L'affare d'Arblay
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Un antesignano di Poirot
Il mondo del giallo classico ha come fulcro Agatha Christie e il suo impareggiabile Poirot, oltre ad altri autori con i propri protagonisti principali. Un antesignano, appunto, di Poirot può essere individuato nel dottor John Evelyn Thorndyke, medico legale e appassionato detective, nato dalla penna di un giallista, forse un po’ meno conosciuto, Richard Austin Freeman. Quest’ultimo, oltre a scrivere romanzi gialli, era un medico inglese vissuto tra l’800 e la prima metà del ‘900.
Il romanzo narra di un noto scultore, Julius D’Arblay, che viene ritrovato cadavere, per puro caso, da un giovane medico, il dottor Gray, che è anche la voce narrante, ex allievo alla facoltà di medicina del dottor Thorndyke. Il caso appare subito risolto e classificato come incidente, ma l’interesse del giovane Gray per Marion, figlia del defunto scultore, induce ad andare a fondo alla faccenda con il prezioso ausilio del dottor Thorndyke; infatti l’autopsia rivela che non si è trattato di un semplice disgraziato accidente che ne ha provocato l’annegamento, bensì di un omicidio per avvelenamento con una iniezione micidiale. La vicenda, quindi, assume una trama molto complessa e intricata in cui avvengono misteriose circostanze di morti che risorgono, tombe vuote e sostituzioni di persona; le vicissitudini e gli accadimenti sono molteplici e rocamboleschi ma alla fine l’arguzia e la pazienza del dottor Thorndyke risolve il fatto delittuoso con un imprevisto colpo di scena.
Si tratta, dunque, di un romanzo giallo classico in cui non esistono mezzi e strumentazioni di alta tecnologia e la patologia medico-legale è ancora agli albori; solo una mente raffinata è capace di scartare le varie ipotesi verosimili e seguire un lineare percorso di pensiero che conduce alla soluzione dell’equazione.