Io confesso
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The Darkest Side
Come il rumore del gesso sulla lavagna, il tuo cellulare che squilla al cinema, l’acqua calda che finisce mentre ti stai facendo la doccia, il momento di leggere un libro proposto da un tuo amico è arrivato.
A poco serve mantenere privata la tua passione per la lettura, se qualcuno viene a trovarti, per i libri sparsi tra la cucina e il salotto o accatastati sul comodino, oppure per quelli già letti e ben ordinati nella libreria, è praticamente inevitabile essere scoperti.
Le reazioni sono però diverse. Alcuni sfogliano distrattamente le pagine, altri dicono “bello” mentre guardano la copertina. L’amico che ti sta porgendo “Io confesso”, di Cody McFadyen vuole, invece, soltanto ringraziarti per avergli fatto leggere un libro che a lui è piaciuto tantissimo.
Sconosciuti a me, ovviamente, autore e libro, anonima la copertina simile a tante altre per quella sua prevalenza di colore bianco, interessante invece la storia.
Parte come un tipico noir americano dalle tinte forti “La cicatrice inizia in mezzo alla fronte, all’attaccatura dei capelli. Scende tra le sopracciglia, quindi piega a sinistra ad angolo retto”. E' non è proprio un bel modo di descrivere Smoky, la protagonista del thriller, detective tosto ma con un terribile passato, alle prese con un complicato e delicato caso di omicidio. Solo che questa volta il killer, che dopo poche pagine apprendiamo essere seriale, è Il Predicatore, uccide le vittime perché hanno un terribile passato, hanno dei segreti emersi soltanto in confessionale, davanti ad un prete che ti redime se hai un sincero pentimento.
Smoky ha tanti segreti. Ma li ha mai confessati? E soprattutto si è mai pentita veramente? “La mancanza di contrizione rende la confessione una menzogna”, è il delirio del Predicatore in uno dei sui video inviati in un sito Internet. Le implicazioni etiche ed intime di Smoky che da diverso tempo cerca di trovare una strada nella sua vita sono inevitabili, e così la protagonista durante l’affannosa caccia al furioso assassino, pronto ovviamente ad uccidere ancora, si troverà inaspettatamente a fare i conti con il suo presente.
McFadyen pur senza la presunzione di aprire questioni morali, o di dare giudizi lapidari al valore della religione rende un classico thriller noir più interessante del solito, dove ci ritroviamo coinvolti più nello scoprire i segreti dei protagonisti e delle vittime, che allo sviluppo della trama, che anche grazie ad un robusto finale ci lascia inevitabilmente riflettere su noi stessi.
Così come mi ritrovo a riflettere sul perché scegliamo di leggere un libro anziché un altro, passaparola? Qlibri? pubblicità? un regalo sotto l’albero di Natale? Un amico che vuole restituirti un favore?
Un libro è un dono.