento di Stato a intervenire e a inviare sul posto l’agente Teddy Daniels, abituato a lavorare in solitaria, ma questa volta affiancato da Chuck Aule, personalità eclettica e ironica che ben riesce ad ambientarsi in ogni circostanza con naturalezza e spontaneità. Teddy è celebre e stimato nel settore, soffre però di profonde e intense emicranie causate dagli orrori vissuti nei giorni di combattimenti durante la Seconda guerra mondiale e a causa della perdita della moglie in un modo alquanto violento e brutale. Perdita, questa, che non ha ancora superato. Daniels e Aule una volta sul posto si scontrano con le ferree regole imposte dal nosocomio e in particolare saranno costretti a cercare di vincere le reticenze del dottor Cawley che sposa la terapia della parola e dei rapporti umani tra pazienti ma che al contempo vuol celare quelle che sono le terapie e le ombre dell’ospedale nel loro dettaglio. Ogni accesso agli atti dei pazienti subisce una sottile forma di ostracismo che non sembra possibile vincere. Talune tecniche particolarmente invasive, e non solo limitabili all’elettroshock, sono a Shutter Island utilizzate da tempo ma assenti sono le prove al riguardo. I sospetti, dunque, che la squadra di agenti federali possa trovarsi sul posto anche per indagare su ciò non sono assenti e spingono l’itero personale a una maggiore chiusura circa eventuali fuoriuscite di informazioni. Ma cosa è successo a Rachel Solando? È davvero scomparsa? E perché tutto quell’alone di mistero attorno alle attività del manicomio criminale? Quali saranno le sorti di Teddy e Chuck? Cosa si cela dietro le apparenze di questo castello di specchi che si susseguono tra loro confondendo e smaccando tra colpi di scena che si susseguono?
“L’isola della paura” di Dennis Lehane è uno scritto che non mancherà di appassionare gli amanti del genere e che verrà, laddove ancora non visto, a essere ben accompagnato dalla trasposizione cinematografica composta da un cast di alto livello. L’elaborato nel suo essere caratterizzato da molteplici intrighi si prefigge anche di far riflettere su tematiche di grandi attualità quali ad esempio la malattia psichiatrica e la realtà di cure non sempre lecite che venivano – e talvolta ancora sono – sperimentate su pazienti altrettanto spesso dimenticati in quanto facenti parte di un mondo scomodo e silenzioso, chiuso in sé e circondato da mura invalicabili. Tratta, ancora, dell’amore che viene a essere tratteggiato da scene oniriche, da sogni che si trasformano in incubi, in fantasmi del passato mai affrontati.
La trama è volontariamente a tratti confusa, talvolta anche troppo nella sua evoluzione tanto da destabilizzare il lettore o rischiare una sua caduta di interesse, lo stile è fluido ma difetta di empatia e quindi, per quanto i fatti avvincano e il conoscitore brami di sapere, non riesce a coinvolgere completamente. I personaggi sono delineati in modo abbastanza soddisfacente e per questo sono sufficientemente vividi nella mente.
In conclusione, uno romanzo valido, piacevole, adatto a chi cerca storie avvincenti ma senza troppe pretese e non indimenticabile.

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L'isola della paura 2018-08-28 19:23:56 Valerio91
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Valerio91 Opinione inserita da Valerio91    28 Agosto, 2018
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Una storia solida, intrigante e imprevedibile

Shutter Island è la prova schiacciante del fatto che guardare un film prima di aver letto il libro da cui è stato tratto, è pura follia. Ahimè, mi sono reso colpevole di questo misfatto, ma a mia discolpa posso dirvi che quando ho visto il film con Leonardo Di Caprio non sapevo dell'esistenza del libro.
Mettendo da parte il supporto cinematografico, posso dirvi che Dennis Lehane ha dato vita a una storia intrigante, che procede in maniera incalzante ma, soprattutto, è carica di colpi di scena. Se qualcuno non dovesse aver visto il film, prima, credo rimarrebbe assolutamente spiazzato dalla piega che prendono gli eventi e dagli improvvisi e inaspettati capovolgimenti di fronte, che non sembrano assolutamente forzati. Lehane ha creato una storia che regge alla perfezione e che dà al lettore la soddisfazione di aver letto qualcosa di davvero ben struttrato.
Lo stile dell'autore, oltretutto, non è sempliciotto come ci si può aspettare, ma abbastanza curato e che non si esime dallo scatenare qualche riflessione.
Prima di leggere questo libro, comunque, preparatevi a una storia difficilissima da digerire, ma davvero molto bella e intrigante.

