L'icona
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Grecia, 1944: la battaglia tra le forze della resistenza e i nazisti infuria nel villaggio di Patarini. Nella cripta della chiesa, avvolta dalle fiamme, non v'è più traccia della sacra icona raffigurante la Vergine Maria. Di fronte all'altare giace il corpo ormai privo di vita di padre Mikalis, le mani protese in un ultimo disperato tentativo di metterla in salvo. ma è stato tutto inutile. L'icona è scomparsa: al suo posto rimangono solo fumo e cenere. New York, 2006: Matthew Spear, studioso del Metropolitan Museum of Art, ha ricevuto l'incarico di stimare il valore della collezione d'arte che Ana Kessler ha ereditato dal nonno, vecchio banchiere svizzero. Varcata la soglia della cappella privata che ospita la collezione, rimane senza parole: l'icona di patarini è li, davanti ai suoi occhi. Non appena la notizia si diffonde, cominciano ad arrivare le prime offerte di acquisto e, proprio quando la chiesa ortodossa è sul punto di acquistarla, l'icona viene rubata. Matthew, ormai legato ad Ana da un legame ben più stretto di quello professionale, si lancia alla ricerca della preziosa immagine. E ben presto si trova coinvolto in un complotto, dove tutti, dalla chiesa, alla mafia russa e persino ai membri della sua famiglia, sembrano disposti a qualunque cosa pur di ottenere l'icona. Colpito dallo straordinario potere che emana dal quadro, Matthew scoprirà la ragione per cui è tanto ambito. Dietro gli occhi scuri e magnetici della Madonna si nasconde un lembo della veste di Maria, imbevuto del sangue e del sudore di Cristo. Bisognerà risalire a quanto è accaduto nel piccolo villaggio greco sessant'anni prima per sciogliere il mistero che ha prodotto terrore e morte.
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Opinioni inserite: 1
L'icona
2014-02-18 22:44:05
Alessio Salerno
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Icona sacra, emblema di discordia
Come può una venerabile immagine sacra come quella descritta e riverita nel romanzo di Olson lasciarsi dietro una scia di sangue e morte e distruzione? Così purtroppo avviene nel presente romanzo. Testo piacevole e scorrevole, ricco di dialoghi che rendono ancor più agile la lettura. Intelligente qui la scelta dell'icona bizantina, e non della solita reliquia cristiana vera o presunta: sempre di immagine sacra si tratta, ma priva di alcuna connotazione soprannaturale, ad esclusione dell'ascendente che i dolci occhi di Maria madre di Gesù, raffigurata su di essa, esercitano sui protagonisti della storia, disposti a tutto pur di possederla.
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