Narrativa straniera Gialli, Thriller, Horror Kautokeino, un coltello insanguinato
 

Kautokeino, un coltello insanguinato Kautokeino, un coltello insanguinato

Kautokeino, un coltello insanguinato

Letteratura straniera

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La macchina slitta sulla strada ghiacciata e colpisce violentemente una renna. Anna Magnusson si ferma, si infila un berretto di lana e prende il coltello dallo zaino nel bagagliaio. L'orologio segna le 01:30 di notte, e ci sono più di 30 gradi sotto zero lì, sulla strada tra Lulea e Pajala. Anna è cresciuta a Stoccolma e non ha mai pensato alle sue origini. Sua madre, che è una Sami, non ha mai spiegato il motivo per cui se n'è andata dal remoto villaggio di montagna nel nord della Norvegia. Ora Anna, che lavora come sostituto procuratore, è sulla strada per Kautokeino, in Lapponia, dopo diversi anni di assenza. La nonna l'ha chiamata e le ha chiesto di andare a difendere il cugino Nils Mattis, accusato di stupro. La famiglia è disperata: non può fare a meno del lavoro di Nils Mattis in montagna. Ma quando Anna legge l'inchiesta della polizia, si insospettisce. Come farà a restare imparziale? Per lei è difficile rispettare il codice silenzioso della famiglia, fatto anche di leggi non scritte. Chi c'è dietro le morti che si verificano mentre Anna è lì? Chi vuole sbarazzarsi di lei?



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Kautokeino, un coltello insanguinato 2017-06-05 09:10:38 antonelladimartino
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antonelladimartino Opinione inserita da antonelladimartino    05 Giugno, 2017
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Come in Sicilia

Kautokeino, terra di renne e di neve. Terra dei Sami (da noi chiamati làpponi o lappòni), il popolo del Sápmi, territorio all’estremo Nord dell’Europa che comprende la calotta polare. Il Sápmi si distribuisce in diversi Stati: soprattutto Svezia e Norvegia, ma anche Russia e Finlandia. Ogni Stato impone al popolo Sami le sue leggi e i suoi interessi. La protagonista di questo romanzo, Anna, incarna un conflitto di civiltà.

Anna si rivela a poco a poco, dall’esterno, attraverso i gesti, gli oggetti, gli odori, attraverso un freddo che taglia, sporca, ferisce, uccide. Scorre molto sangue in questo romanzo, soprattutto quello delle renne. I Sami sono un popolo di cacciatori, pescatori e allevatori. Anna ha una formazione giuridica e la lavora in Svezia come procuratore. Il padre è svedese, la madre invece, ha abbandonato i suoi genitori Sami, la sua terra, le sue tradizioni. E le sue renne.

Anna torna tra i ghiacci per aiutare il cugino, un allevatore accusato di stupro. Torna perché gliel’ha chiesto sua nonna, che fino ad allora era stata presente nella sua vita sotto forma di senso di colpa: quello della madre, morta senza mai essersi veramente riconciliata con il passato. Ma lo stupro è soltanto una fragile facciata; il vero conflitto riguarda questioni economiche e culturali. E le renne.

Le famiglie Sami seguono le loro leggi, opponendosi a quelle dello Stato: i clan familiari sono legati da silenzi e baratti e compromessi e segreti che consentono loro di salvaguardare, per quanto è possibile, le tradizioni. La protagonista sostiene che gli indigeni Sami hanno formato una società parallela allo Stato simile alla mafia siciliana, un paragone improprio, e non solo perché in Sicilia il paesaggio e le temperature sono tutt’altro: gli allevatori Sami faticano a sopravvivere, cosa nostra prospera e uccide. No, non è la mafia siciliana, ma una guerriglia nascosta quella che si combatte tra i ghiacci e il gelo, una lotta disperata giocata sulla pelle delle renne.

La storia di Anna e del suo ritorno alla cultura dei nonni conquista noi lettori passo dopo passo, nella neve e nel ghiaccio, descrizione dopo descrizione, accompagnandoci in una terra dalla bellezza ostile ma forte. Non perdete questa perla nera esotica: indosserete gli sgargianti abiti Sami, annuserete il gelo implacabile, ammirerete i silenzi e il canto della montagna e della neve, rifletterete sulle differenze tra leggi e morale. E seguirete il sentiero delle renne.

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Consigliato a chi ha letto...
letteratura scandinava, noir di qualità.
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