Teddy Daniels è un federale, inviato insieme al suo partner Chuck a Shutter Island, su cui è costruito un complesso psichiatrico dove vengono curati criminali infermi mentalmente e, molto spesso, pericolosi.
La missione di Teddy e Chuck è quella di scoprire che fine ha fatto Rachel Solando, una delle pazienti dell'ospedale, colpevole dell'assassinio dei suoi tre figli, che sembra essere scomparsa nel nulla in modo inspiegabile.
Le indagini di Teddy e Chuck procedono in un clima di tensione che si può percepire distintamente, nonostante i medici e nello specifico il dottor Cawley si sforzino per mostrarsi quanto più disponibili è possibile. Rachel Solando non è l'unico problema, in quel posto; qualcosa di oscuro si nasconde dietro il silenzio degli inservienti e dei dottori, qualcosa che il lettore non potrebbe mai immaginare, a meno che non abbia visto prima il film!
Dunque, se non avete già apprezzato questa storia sul supporto cinematografico, vi consiglio assolutamente di leggere prima il libro, e poi osservare come Di Caprio e Ruffalo hanno dato questa storia alle immagini.

"Agente, quanta violenza pensa che possa sopportare un uomo prima di spezzarsi?"
"Non lo so, dottore. Me lo sto chiedendo anch'io, più o meno."

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L'isola della paura 2016-06-13 13:24:06 Christy Unbuonlibro
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Christy Unbuonlibro Opinione inserita da Christy Unbuonlibro    13 Giugno, 2016
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Un ammasso di scene confuse

Avevo voglia di un bel thriller che mi tenesse con il fiato sospeso e che mi facesse stare sveglia la notte e pensavo che avrei trovato tutto ciò in questo libro. Invece ne sono rimasta profondamente delusa.
Ho trovato L’isola della paura un libro confuso, poco chiaro. Fin dall'inizio capire la storia è stato
difficile. Sarà colpa delle divagazioni dall'argomento principale, o sarà semplicemente una scelta stilistica visto il genere. Fatto sta che ho fatto fatica ad andare avanti e capirci qualcosa.
Ma ecco che quando circa a metà libro finalmente riesco a comprendere di cosa si sta parlando, il tutto dura giusto qualche capitolo. Per poi tornare ad essere ancora più confusionario e aggrovigliato.
Teddy Daniels è un agente federale che viene mandato sull'isola Shutter per ritrovare una detenuta dell’ospedale per criminali psicopatici. Già sul traghetto che lo porterà a destinazione sembra esserci qualcosa di sbagliato in tutto questo. Si sta avvicinando una tempesta, lui soffre il mal di mare e per di più i ricordi della sua infanzia sembrano farsi più insistenti.
Ma una volta sull'isola le cose possono solo peggiorare. La donna sembra scomparsa nel nulla e quella che si pensava fosse una semplice tempesta, è in realtà un tornado che metterà fuori uso le radio per comunicare con la terra ferma.

Ammetto che Dennis Lehane ha una grande abilità nella descrizione della psiche dei protagonisti, rendendo i loro pensieri reali, sconvolgenti e, talvolta, terrificanti. Non dimentichiamoci che nella storia il lettore, così come i protagonisti, è circondato da matti che hanno ucciso violentemente parenti o sconosciuti.
Peccato che la storia principale, quella riguardante Teddy, come ho già detto è confusa. Davvero non sono riuscita ad apprezzarla come speravo e a capirla. Giunta alla fine sono pure dovuta tornare a leggere il prologo per cercare di comprendere meglio. Ma tutt'ora mi chiedo se quello che ho capito sia giusto.
Insomma sarà che le mie aspettative erano alte, ma fatto sta che ne sono davvero rimasta delusa.

