Io sono leggenda
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Ollio e... Thor (più un sacco di vampiri)
Prima di iniziarne la lettura, di "Io sono leggenda" avevo soltanto una vaghissima idea, nata principalmente dal materiale promozionale dell'ultimo adattamento con Will Smith. Mi aspettavo quindi una storia d'azione, con il protagonista che lotta per la sopravvivenza in un mondo ormai dominato dai vampiri; e la trama del romanzo in effetti non si allontana troppo da questo spunto, ma sceglie di focalizzarsi sulla parte psicologica, accantonando quasi completamente il lato più adrenalinico.
Come accennato, la narrazione si apre su una realtà distopica in cui un'epidemia ha portato ad un passo dall'estinzione la specie umana, trasformando i contagiati in creature assetate di sangue. In questo scenario si muove Robert "Bob" Neville, unica persona non infetta nel raggio di svariati chilometri; dopo aver visto morire tutti i cari, l'uomo decide di convertire in una fortezza notturna la sua casa, mentre passa le giornate a dare la caccia ai vampiri bloccati nel loro sonno comatoso.
Così descritta la trama potrebbe apparire un po' scarna, e in effetti è proprio così: gli eventi realmente impattanti si possono contare sulle dita di una mano, e questo non è dato dalla brevità del testo quanto da una precisa intenzione dell'autore, che ha preferito mostrare il processo di deterioramento in atto nella mente di Neville, costretto a vivere del tutto isolato e in costante stato di allerta a causa degli attacchi notturni. Oltre allo sterminio dei succhiasangue, il nostro eroe è impegnato anche nella ricerca scientifica: tenta infatti di capire come si sia diffusa l'epidemia e quali siano i modi più efficaci per uccidere i vampiri.
La limitatezza della trama e il volersi focalizzare un po' troppo sull'aspetto scientifico del vampirismo sono forse i due elementi che meno mi hanno convinta di questa lettura. Non posso dire di aver apprezzato del tutto neppure il modo forzato con cui Matheson inserisce diversi flashback nella narrazione ed il finale decisamente affrettato: si tratta di certo di una risoluzione inaspettata, che stupisce il lettore, ma non avrebbe guastato qualche pagina in più per arrivarci in modo graduale.
Per contro, mi sono piaciuti molto lo stile ed il tono della narrazione: nulla lascia intuire che si tratti di un classico (seppur moderno) perché la prosa è praticamente contemporanea. Promuovo anche l'idea alla base ed il tentativo di modernizzare in parte la figura del vampiro perché, seppur possano sembrare concetti alquanto banali nel 2022, sono stati senza dubbio davvero innovativi per gli anni Cinquanta.
Il maggior punto di forza del romanzo si ha però nel ritratto psicologico del protagonista. Matheson ribalta i ruoli presenti nelle narrazioni gotiche classiche per mostrarci i pensieri di un uomo rimasto solo in un mondo di mostri; il risultato è un protagonista allo stesso tempo brillante nelle sue ricerche quanto folle per le paranoie che lo guidano. E forse proprio questo è l'aspetto più inquietante della storia: i brividi qui non riguardano la violenza bestiale dei vampiri, ma i fondi limacciosi della psiche umana posta in una situazione estrema.
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Robert.
Robert Neville è l’unico sopravvissuto; l’ultimo essere umano sulla Terra. Ogni giorno regole precise e scandite dall’esperienza determinano la sua vita garantendone la sopravvivenza. La sua è una battaglia dalla quale sa di non poter uscire vincitore, eppure non si arrende. Va avanti, tra alti e bassi, momenti di ispirazione che si alternano a tanti altri di costernazione, attimi in cui la sola e possibile consolazione a quell’isolamento a quella ferita ancora aperta per la morte della moglie Virginia e della figlia Kahy, a quell’impotenza di fronte ad una superiorità numerica e ad un nemico sconosciuto, è sorseggiare (e poi scolare) un whisky liscio con una sigaretta tra le labbra e la settima o nona sinfonia di Beethoven, o ancora il secondo concerto per pianoforte di Brahms, in sottofondo.
