L'inverno della paura
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Dall'horror-thriller alla ghost story
L’inverno della paura di Dan Simmons, il seguito delle vicende avventurose e ricche di suspense e orrore dei 5 ragazzini dell’Illinois, mi è piaciuto più del primo libro, L’estate della paura. Forse proprio perché uno di loro, Dale, è cresciuto ed ha dimenticato, volontariamente o forse ha inconsciamente rimosso, l’orrore di quella lontana estate del 1960, periodo in cui uno dei suoi amici è morto. Dale, però, non sa che il suo amico (non vi dirò il nome per non fare spoiler) è rimasto sempre accanto a lui nel corso di tutti quei lunghi anni (quaranta per l’esattezza) ed ha vissuto osservandolo nei suoi successi e nei suoi sbagli.
Tornare a Elm Haven, è una decisione dolorosa per Dale che sa di doverlo fare. Inconsciamente è come se il suo passato, e l’oscurità in cui è avvolto, lo chiamasse, reclamasse la sua presenza in quei luoghi della sua infanzia. Tornare in un posto in cui ha trascorso momenti felici, ma anche di autentico terrore, lo farà riflettere sulla sua vita. Ritrovare i luoghi e le persone del suo passato sarà un modo per scoprire come il tempo ha cambiato le persone o come non le ha cambiate.
È una ghost story con colpi di scena e abili funambolismi, che, attraverso continui salti temporali fra il presente e il passato, racconta il fallimento esistenziale di Dale e i fantasmi del suo passato.
Il lettore si trova ad accompagnare Dale nel suo percorso di recupero dei ricordi che sfiorerà la follia. È un romanzo complesso e fortemente simbolico, ricco di rimandi e di citazioni colte.
Non è necessario aver letto il primo romanzo per poter leggere il secondo, ma non si può leggerli in ordine inverso. Mentre il primo è più una horror story all’interno di un percorso di formazione, il secondo è invece la storia di un disfacimento esistenziale, uno sgretolamento del personaggio all’interno di una ghost story.
Sono entrambi due bei libri che meritano di essere letti. Ve li consiglio.
Indicazioni utili
Freddo!
Se avete letto l'estate della paura, beh sappiate che questo ne è il seguito. Non vi aspettate un libro dello stesso tenore però, ne rimarreste delusi. Simmons cambia impostazione, scrivendo un romanzo introspettivo e rievocativo ben diverso dal precedente, molto simile all'IT di King. Se lo leggete con distacco pùò anche piacere, altrimenti sarà una delusione. Fate voi.
Indicazioni utili
- sì
- no