L'invito
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NON E' UN THRILLER
Il libro si apre con la scena di Nora all'ospedale, che si sveglia e ha dei vuoti di memoria e non ricorda bene cosa sia successo, l'autrice parte da qui per raccontare la storia.
La protagonista è una scrittrice di gialli che riceve un invito per un addio al nubilato da Flo, un'amica di una sua vecchia conoscenza, Clare, che a breve si sposerà.
Nora accetta e si ritrova in una villa nei boschi del Northumberland, insieme ad altre sei persone e il resto è tutto molto prevedibile, un passato misterioso, degli errori che la protagonista ha commesso ma che ha voluto dimenticare.
Partiamo con il dire che questo non è un thriller, ma un romanzo di narrativa drammatico e nulla di più.
La prima cosa che mi ha fatto storcere il naso è il fatto che Nora accetti un invito ad un addio al nubilato da parte di una persona che non vede da anni, lo trovo molto forzato e inverosimile.
La suspense e l'angoscia che il lettore dovrebbe provare leggendo alcune scene, non dovrebbe essere descritta dall'autrice ma si dovrebbe percepire dal testo, invece non è così.
La narrazione risulta piatta, non ci sono dei colpi di scena, ci si aspetta che succeda qualcosa e invece la storia non ha un'evoluzione.
La copertina è fuorviante, vedendola si pensa ad una cena con delitto, non a un weekend "di paura" con un addio al nubilato.
Ho sempre sentito parlare molto bene di questo libro, addirittura ho sentito dire che è stato un caso editoriale a me sembra molto esagerato.
La trama è poco originale, strizza l'occhio ad altri libri, i dialoghi mi sembravano fin troppo semplici, e la protagonista è delineata in maniera poco approfondita e approssimativa.
Lo stile di scrittura è troppo elementare, è un romanzo che si lascia leggere per curiosità e senza alcun coinvolgimento.
L'ambientazione era quella più adeguata per un thriller, peccato che il libro non lo sia nemmeno lontanamente.
Dopo due libri che mi hanno fortemente delusa, credo sia il caso di conoscere altri autori e di lasciare da parte Ruth Ware.
Un vero peccato.
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Lettura leggera
Un libro che riprende l'argomento delle amicizie perse nel tempo. Lettura piacevole che prende il lettore nell'immediato. La storia non è innovativa ma grazie all'ambientazione ed ai personaggi crea una voglia di divorare le pagine.
Nora riceve un'email per un addio al nubilato della sua migliore amica del liceo (Clare). I ricordi incominciano a tormentarla fino a che non decide di accettare l'invito. La festa avviene in una casa nel bosco di un'amica di Clare e purtroppo ci scappa il morto. I capitoli sono divisi fra presente e passato creando al lettore una voglia costante di sapere chi ha ucciso e chi è stato ucciso. La curiosità è che non si sa chi è la vittima fino a metà libro per colpa di una mancanza di memoria della protagonista avvenuta subito dopo l'incidente.
Secondo me questo libro è da leggere quando si ha bisogno di una lettura leggera. Io ho letto questo libro in ferie ed ho apprezzato la velocità degli eventi e la scrittura scorrevole.
Un buon voto per un giallo per tutti!
Buona lettura.
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Piccoli particolari contano
L'invito è un thriller classico con momenti morti alternati a momenti adrenalinici. Interessante in quest'opera lo stile che in un certo senso sdoppia i tempi di ambientazione lasciando il lettore sempre in bilico.
Una trama sicuramente ben articolata ma per gli adoratori del genere forse un po' scontata e finale prevedibile ad un lettore attento.
Non sto sicuramente giudicando negativamente il libro che invece mi ha assorbito nella lettura soprattutto nell'ultima parte, sicuramente la più adrenalinica per la smania di leggere le evoluzioni dei personaggi.
Una piccola riflessione va fatta nei confronti della copertina, bella ed accattivante, può far presagire un'opera alla "invito a cena con delitto" ma assolutamente non sarà così.
Un thriller claustrofobico che dovreste leggere.
Buona lettura a tutti.
Il Syd
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...MAI FIDARSI....
Sponsorizzata direttamente da Wulf Dorn, arriva in Italia per Corbaccio la scrittrice inglese Ruth Ware con il suo romanzo: L'invito.
La storia si divide in due grossi macro-blocchi che definirei presente e passato prossimo.
Nel presente avremo Nora in ospedale, in stato confusionale e con grossi lividi. La donna ha un'amnesia che non gli permette di ricordare quello che le è successo. Il lettore da subito viene catapultato nel pieno della storia, iniziando a scoprire i fatti dalla fine e rivivendo passo dopo passo insieme a Nora tutto ciò che è accaduto prima dell'incidente che l'ha fatta finire su un letto d'ospedale...