La solitudine è la sua migliore amica, se stesso la sua unica compagnia. Ogni miraggio di possibilità di legame affettivo o di interazione con un qualsiasi altro soggetto, è mera illusione. E allora ritorna sullo studio, sull’analisi della minaccia, sul perché di quei vampiri che ogni giorno e ad ogni ora persistono ad assediargli la casa. Ma anche questa è una motivazione relativa a cui sussegue nuovamente l’impotenza, poi l’accettazione ed ancora la ribellione.
Una delle pietre miliari della letteratura horror/fantascientifica è “Io sono leggenda”, classico del 1954 firmato Richard Matheson, un testo che nella sua brevità racchiude al suo interno molteplici riflessioni. Il primo elemento sul quale è infatti possibile interrogarsi è l’irrefrenabile istinto di sopravvivenza di Robert. Cosa lo spinge ad andare avanti? Perché nonostante tutto non si arrende, non abbandona quella partita che lo vede inevitabilmente perdente? E’ l’umanità, quel desiderio costante di voler provare, di cercare una soluzione ad un problema anche se più grande di noi perché incapaci di accettare un qualcosa così, per partito preso, senza tentare almeno di porvi una soluzione, a questo elemento consegue naturalmente l’impossibilità di staccarsi da quel che sappiamo essere stato e che non abbiamo più. O ancora è quel bisogno di sentirsi umani in una dimensione che di umano non ha più niente.
Chi è davvero il nemico di Neville? Qual è il vero ostacolo da abbattere, il vero soggetto contro cui combattere? Non è il vampiro, ma Robert stesso. Egli è tanto il suo miglior alleato quanto il suo peggior avversario. In una realtà dove qualsiasi individuo si troverebbe in difficoltà il sopravvissuto non molla e molla al tempo stesso. Non sa lui per primo per cosa sta combattendo e dunque, per quale ragione non lasciarsi a tutto quel di distruttivo che ha in casa? Però deve studiare, deve capire il perché e il per come, deve trovare una giustificazione, non può concedersi alla resa. Ma che vada tutto a quel paese, bicchieri sbattuti sul muro, alcol a volontà. La disperazione nuda e cruda. Ed ancora, la ricerca incessante di quel “perché”. Queste e tante altre tematiche sono contenute in un libro unico.
Uno stile semplice, ironico, schietto, magnetico, che arriva e cattura nelle sue maglie il lettore, sin dalle prime battute.
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Dei vampiri non ci si stanca mai
Mi sono finalmente deciso a leggere il libro dopo avere visto varie volte l’omonimo film con protagonista Will Smith. Ero ovviamente a conoscenza delle differenze esistenti tra libro e film e del fatto che la bilancia pendesse sicuramente dalla parte del libro (che strano, non è praticamente sempre così?), però non pensavo che questo racconto di Matheson fosse così coinvolgente ed anche profondo per le tematiche trattate.
Ammetto pertanto di essere rimasto particolarmente soddisfatto, a lettura conclusa. Al di là della nota storia della serie “ultimo uomo sulla terra che deve difendersi da orde fameliche di vampiri-non morti bramosi di succhiare il suo sangue”, ho apprezzato la capacità dell’autore di incuriosire e coinvolgere il lettore conducendolo alle origini dell’epidemia che ha portato alla estinzione della razza umana ed al trionfo dei vampiri! Sembra veramente di affiancare Robert Neville, il solitario protagonista nonché novello scienziato, assistendo al suo certosino lavoro di ricerca delle cause dell’epidemia, partecipando ai suoi trionfi e condividendo le sue sconfitte.
In definitiva credo che il merito di Matheson sia innanzitutto quello di mischiare elementi tradizionali della letteratura gotica che qui si ritrovano immancabilmente (es. l’aglio, i paletti di legno, la croce…), con alcune geniali trovate e novità soprattutto per quanto riguarda il contagio e le caratteristiche della popolazione vampiresca. Proprio nelle pagine finali possiamo osservare il comportamento dei vampiri che a onore del vero non risultano poi così diversi dagli umani, per lo meno nei loro difetti ed in certi atteggiamenti tipici quali l’istinto di sopravvivenza, la sopraffazione del prossimo, la paura che nasce dal contatto con il diverso.
