L'enigma siberiano L'enigma siberiano

L'enigma siberiano

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Tatiana Petrovna, giornalista d'inchiesta coraggiosa e temeraria, ha lasciato Mosca da più di un mese per dedicarsi a un misterioso incarico. Tatiana è nota per le sue sparizioni durante le inchieste più impegnative, ma Arkady Renko, leggendario investigatore di Mosca e amante della donna, è sicuro che questa volta ci sia qualcosa che non va. Quando non la trova sul treno che doveva riportarla in città è l'unico a preoccuparsi, perché conosce troppo bene i nemici della donna e quello che potrebbero arrivare a fare per tenerla buona. Renko inizia quindi un lungo e pericoloso viaggio in Siberia per trovare Tatiana e riportarla indietro. Muovendosi dalle rive del lago Bajkal fino alla fatiscente Cita, l'investigatore scopre a poco a poco che Tatiana sta seguendo l'ascesa del dissidente politico Mikhail Kuznetsov, un "golden boy" della moderna ricchezza petrolifera e il primo uomo a rappresentare da oltre un decennio una vera minaccia per il dominio di Putin. Sebbene Kuznetsov sembri il candidato perfetto per combattere la corruzione dilagante nella politica russa, la sua reputazione si offusca quando Boris Benz, il suo socio in affari e il suo migliore amico, viene trovato morto. In una terra di sciamani e notti glaciali, uomini ricchissimi e potenti e mostri marini che si dice si aggirino nel lago più profondo del mondo, Renko ha bisogno di tutto il suo ingegno per salvare Tatiana.



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L'enigma siberiano 2020-05-15 07:45:18 FrancoAntonio
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FrancoAntonio Opinione inserita da FrancoAntonio    15 Mag, 2020
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Renko e il dilemma del lago ghiacciato

Arkady Renko aspetta con ansia il ritorno della sua Tatiana, recatasi in Siberia settimane prima per realizzare un servizio giornalistico sul discusso oligarca Mikhail Kuznetsov, uomo arricchitosi con i pozzi di petrolio, ma, ora, impegnato in una temeraria campagna elettorale nella quale vuole sfidare Putin alle presidenziali.
Tuttavia sul treno della Transiberiana che dovrebbe riportarla a Mosca la donna non c’è. È vero che Tatiana non rispetta mai un appuntamento e i suoi tempi sono dettati solo dalle esigenze di lavoro, ma il fatto stesso che risulti irreperibile, anche per telefono, dà l’angoscia a Renko. L’investigatore, che sa quanto sia pericoloso il suo lavoro, soprattutto adesso che di mezzo c’è un temibile avversario di Putin, decide di andarla a cercare. Così, giacché il suo capo, il Procuratore Zurin, vuole comunque spedirlo a Irkutsk per interrogare il presunto terrorista ceceno che avrebbe osato sparargli, decide di approfittare del viaggio per rintracciarla.
Però giunto a destinazione si scoprirà indifeso su un terreno a lui completamente ignoto e ben diverso da quello della sua Mosca. Circondato da uomini pericolosi e infidi, ma soprattutto da una natura ancor più selvaggia e spietata, che non concede indulgenza a chi non sa come comportarsi con essa, dovrà fare affidamento sulle sole armi della tenacia e del coraggio per cercare di sopravvivere e, contemporaneamente, salvare Tatiana. In questo disperato tentativo sarà costretto a districarsi nel gioco mortale che vede opposti personaggi privi di alcuno scrupolo e assetati di potere e sangue; gioco nel quale egli si troverà coinvolto suo malgrado.

Questo è il nono romanzo che vede protagonista il roccioso investigatore Arkady Renko, creato dallo scrittore americano Martin Cruz Smith e reso famoso al grande pubblico dal primo libro, il best seller “Gorky Park”.
In quest’ultima avventura l’investigatore non sarà impegnato in una vera e propria indagine poliziesca, giacché, anche quando un omicidio sarà commesso, non ci saranno misteri da svelare: sarà agevole, infatti, seguire le tracce per scoprire autori e mandanti. Quindi, con l’esclusione dei soli episodi in cui si troverà a lottare per la propria vita, vediamo Renko nella veste di osservatore, passivo e vagamente stupito, di una realtà che fatica a comprendere e nella quale sa a malapena muoversi. In tutto il romanzo più che contribuire all’avverarsi delle situazioni, si limiterà a subirle, spettatore impotente di una storia già scritta da altri e il cui esito è scontato sin dall’inizio.
Il titolo (in inglese “Siberian dilemma”) riassume perfettamente il contenuto del romanzo e fa riferimento a un enigma che suona più o meno così: un pescatore cade in un lago ghiacciato. Se si tira fuori dall’acqua, sul ghiaccio, morirà congelato in pochi secondi, al massimo in un minuto. Se rimane in acqua, morirà di ipotermia in cinque minuti. Quale decisione dovrebbe prendere?
Sarà questa la situazione, senza apparente via di uscita positiva, con cui metaforicamente (ma anche no) Renko si dovrà confrontare facendo le sue drammatiche scelte. In definitiva, però, qualunque decisione prenderà sarà sostanzialmente inutile.
La trama, proprio per tal motivo, risulta piuttosto scarna e prevedibile. Anche le descrizioni ambientali di una Siberia che Smith (temo) ha visto solo come turista, non consegnano al lettore un'ambientazione davvero memorabile e tangibile.
Non conoscendo la Russia non posso azzardarmi a spingere il mio giudizio sulla verosimiglianza del racconto, tuttavia ho avuto l’impressione che molti dei contesti descritti siano deformati da una serie di stereotipi e luoghi comuni. Questa moderna Russia di Smith, poi, assomiglia troppo all’URSS di trent’anni fa per non suscitare qualche dubbio. La caratterizzazione dei protagonisti soffre pure del fatto che essa è il frutto di una lunga sedimentazione avvenuta nell’arco di tutto il ciclo di libri. Quindi il lettore non appassionato delle storie di Renko fatica a interpretare certe situazioni o a comprenderne i riferimenti, privo com’è dei ragguagli necessari.
Tuttavia, prescindendo da ciò, la narrazione scorre fluida, trascinata dal rapido susseguirsi dell’azione che non si arresta mai. Quindi, in definitiva, si tratta di un discreto romanzo di svago, senza troppe pretese, ma piacevole per passare alcune ore di distrazione.

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