L'invenzione del suono
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squilibrato
Eccezionale Romanzo che si divora in pochi giorni.
Magnetico e magico ma anche e sopratutto marcio e malato come tutte le migliori opere del buon Chuck Palahniuk.
Lo scrittore riesce a tenerci incollati alle pagine del suo libro con una storia malata ed originale ai limiti dell'impossibile. SURREALE, instabile, squilibrato, delirante... Il racconto si attorcilia su se stesso e ci strangola lentamente permettendoci raramente di respirare. Il tanfo del marcio ci accompagna per tutta la storia insieme al pungente odore di candeggina. Il rosso del sangue ed il nero delle carni marce sono costantemente sfocati come in un incubo delirante da febbre alta, come una nebbia troppo densa che ci permette di scorgere una realtà offuscata e distorta.
La storia segue due linee narrative.
Da un lato Gates Foster l'uomo disperato, distrutto, il padre che ha "perduto" sua figlia di sette anni da diciasette anni e continua imperterrito la sua ricerca malata, non della figlia, ma dei carnefici, dei rapitori, distruggendo al contempo se stesso e tutto ciò che è il suo mondo.
Dall'altro Mitzi Ives giovane donna alcolizzata e drogata, esperta nel settore dei suoni per l'industria cinematografica, specializzata nella realizzazione di urla agghiaccianti, terroririzzanti e sopratutto "vere"...
Il loro incontro/scontro si avrà solo nel finale con la rivelazione della verità/falsità che li circonda anch'essa SURREALE, instabile, squilibrata e delirante. Purtroppo proprio il finale non è all'altezza del romanzo stesso e ne risulta il punto debole, davvero un peccato per un romazo comunque unico, maledetto e meraviglioso (nato da un'idea davvero geniale e speciale) che per un pelo non è un'opera d'arte perfetta come Fight Club!
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Urla che ti passa
Dopo un paio di lavori non proprio esaltanti il buon vecchio Chuck torna a ruggire. E lo fa aderendo al modo che meglio conosce per raccontare i suoi moderni incubi, ovvero creando una storia dai risvolti folli ed allucinati, in cui la memoria -reale o distorta che sia- genera mostri. Col consueto occhio critico sottolinea la mercificazione di quel male occultato dalle ingannevoli luci del sogno Hollywoodiano, lasciando sfogare una sofferenza in cui solo medicinali e alcol in un caso, e la speranza nell'altro, possono acuire gli effetti devastanti di vissuti border-line. L'esasperazione dei concetti, e il caos creato da un mondo in cui la realtà è di continuo modellata dalla menzogna, sono suggellati attraverso l'insolita ma riconoscibilissima cifra stilistica dell'autore, al solito capace di sedurre con ghirigori narrativi di raro talento, in grado di trascinare il lettore al crudele ed eterno cospetto della cristallizzazione della morte. Palahniuk attacca frontalmente l'industria cinematografica salvando "il tempo che fu" (di cui la scream-queen Blush Gentry è anima candida e diabolica allo stesso tempo) rimarcandone le contraddizioni e l'istinto autocannibalico, qui eletto a mezzo purificatorio per la creazione di un nuovo ordine che ovviamente sconvolgerà le vite, o meglio, le ossessioni, dei due personaggi principali (e non solo).
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Verità o menzogna?
Mitzi e Foster, una donna che trasforma in realtà i sogni malati di certi scrittori, un signor nessuno a forma di padre da anni alla ricerca della figlia scomparsa.
Vivono una vita malata e contraffatta, talmente inverosimile da fondere e confondere realtà e immaginario nell’ unico modo possibile, una recita spietatamente allucinogena, schizofrenica, un film focalizzato sulla ricerca narcisistica e deviata del pubblico consenso, sulla mercificazione dei sentimenti, cercando di strappare una risata, di sedurre un pubblico di sconosciuti, di creare qualcosa, replicandolo e vendendolo, inseguendo le pulsioni umane più intime.
Ecco l’ ultima verità o verosimiglianza, un’ umanità trasformata in qualcosa che possa essere comprato o venduto, dal fast food alla pornografia, secondo il nuovo potere.
In questo microcosmo Mitzi insegue l’ urlo perfetto da consegnare alla cinematografia, una professionista del bullismo che fa piangere gli altri, a cui piace essere odiata, un grido infinito che si fa potere illimitato, macchina del profitto perpetuo.
È guardata dalla propria immagine riflessa, “ ama “ un uomo così determinato a ignorare l’ orribile verità su di le, impegnata a raccogliere e a collezionare le grida che tutti quegli uomini e quelle donne, giovani e vecchi, emetteranno nei propri ultimi istanti di vita.
Morti in catalogo che producono profitti, ogni registrazione una droga, ogni grido una scarica di endorfine e adrenalina.
Sono anni che Mitzi ingurgita la medesima pillola che annienta la memoria a breve termine mentre immagini e ricordi rimandano a un padre che le aveva donato un castello servendosi soltanto dei suoni. Seduta alla console della sua sala di registrazione, circondata da montagne di denaro, continua ad ascoltare suoni così reali da sembrare fantasmi invisibili o da farla sentire un fantasma in ascolto di un mondo che va avanti senza di lei.
Foster è alla disperata ricerca della figlia Lucinda, non vuole liberarsi da quel dolore, da quella dipendenza, fingendo che esista ancora da qualche parte, è inserito in un gruppo di supporto per l’ elaborazione del lutto che è una speciale cura per disintossicarsi.
Il suo viaggio gli restituisce una forma di vita senza rischiare nulla perché ha già patito il peggio, sognando di torturare gli uomini che torturano i bambini. Oggi anche lui è a pezzi, ha ceduto a una sconosciuta la vita di sua figlia, forse solo a un impostore che regola e stabilisce quali sono i giusti ricordi.
Il percorso intrecciato di Mitzi e Foster resterà sospeso in un’ atroce verità che puzza di menzogna, realtà e finzione si equivalgono, chi si è amato ridotto a una registrazione, chi è ingozzato di bugie non vuole più nutrirsi di verità, nessuno più crede alla realtà della morte, il mondo trasformato in un film, se stessi i protagonisti di questo film.
Esiste ancora qualcuno o qualcosa di reale, qualcuno da riconoscere, qualcosa che non sia un semplice momento di intimità venduto e mercificato, in mezzo a gente sconosciuta che ha strumentalizzato la rabbia e il dolore, documentando la propria fine?
Atrocemente anestetizzati ed esposti non resta che posare lo sguardo sulla propria stupenda moglie, chiunque ella sia, e sul grido di un bambino, ...” progenie di sconosciuti” ... venuto ....” in questo mondo rovente e inquinato e buio “... realizzando che ... “ Il futuro gli appariva semplice. Semplice e luminoso. Luminoso e senza fondo.. “.
Un viaggio allucinato e allucinogeno, esposto a un dolore che respira di “ normalità “, che cozza con ricordi confusi e con l’ enorme buio del proprio destino. È qui che tutto implode, in un cortocircuito che ha detronizzato vite ormai avvezze ad un non sense e a una delirante quotidianità che abbraccia anche i sentimenti più veri, sbriciolandoli. Tutto pare assuefarsi a un malessere totalizzante e l’ irreale la sola realtà credibile e possibile.
Un dubbio rimane, che si tratti solo di fiction, ma la verità nasconde il seme di altre bugie e di una storia ancora da scrivere.