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Io sono leggenda ! Si, ma perchè ... ?
Ho affrontato questa lettura senza prima contaminarla con le trasposizioni\trasfigurazioni cinematografiche (è intollerabile trovarsi in copertina Will Smith in un'opera col protagonista tutto occhi azzurri e capelli biondi) e ritenendo Matheson, nonostante il gran successo, uno degli autori più sottovalutati del filone a cui appartiene. Tuttavia non ho sottovalutato il mito di questo "io sono leggenda" che sembra proprio, in tutte le sue forme, non poter far storcere il naso a nessuno.
Ebbene il mio si è storto, talvolta in negativo, talvolta in positivo.
La trama è scontata ma interessante con qualche risvolto distopico che la allontana dai soliti hack'n'slash versione zombie della letteratura moderna e non: l'ultimo uomo rimasto sulla terra deve combattere con la propria agonia e con la minaccia delle creature aliene che hanno sostituito la nostra razza, riempendo le pagine di massacri e commenti sulla deviazione umana che renderebbero questa apocalisse quasi giustificata. Ma andiamo con ordine...
Stilisticamente l'opera contribuisce ad una lettura rapida e coinvolgente, affannosa, turbolenta, riuscendo nel difficile compito di non annoiare col susseguirsi delle giornate alcoliche del protagonista Robert Neville. I compiti da rispettare sono quasi sempre gli stessi intervallati da ricordi e speranze infrante che troncano i brevi capitoli in maniera spesso ingiustificata. Quel che non ho gradito, invece, è il declinare verso un'abbandono quasi forzato della retorica e degli obblighi grammaticali, rendendo spesso difficile distinguere un pensiero da un monologo, un urlo da un sussurro, una pausa del suono da un caos di verbi e parole. Questo non va bene in un'opera che punta tutto sul piccolo mondo del protagonista (che, tuttavia, Matheson riesce ad esplicitare in maniera coinvolgente).
Non v'è bisogno di spoilers per commentare la trama che, come accennato, si distacca giusto in tempo dalla monotonia con un finale mozzafiato ed alcuni capitoli di puro genio: da dove sono sorti questi nemici epidemici che hanno preso il controllo di un mondo che non volevano? E se ci fossero sempre stati, sin dalle epopee epiche dell'antichità, passando per le battaglie della storia tanto note quanto vinte in maniera ambigua? E com'è possibile che la religione coinvolga in maniera così forte le masse da renderle febbrilmente maniacali?
Neanche il lettore più annoiato riuscirà a prendere sottogamba questi quesiti di carattere generico che contribuiscono ad un'integrazione di metateatro con il protagonista stesso senza mai distaccarlo dal filo rosso dell'opera intera. Tuttavia, ancora una volta, il naso storce verso il negativo: Neville ci insegnerà che se esci fuori dal tuo quartiere magicamente ti si blocca l'orologio, che non c'è bisogno di una laurea in biologia per comprare un libro ed imparare a studiare i virus e i batteri, che da soli si può costruire praticamente qualsiasi cosa, che decine di secoli fa, quando usavano i paletti di legno, ne avevano perfettamente presente le implicazioni di carattere medico e scientifico e, soprattutto, che se decine di creature ogni notte circondano la vostra casa per eliminarvi, state sicuri che non penseranno mai di bruciarla o di rompervi il generatore della corrente, a meno che non gli diate le chiavi, ma preferiranno lanciarvi le pietre sulla finestra.
Nel complesso ho trovato questo romanzo rapido e godibile, interessante ed intelligente per alcuni istanti, ma scritto con troppa foga di farlo diventare "leggenda", al punto da domandarsi come abbia fatto ad ottenere questo successo in un circondario di opere novecentesche fantastiche e, soprattutto, qual genere di masterpiece avremmo ottenuto se fosse stata attribuita tanta attenzione alle pagine centrali quanto a quelle della fine.
Nel complesso, però, forse "io sono leggenda" è proprio questo: un rapido viaggio all'interno del proprio io che prende il nome di Robert Neville, una descrizione del mondo che ci circonda stirato fino all'apocalisse, con numerose imperfezioni ed altri spunti di genialità. Ma, dopotutto, l'essere umano è anche questo.