Il passato prossimo anticipa di qualche giorno l'ambientazione ospedaliera e rappresenta lo zoccolo duro del romanzo, ovvero la parte più corposa.
Leonora Shaw è una scrittrice di gialli. La sua vita diventa un romanzo thriller quando scopre l'invito all'addio al nubilato di un'amica che non vede e sente da ben 10 anni; si ritrova in compagnia di tutti gli invitati alla festa, sei per l'esattezza, riuniti in una alquanto inquietante casa di vetri: come dice Tom, l'unico uomo del gruppo, è come essere attori su un palcoscenico e gli alberi che circondano la casa sono il pubblico e questo già mette i brividi addosso! Un'ambientazione in stile Agatha Christie, che renderà il romanzo a tratti simile ai Dieci piccoli indiani. Proprio la grande villa sarà uno degli elementi più inquietanti del romanzo che costringerà i protagonisti a non potersi spostare.
In questo luogo molti di essi dovranno affrontare il loro passato, gli screzi infantili e le incomprensioni del presente. Lo sviluppo delle relazioni tra i protagonisti occuperà il numero maggiore di pagine del romanzo, rallentando un attimino il ritmo e la suspense, che ritornano poi nei capitoli finali.
I fatti vengono narrati con una certa angoscia, procedendo con la lettura aumenta la tensione e chi legge ha l'impressione che debba succedere qualcosa da un momento all'altro e resta quindi sempre con il fiato sospeso!
L'autrice ha sapientemente introdotto ogni singolo personaggio, mettendo in evidenza tutte le caratteristiche più inquietanti, le piccole isterie e guida il lettore alla scoperta del movente di ognuno... La cura con cui la Ware descrive ogni personaggio, la descrizione delle ambientazioni e soprattutto il riuscire per ben 200 pagine a far sentire al lettore quell'inquietudine e quella tensione che si prova quando si ha l'impressione che qualcosa non quadra rendono la storia reale e il lettore diventa un osservatore silenzioso nascosto tra gli alberi in attesa di scoprire chi sarà la vittima e chi il carnefice!
Quando finalmente, dopo aver studiato per bene tutti i protagonisti ed essersi fatti un'idea ben precisa di ognuno, arriva il momento di scoprire chi è la vittima qualcosa scatta nella mente del lettore, che sorridendo un po' deluso pensa "ecco lo sapevo che sarebbe accaduto questo e l'assassino è sicuramente tal dei tali perché...."! Ma affermazione non potrebbe esser più sbagliata: rieccoci di nuovo in ospedale con Nora, si è pronti a far congetture insieme a Nora, a cercare di capire cosa e perché non ricorda e facilmente si intuisce chi è la mano che ha armato l'arma del delitto, ma manca ancora qualcosa: il movente! In più l'autrice fa si che Nora, iniziando a pensare come se si trattasse di uno dei suoi libri gialli, insinui il dubbio nel lettore, faccia congetture sui possibili moventi, ma ogni volta qualcosa non torna ed anche quello che sembrava essere il vero assassino alla fine viene accantonato e ci si ritrova incastrati tra gli intrecci che in qualche modo legano Nina, Nora, Flo, Tom, Melanie e Clare!
Sarà lo stesso assassino a mostrare il suo volto, svelando una follia che ha radici profonde e una fredda lucidità nel cercare fino all'ultimo di distorcere la realtà.
“L'invito” è stata una vera rivelazione, non c'è stata una sola volta in cui durante la lettura non mi sia detta che sarebbe perfetto come sceneggiatura di un film e mi auguro che a qualcuno venga voglia di farlo...
Un libro questo che vi farà sentire quella inquietante sensazione che qualcosa di davvero brutto sta per succedere, che nessuno è al sicuro, che è tutto terribilmente spaventoso e che vi trascinerà all'interno delle sue pagine, tenendovi stretti fino alla fine senza darvi mai la possibilità di annoiarvi! Diventerete il settimo invitato, ma resterete muti e invisibili ad osservare, cercando di scavare in profondità nell'animo di ogni personaggio e alla fine resterete a bocca aperta, sgomenti e infine appagati!
Non avrete il tempo di distrarvi o annoiarvi, non vi sono punti bui durante la lettura ed anche se il ritmo non è serrato il libro si legge facilmente e molto velocemente!
Un grande esordio quello di Ruth Ware, che ha saputo con grande maestria fondere il giallo classico con il thriller psicologico.
…..ricordate che non ci si può fidare di nessuno e non lasciate mai nulla di vostro incustodito: non si sa mai quello che potrebbe accadere...