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L'isola della paura 2016-03-30 19:08:06 Vita93
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Vita93 Opinione inserita da Vita93    30 Marzo, 2016
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You have to let me go

Ashecliffe Hospital è un manicomio criminale per malati mentali, specializzato in trattamenti innovativi. Sorge su un’isola al largo di Boston, Shutter Island, che in lontananza assomiglia ad un relitto sospeso sul mare. Una paziente risulta scomparsa. Il caso viene affidato al Dipartimento di Stato, in particolare all’agente federale Teddy Daniels e al collega Chuck Aule. Teddy, celebre per la sua bravura, è vittima di frequenti emicranie, rafforzate da recenti eventi traumatici quali gli orrori della seconda guerra mondiale e la perdita della moglie. Ma non è impresa facile scoprire i segreti del manicomio né quelli del dottor Cawley, sostenitore della forza della terapia della parola e dei rapporti interpersonali tra i pazienti, in un’epoca simbolo dello scontro tra la vecchia scuola fautrice dell’efficacia dell’elettroshock e delle lobotomie per la cura dei problemi psichiatrici, ed i nuovi approcci mediante psicofarmaci.

Come spesso capita nei libri di Lehane, è riduttivo definire “L’isola della paura” (titolo infelice, tanto che la versione italiana cinematografica ha saggiamente conservato quello originale) come un thriller. È un romanzo originale, ricco di colpi di scena, caratterizzato da una suspence hitchcockiana ed un’ambientazione suggestiva e claustrofobica.

Il nativo di Boston si conferma scrittore di ottimo livello, capace di passare efficacemente da un genere all’altro. Dalla saga hard boiled con protagonisti la coppia di detective Patrick Kenzie ed Angie Gennaro all’eccellente noir “La morte non dimentica” (“Mystic River”), dagli influssi storici di “Quello era l’anno” a “L’isola della paura”, che presenta alcuni tratti tipici dei cosiddetti enigmi della camera chiusa, in un affascinante percorso investigativo, psicologico, umano.

L’amore, altro tema centrale del romanzo, è simboleggiato da strazianti sequenze oniriche, peraltro degnamente raffigurate nella rappresentazione cinematografica del maestro Martin Scorsese, datata 2010, con la partecipazione di Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Michelle Williams, Patricia Clarkson, Max von Sydow.

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L'isola della paura 2016-02-15 19:23:54 mariaangela
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mariaangela Opinione inserita da mariaangela    15 Febbraio, 2016
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Ma chi è il sessantasette?

Ashecliffe Hospital sorge in pianura, nella parte nordoccidentale dell’isola di Shutter.
E’ un istituto di massima sicurezza super protetto da guardie carcerarie.
Ospita i pazienti più gravi, quelli che nessun altra struttura potrebbe e saprebbe gestire. Eppure ad una prima occhiata non sembra un manicomio criminale.
Unica fauna i topi. Enormi. Ingombranti. Padroni.

Strutturato a Padiglioni inaccessibili anche per i due agenti: Teddy Daniels e Chuch Aule; vi arrivano nel settembre del ’54. Quattro interminabili giorni.
Devono risolvere uno strano caso.
Di una paziente si sono perse le tracce. Rachel Solando. Rinchiusa per essersi macchiata di un orribile crimine, sparisce nel nulla. Tutte le ricostruzioni degli accadimenti intervenuti nelle ore immediatamente prima e dopo la scomparsa della donna celano il mistero e non riescono a chiarire come sia potuta uscire dalla sua stanza.
Mezzanotte, due minuti e trentanove secondi: da quel momento la donna diventa come mai esistita.
SVANITA.
ESISTITA?

“Lei è qui. Lei non se ne è mai andata”.

“Se voi vi credete gli unici detentori della verità assoluta, questo significa che tutti gli altri mentono. E se gli altri mentono…ogni loro verità è una bugia.”

Il romanzo è scorrevole ma impegnativo. Ho dovuto a volte rileggere per paura di aver perso il filo della matassa, che certamente è abbastanza intricata e apparentemente “normale”…c’è un aspetto del racconto che l’autore con grande abilità ci fa sottovalutare. Alla fine, come è giusto che sia, tutto diventa chiaro. Anche se io non ne sono poi così certa….mi piace pensare che il mistero resti in parte irrisolto.
Una domanda ricorrente… usano gli esseri umani come cavie?
Un terribile sospetto…non me ne andrò mai da quest’isola.

Buona caccia a tutti.