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Io sono leggenda.
“[…]dopo tutto bisogna arrangiarsi” sono queste le parole del protagonista di un libro che descrive pienamente coraggio, spirito di sopravvivenza e di adattamento.
Un continuo combattere con la propria mente per non lasciarsi andare, per non arrendersi. Verosimilmente un diario quello di Neville, personaggio centrale del romanzo che ancora innamorato della propria moglie, donna che l’autore ha deciso di portargli via fin dalle prime pagine, è condannato da se stesso e dall’evolversi degli eventi in un mondo che gli riserva una vita di privazione, costretto nella casa di famiglia che non riesce ad abbandonare.
Si tende a pensare che un libro incasellato temporalmente in un periodo post apocalittico e incentrato sulla storia dell’ultimo uomo della terra possa a un certo punto risultare monotono e quindi ripetitivo ma per quanto lo siano le sue giornate il libro non lo è affatto. La capacità dell’autore ci regala un emozione per ogni giorno che passa, così che trepideremo osservando il protagonista arrancare verso la puntuale attesa delle tenebre. Padrone del giorno infatti Neville diventa un umile spettatore durante la notte, un obbligata convivenza con la morte nella continua battaglia ai limiti dell’esistenza.
Il testo è una pietra miliare del genere e personalmente ritengo che non gli sia dato il dovuto merito. Scritto magistralmente non risulterà mai noioso e saremo in grado di apprezzarlo, leggendolo in poche ore.
Recensione di R.C. aka Spack Lele
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Breve, ma intenso
Avete visto il film? Male. Dimenticatelo.
Il libro, come qualsiasi altra trasposizione cinematografica, è molto meglio. Will Smith sarà anche bravo, ma la storia è ben diversa.
Racconto breve, forse troppo per me, che avrei desiderato una storia più approfondita, ma alla fine va bene così, perché la vita di Robert Neville è monotona, forzatamente solitaria visto che lui è l'ultimo uomo sulla terra e condivide il mondo con dei vampiri, che non sono i classici alla Bram Stoker, ma sono uomini che grazie ad un batterio hanno subito una mutazione.
Insieme al sopravvissuto esploriamo la città apparentemente deserta, e lo osserviamo mentre si organizza contro i mutanti. Ci angosciamo con lui nel vedere un mondo ormai finito.
Tutto si svolge lento, fino a quando Robert non incontra una donna di nome Ruth e poi si scopre qualcosa che dà una svolta alla storia.
Lui è l'ultimo esponente della razza umana così com'era conosciuta in passato. Lui è leggenda ed è destinato a morire.
«Il cerchio è completo»
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ANGOSCIANTE!
Credo che il titolo dica tutto!
Assurda la velocità di questo libro, non solo perchè l'ho letto in 24 ore, ma proprio perchè vieni spinto dalla curiosità angosciante di capire come diavolo va a finire.
Provate a immaginare di essere l'unico uomo sopravvissuto sulla terra e di essere l'unico cui scorre sangue sano, fresco e succulento nelle vene. Adesso immaginate che ogni notte avete alla porta schiere di vampiri che cercano di fare di voi il loro spuntino.
Come reagireste? Da farsela addosso!
Io mi sono completamente immedesimata e credetemi che non è stato semplice mantenere la respirazione regolare per tutta la lettura del libro.
La scrittura di Matheson è veloce e scorrevole.
E nonostante la quasi totale assenza di dialoghi, è scritto benissimo e non risulta per nulla pesante. Anzi, questo stile, permette al lettore di entrare in tutto e per tutto dentro alla mentre di Neville che deve cercare di sopravvivere nonostante il pericolo esterno.
Lo consiglio a chi ama libri di Zombie e affini in quanto ti fa scalpitare dal nervoso.
Rivaluterete i vampiri. Leggere per credere.
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Oppure chi legge qualsiasi cosa e ha voglia di vivere una "LEGGERA" suspance!