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L'isola della paura 2014-11-26 22:37:33 SweetNiky
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SweetNiky Opinione inserita da SweetNiky    27 Novembre, 2014
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Fantastico!

Libro che ho letto qualche anno fa ma che non posso non ricordarmi. All'epoca stavo iniziando a leggere i miei primi gialli ma tutt'oggi possono confermare che è uno dei migliori che abbia mai letto.
Trama molto entusiasmante ed intrigata. L'ambiente è molto suggestivo, unico nel suo genere.
Sono stata incollata a questa lettura per poco più di una settimana e la voglia di rileggerlo era molta. E' un libro per nulla difficile, scorrevole e piacevole, che soprattutto nel finale, secondo me eccezionale, richiede una riflessione un po' più accurata. Finito il libro mi sono cimentata nel film che non ho trovato per nulla entusiasmante (nonostante ci sia il favoloso Leonardo Di Caprio) non all'altezza del libro.
Lettura che consiglio sia per uso personale che per un regalo, sarà ben apprezzato.

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L'isola della paura 2014-01-19 20:13:22 DarioDelMo
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DarioDelMo Opinione inserita da DarioDelMo    19 Gennaio, 2014
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Superbo

Prima di esporre la mia opinione faccio una piccola premessa.
Anni fa alla ricorrenza di un mio compleanno mi fu regalato questo romanzo, contentissimo perchè chi mi conosce, sa che amo leggere e alla vista di un nuovo romanzo da leggere ,mi brillano gli occhi.
All' epoca non conoscevo Lehane e non avevo letto mai un suo romanzo......chiedo venia!
Già dalle prime pagine il racconto ti cattura, non riesci a smettere, la trama è scorrevole e intrigante.
Non vado oltre per non rovinare il gusto di leggere questo romanzo....io da allora ho fatto ammenda ed ho letto tutti i romanzi di Dennis Lehane...per gli amanti del genere, no fatevi scappare il piacere di leggere i suoi libri.

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L'isola della paura 2014-01-19 16:59:09 MatteoADP10
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MatteoADP10 Opinione inserita da MatteoADP10    19 Gennaio, 2014
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Prima di leggerlo tirate il fiato ...

Quel che colpisce di Shutter Island, o de "L'isola della paura", se preferite, è il clima di tensione che Dennis Lehane riesce ad infondere dalla prima all'ultima pagina. Il film orchestrato da Scorsese segue molto da vicino gli eventi del libro e riesce a riportare bene e materialmente il clima che Lehane aveva intenzione di instaurare nel subconscio del lettore.

Il libro scuote non le anime, ma i cervelli volubili degli esseri umani che andranno a leggerlo. O meglio, ci riesce gradualmente cercando di farvi sentire l'odore della paura.
La trama in breve: Teddy Daniels, agente federale, viene mandato su un'isola ospitante un manicomio/penitenziario per scoprire dov'è finita una delle pazienti, inspiegabilmente scomparsa nel nulla. L'isola sarà la chiave di volta della sua vita.

Il thriller è uno di quelli che vale la pena leggere, a mio avviso uno dei lavori non seriali migliori degli ultimi 20/30 anni del genere. La trama è intricata, complessa; ci sono vari flashback, delle voci fuori campo abbastanza confuse, ma quando si arriva alla fine ... ecco che compare la verità. Insomma, Shutter Island è un libro enigmatico, complesso, non per cervelli che hanno voglia di distrarsi, ecco. Una lettura che con un po' di coraggio potremmo definire impegnata, nel senso che si propone di far riflettere su alcune tematiche molto delicate come la lobotomia. Forse a volte può apparire un po' pesante, ma per il finale ne vale la pena. Aggiungo che non è un libro fatto per piacere al lettore, ma per farlo immergere nell'oscurità, dunque non aspettatevi un ritmo elevato. Attenzione quando leggete: niente è come sembra.

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L'isola della paura 2010-05-20 18:21:29 Arcangela Cammalleri
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Arcangela Cammalleri Opinione inserita da Arcangela Cammalleri    20 Mag, 2010
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L'isola della paura di Dennis Lehane

Questo romanzo è un thriller ad alta tensione, psicologico e coinvolgente. La trasposizione cinematografica di Martin Scorsese ricrea le stesse atmosfere cupe e claustrofobiche del libro, scene apocalittiche durante l’imperversare dell’uragano e personaggi tetri e foschi, alcuni dei quali hanno solo parvenze umane. L’isola è la protagonista assoluta della storia, una cosa che cattura nelle sue spire chi approda e non sa che è un viaggio senza ritorno. Ciò che appare sembra, ma non è reale, la vita reale è labile come foschia che dirada all’orizzonte, solo gli incubi depredano il cervello umano e come alieni invadono i gangli nervosi. L’agente federale Teddy Daniels, eroe di guerra ( nella seconda guerra mondiale), porta i suoi fantasmi interni sull’isola. Nel settembre del 1954, da Boston dove abita, è inviato nell’isola di Shutter, a Ashecliffe Hospital, un manicomio criminale per indagare la scomparsa di una certa paziente Rachel Solando. La trama non si può raccontare, come ogni noir degno di questo nome deve rimanere nel mistero e solo chi lo legge può trarne le sue conclusioni. Ma si può sottolineare i temi di fondo sottesi alla storia: la guerra che fabbrica eroi mediante omicidi legalizzati e devasta il cervello e il fisico fino a, volte, all’annientamento, le pratiche psichiatriche da camicia di forza e pene detentive, spacciate per cure per le malattie mentali, la società americana con i suoi perversi meccanismi di supposta autodifesa che annega i suoi fantasmi nell’alcool e in un rigido moralismo patriottico. Un finale aperto sorprende e le ultime pagine e le ultime righe sono un colpo mancino da parte dell’autore assestato con astuzia e con una buona dose di perfidia. Lambiccarsi il cervello e indurre alla riflessione sono i messaggi sublimali che Dennis Lehane lancia al lettore. Come rimanerne? Delusi? No, perché il protagonista ci entra nella mente, in quel suo continuo arrovellarsi; le visioni, i sogni, sono così fisici da frantumare l’interezza dell’io. Le sue sofferenze così tangibili dilaniano ogni fibra del suo corpo che sembra quasi di sentire e percepire, attraverso le pagine, tutte le sensazioni più intime. I traumi passati diventano un’arma che si ritorce su stessi, ci sono esperienze, quali la guerra, la morte violenta che segnano inesorabilmente l’animo sconvolgendo la psiche. In questa narrazione l’amore del protagonista per la moglie è totalizzante, terribile”Lei era stato tutto l’amore che avesse mai provato” e questo amore è descritto come gioia, esaltazione prima, dopo sofferto, tormentato e senza tregua consuma il suo spirito. Lehane coglie ogni dettaglio dei sentimenti che vivono nella mente di Teddy, esplora l’animo umano con grande psicologia. E come se svegliasse la memoria intorpidita dal troppo dolore e scavando in profondità facesse affiorare tutto l’indicibile non altrimenti sopportabile. La verità non sempre è il bene, l’apparenza di essa è eticamente accettabile quando la pretesa di possedere una verità assoluta è relativa all’individuo. Una bella scrittura, una bella riflessione sull’uomo quando la sua vita si trasforma in dramma e tutto precipita, uno dei motivi per leggere questo libro ed apprezzare l’intenzione profonda che muove l’autore a raccontare questa vicenda.

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A chi ama gli intrecci ben costruiti e una buona dose di psicologia, anche se in questo caso, di psichiatria...
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L'isola della paura 2010-03-24 16:30:50 Ginseng666
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Ginseng666 Opinione inserita da Ginseng666    24 Marzo, 2010
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Oscuro e fumoso...

Oscuro e fumoso: così mi arrovello,
qual'è il significato di 'sto libro novello?
Il mistero del libro non penetrai e allora amaramente pensai:
è l'indagine sospetta di un agente in gamba o il delirio di un matto oramai finito nelle fauci di un sistema medico che rimbomba?
(rimbambisce)..
Troppo complicato è il dilemma ed allora posso pensare, ma sto' agente federale non è che ci vuol fare la morale?
Ma si, fate bene, apritegli la testa, se ciò serve a renderlo meno brutale, ma non rompeteci l'anima con questo polpettone amatoriale...
Una lettura molto poco piacevole che non rende la mia penna per nulla arrendevole.
Saluto e confesso assai dispiacente: in questo intreccio non ci ho capito niente.
Ginseng666

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