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L'altro secondo Matheson
Robert Neville è l'ultimo sopravvissuto della specie umana. Il resto dell'umanità è stato contagiato da un virus misterioso e mortale che trasforma gli organismi in parassiti, non morti. Ma per tutto c'è un'evoluzione, anche per l'ultimo degli uomini, destinato forse a diventare leggenda.
Fortunatamente conosciuto e letto prima dell'uscita cinematografica, Io sono leggenda è una di quelle opere che ti fanno rinascere la voglia di credere che non esista un unico genere narrativo per ogni libro a cui ci avviciniamo. Questo infatti ne è una dimostrazione. Certamente l'involucro richiama la narrativa horror così ampiamente sviscerata da scrittori di genere precedenti allo stesso Matheson, ma sin dalle prime righe ti accorgi che quest'opera è molto di più. C'è l'approfondimento psicologico di un uomo che resta solo con la sua coscienza, che sopravvive alla trasformazione dei suoi simili. C'è l'aspetto relazionale con l'alterità, il mostruoso, il diverso per definirla in termini sociologici. E poi c'è la componente escatologica, il destino della specie, il senso di continuità a cui ogni organismo aspira.
Richard Matheson è unico nella capacità di descrivere, di creare situazioni, non luoghi della mente in cui si insinua il dubbio, il timore che ciò che si vede sia solo un terribile incubo.
Questo libro è sicuramente il biglietto da visita dell'autore, leggetelo.
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Robert Neville
Il protagonista, Robert Neville, vive ogni giorno allo stesso modo.
Alla mattina si sveglia presto torna a casa prima del tramonto, chiude bene tutte le porte e controlla le finestre, cucina, pulisce, ascolta della musica, si siede in poltrona e legge un libro.
Lui però, non ha una vita normale, soprattutto dopo il tramonto.
Neville, infatti, è l’ultimo uomo sulla Terra sopravvissuto ad una guerra batteriologica, finita nel peggiore dei modi, che non lo ha fatto diventare come gli altri.
Ogni giorno deve combattere contro i suoi nemici, i vampiri.
Nella solitudine che lo circonda, Robert esegue la sua missione, studia questo fenomeno e cerca i nascondigli per sterminare le creature delle tenebre.
Durante la notte rimane rinchiuso nella sua roccaforte, assediato dai morti viventi avidi del suo sangue mentre di giorno è lui ad avere la meglio.
Però inspiegabilmente un giorno la pandemia provocherà la nascita di una nuova specie ibrida costituita da esseri anomali che ripercorreranno le tappe degli stessi vampiri. Nonostante questa scoperta, il protagonista non abbandona la sua lotta sanguinosa e continua ad uccidere, dominato dall'inconfessabile convinzione che la razza di "prima" sia l'unica realtà accettabile.
Per il protagonista non sarà facile, infatti, affogherà i suoi dispiaceri nell’alcool e nel bisogno d’amore riversato su una donna, Ruth, anch’essa vampiro, ma apparentemente immune come lui.
In questo mondo Neville, con la sua unicità, si è già trasformato in leggenda.
Mi è molto piaciuta: la descrizione del malessere del protagonista, la sua solitudine che lo opprime giorno dopo giorno, la voglia di continuare anche se sa di essere l’ultimo della sua specie.
È sicuramente un romanzo avvincente non la solita storia di vampiri.
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L'ultimo uomo sulla terra
Una delle opere migliori di Matheson. Uno stile asciutto, perfettamente orchestrato per introdurre il lettore sin dalle prime righe in un orrore irreversibile al quale il protagonista tenta disperatamente di sfuggire. Il finale rappresenta l'inevitabile conclusione di un'era che vede l'estinzione dei propri "dinosauri".
Peccato per le tre trasposizioni cinematrografiche che non rendono appieno le suggestioni del libro:
L'ultimo uomo sulla terra (1964)
1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (The Omega Man) 1971
I am Legend (2007)
Forse solo la prima, girata a Roma (Eur), con Vincent Price rispetta un po' di più le linee del racconto originale. Le altre due, con il loro finale banalmente rassicurante, stravolgono lo spirito del romanzo e a null'altro servono che da spensierato intrattenimento cinematografico per una serata tra amici.